Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Salute, le fake news uccidono Una campagna di prevenzion­e

Dal 14 maggio l’Ordine dei medici farà affiggere 6x3: il web non guarisce

- Raffaele Nespoli

NAPOLI Un orsacchiot­to di peluche poggiato ad una lapide e un epitaffio che fa venire i brividi: «Non mi hanno vaccinato per paura dell’autismo». È solo una delle immagini choc che a partire da lunedì 14 maggio apparirann­o a Napoli, in manifesti di sei metri per tre, realizzati dall’ordine dei medici. «Una campagna molto dura – spiega il presidente Silvestro Scotti – ideata per scuotere le coscienze e far riflettere».

Neanche a dirlo, il tema è quello delle fake news, divenute un vero e proprio problema sociale. L’iniziativa, che parte dalla federazion­e nazionale degli ordini dei medici, assume a Napoli una valenza ancor più ampia in virtù delle battaglie che da sempre il presidente Scotti ha voluto portare avanti per la salute dei cittadini. «Il dramma di queste “notizie spazzatura” - spiega il presidente dei medici – è che tramite il web acquistano forza. Molti cittadini iniziano a credere che dietro certe credenze o false notizie vi sia un fondamento di verità. Quello dei vaccini è il caso più eclatante, ma anche sull’alimentazi­one e tanti altri temi si rischia molto».

Non a caso la campagna choc voluta dai medici ha come titolo «Una bufala ci seppelirà?», domanda che purtroppo in molti casi sta diventando un’affermazio­ne. Tra le frasi che campeggera­nno sui manifesti, anzi, sulle lapidi fotografat­e nei manifesti, alcune mettono in evidenza il tema dei farmaci taroccati. Altre si agganciano a drammatici episodi di cronaca, con pazienti morti per aver cercato di curare il cancro con il bicarbonat­o. Ogni manifesto nasce con l’intento di catturare l’attenzione di chi è in strada, una sorta di pugno nello stomaco con il quale far capire ai cittadini che su certi temi si rischia grosso. «Sui social gira di tutto – conclude Scotti – ma la colpa non è delle tecnologie, che sono solo uno strumento, bensì di chi le usa in maniera impropria, il più delle volte per ragioni economiche».

Secondo la ricerca Censis Assosalute 2017 sono 15 milioni gli italiani che, in caso di piccoli disturbi, cercano informazio­ni sul web. Un atteggiame­nto molto pericoloso e, purtroppo, anche molto diffuso tra i giovani. Il 36,9% dei millennial­s italiani (e la Campania no fa eccezione) usa autonomame­nte il web per trovare informazio­ni su come curare i piccoli disturbi. In occasione della presentazi­one della campagna (che si terrà a Roma nei prossimi giorni) sarà proprio il direttore del Censis, Massimilia­no Valerii, ad aprire la conferenza stampa con i dati aggiornati su «Italiani, internet e salute». Un rapporto, quello tra i cittadini e la salute, che a Napoli sembra essere quantomeno problemati­co. Basti ricordare quanto affermato dall’Istituto superiore di sanità, che ha bollato Napoli come «la peggiore città dove nascere», con un gap di ben 8 anni in termini di aspettativ­a di vita rispetto ai paesi Ue. Anche questo tema fu oggetto di una campagna

Silvestro Scotti Molti cittadini iniziano a credere che dietro false notizie vi sia un fondamento di verità

di affissioni voluta dal presidente Scotti e che fece molto scalpore, una campagna che ha lasciato il segno provocando negli anni la nascita di diversi programmi di screening.

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Immagini choc Alcune delle diapositiv­e che anticipano i manifesti che escono a fine mese

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