Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Reina e la festa nel locale degli Esposito: nessun favore, ho pagato 5 mila euro
Ascoltato dai pm per le «frequentazioni assidue». Il Riesame scarcera uno dei tre fratelli
NAPOLI Anche se è arrivato di pomeriggio, quando il palazzo era semivuoto, non è passato inosservato: Pepe Reina, da poche settimane portiere del Milan, lunedì è andato in Procura, dove è stato sentito come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta sui fratelli Gabriele, Francesco e Giuseppe Esposito. Tre imprenditori tornati in cella nei giorni scorsi con la gravissima accusa di intestazione fittizia di beni aggravata dalle finalità mafiose, ritenuti legati ai clan Sarno — Palazzo e Contini ma al tempo stesso amici di numerosi calciatori ed ex calciatori del Napoli: una condizione ambigua che ha provocato grattacapi a diversi sportivi. In serata la decisione del Riesame su Francesco Esposito: ordinanza annullata, ancora non è chiaro se per quanto attiene alle esigenze cautelari o agli indizi di colpevolezza. Un ottimo punto a favore della difesa, rappresentata dagli avvocati Roberto Saccomano e Domenico Dello Iacono. A breve la decisione dei giudici della libertà sui fratelli Giuseppe e Gabriele. Ai pm napoletani il portiere del Milan ha chiarito com’è nato il suo rapporto con i fratelli Esposito, diventato particolarmente stretto nel corso degli anni trascorsi a Napoli (tre in tutto, con la parentesi del Bayern di Monaco). Reina, per esempio, era solito usare la Porsche Panamera di proprietà di Gabriele Esposito, già condannato in primo grado per associazione camorristica: la vettura era stata presa in leasing dalla Toys Market, una delle società della famiglia Esposito, e veniva prestata senza problemi al giocatore. Al suo interno gli uomini della Dia avevano piazzato una delle «cimici» servite per le intercettazioni ambientali. Sempre a Gabriele Esposito il portiere si rivolse per quattro massaggi in un centro benessere del Vomero: massaggi completi per sè e per tre amici arrivati dalla Spagna. Il rapporto con l’imprenditore condannato in primo grado, dunque, era davvero confidenziale. La Procura della Figc, infatti, gli contesta proprio di «avere intrattenuto e continuato ad intrattenere tutt’ora inopportunamente rapporti di frequentazione ed amicizia con Esposito Gabriele, pregiudicato, Esposito Francesco ed Esposito Giuseppe – proprietari di fatto dell’Agenzia di scommesse Eurobet in Napoli alla piazza Mercato, concretizzatisi in vacanze, scambio di cortesie (disponibilità d’uso di auto di grossa cilindrata di proprietà di Esposito Gabriele e agevolazioni all’accesso in zona riservata dello stadio San Paolo in occasione delle gare ufficiali). Accuse dalle quali Reina avrà modo di difendersi. Ma nel corso del suo incontro con i magistrati il calciatore ha parlato soprattutto della festa nel corso della quale si è accomiatato dai suoi tifosi napoletani: festa che si è svolta proprio al Club Partenopeo, il locale di Coroglio di proprietà degli imprenditori accusati di collusioni con i clan. Pepe Reina è apparso tranquillo e ha spiegato agli inquirenti (i pm Francesco De Falco, Enrica Parascandolo e Ida Teresi, ma era presente anche il procuratore, Giovanni Melillo) di non sapere che i suoi amici avessero frequentazioni criminali. Ha anche spiegato di aver pagato per la festa, sia pure un prezzo di favore: ha esibito infatti un bonifico di circa 5.000 euro fatto qualche giorno dopo l’evento. I pm potrebbero decidere di depositare il verbale di Reina al Tribunale del Riesame tra oggi e domani: per convincere i giudici a tenere in cella almeno Giuseppe e Gabriele Esposito potrebbero calare qualche nuovo asso, tra cui anche le dichiarazioni rese lunedì dal portiere milanista. È anche verosimile che i pm depositino documenti di tipo contabile per dimostrare ai giudici la consistenza del patrimonio degli Esposito, proprietari, tra l’altro di un’agenzia di scommesse sportive in piazza Mercato.
L’ordinanza
Annullata per Francesco, gli altri due imprenditori restano in carcere