Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Un colpo di cannone per il Molo San Vincenzo»
L’associazione Friends lancia una raccolta fondi per il recupero delle armi borboniche
NAPOLI «Un colpo di cannone per il Molo San Vincenzo», ovvero ricominciare dal restauro dei cannoni borbonici buttati sulla passeggiata in mare di due chilometri per (ri)aprire un bel ventaglio di possibilità per la città di Napoli, mettendo d’accordo Marina Militare e Autorità Portuale perché se ne avvii il recupero.
Il Porto è indietro: col piano di ammodernamento come con le banchine mai elettrificate tant’è che l’area, secondo Arpac, è responsabile del 70% per cento dell’inquinamento del capoluogo soprattutto per i fumi delle navi che fanno scalo coi motori accesi; altro capitolo è quello del Molo progettato da Domenico Fontana nel 1596 che ospitò poi le prime navi a vapore e da tempo in rovina, quei cannoni arrugginiti furono usati in ultimo come bitte. Così l’associazione Friends of Molo San Vincenzo e il Propeller Club invitano con la Community Psychology Lab dell’Unina oggi dalle 18 all’aperitivo organizzato per finanziare il restauro dei cannoni sulla terrazza della Stazione Marittima, iniziativa «dal forte valore simbolico per riaffermare l’urgenza di aprire il Molo al Porto ed alla Città».
I Friends sono nati nel 2015 «per restituire il Molo sia nella sua funzione portuale sia come spazio pubblico aperto alla comunità favorendo il dialogo tra le istituzioni coinvolte. Obiettivi: conservare le infrastrutture e architetture identitarie; promuovere processi di rigenerazione sostenibile del waterfront; favorire la partecipazione della comunità urbana ai processi di rigenerazione della fascia costiera sostenendone l’uso pubblico». Un progetto partito da Massimo Clemente e Eleonora Giovene di Girasole (Iriss Cnr) Alessandro Castagnaro (Aniai) Caterina Arcidiacono e Fortuna Procentese (Community Psychology Lab Unina) e Umberto Masucci (Propeller) che continua, tenacemente, ad insistere perché quel cancello sul Molo si apra.
Spiega Arcidiacono: «C’è l’esigenza di ingaggiare questa grande sfida del recupero della passeggiata a mare che per metà appartiene all’Autorità e per metà alla Marina e simbolicamente alla Città, questo lungo corridoio in acqua che si conclude col faro del 1930 e la statua del Santo Patrono resta uno spazio bellissimo seppure abbandonato. L’Autorità ha messo in sicurezza la parte terminale del Molo» e qui ci sono i cannoni borbonici piuttosto malandati, così «questa raccolta fondi servirà a recuperarne qualcuno e a far incontrare le istituzioni competenti: che il Molo ospiti un attracco per yacht o resti anche passeggiata in mare dove fare cinema estivo o yoga o farci giocare i bambini vale la pena tentare di aprirlo al pubblico». Anche un ottimista sindaco de Magistris parlò per il Molo di «un’area dedicata allo Sport, al tempo libero e alla cultura» nel 2012. Ma il passaggio è restato interdetto. L’evento perciò è sulle terrazze della Stazione Marittima che affacciano sul Molo.