Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Quando la gravidanza è di coppia
Una delle «funzioni» di un figlio è rinnovare le fantasie e le illusioni di lui e lei
Dalla nascita di un amore alla nascita di un bimbo esiste un percorso psicologico troppo spesso sottovalutato. La psicologa e psicoterapeuta Mariarosaria Menafro spiega che è la «possibilità di continuare a vedere realizzate nell’ altro le proprie aspettative a portare la coppia a scegliere di avere un bambino».
Una delle «funzioni» del figlio è proprio quella di mantenere e rinnovare le fantasie e le illusioni di coppia. Menafro, già socio fondatore e didatta dell’Istituto di terapia relazionale Napoli-Caserta, spiega che la coppia vive una complicità particolare, che spinge all’ incoraggiamento reciproco per vivere una nuova dimensione psichica, affettivamente densa, che apre alla fantasia e al desiderio. È in questo spazio psichico che avviene il primo concepimento, una sorta di luogo virtuale dove si condensano i miti di ciascuna famiglia di origine e le rispettive caratteristiche di funzionamento, dove il bambino che non è stato ancora realmente concepito già esiste con significati diversi secondo la prospettiva di ciascun sistema coinvolto.
«Per la coppia si alternano momenti fortemente empatici incentrati sul desiderio – chiarisce - ma anche angosce e paure di non riuscire a generare un figlio sano e felice. Il periodo dell’attesa, che si potrebbe definire “la gravidanza di coppia”, è estremamente complesso e variabile, produce cambiamenti sia soggettivi in ciascun partner che nel loro rapporto. È il risultato di componenti ormonali, biologiche, neurologiche e psicologiche che nella donna dovrebbero trovare il giusto equilibrio, preparandola a vivere le fa siche contraddistinguono i nove mesi. L’uomo – prosegue Menafro - sembra essere particolarmente condizionato dalla qualità della relazione di coppia, dove quanto maggiore sarà l’accordo interpersonale, tanto più egli si sentirà coin- volto nel processo generativo».
L’esperta spiega che il periodo della gravidanza può essere suddiviso per la donna in tre fasi: nel primo trimestre non è molto presente l’idea del bambino quanto una maggiore attenzione alla trasformazione del proprio cor- po, con le implicazioni connesse ai disturbi più ricorrenti. Nel secondo trimestre la percezione dei movimenti fetali attiva angosce, ma anche gratificazioni derivate dalla percezione del feto come «oggetto interno». Durante il terzo trimestre insorgono le angosce per il parto, l’ansia da separazione e timori ricorrenti per la salute del feto.
«Anche per l’uomo – dice la psicologa - possiamo individuare tre momenti diversificati. Il momento in cui apprende della gravidanza, l’annuncio, che può determinare reazioni coerenti con il desiderio, quindi anche shock se non era attesa. Una seconda fase nella quale, mentre la donna inizia ad accettare la gravidanza, l’uomo si distanzia nel timore di non essere pronto per la paternità.
Nell’ultima fase, la possibilità di assistere ai movimenti fetali, la visibile trasformazione del corpo della donna, lo predispongono maggiormente a elaborare l’idea di sé come padre e a sentirsi sintonico con la partner, immaginando in che modo può aiutarla durante il travaglio».