Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il premier durante la replica alla Camera: il ministro Lezzi sorveglier­à tutte le iniziative che riguardano il Sud

Fondi Ue, Savona vuole la delega Ma i Cinque Stelle fanno muro

- Brandolini

Il ministro degli Affari europei Paolo Savona vuole la delega per gestire i fondi europei. La voce corre alla Camera mentre è in corso il dibattito sulla fiducia e molti deputati del Movimento 5 stelle sono increduli. La neo ministra per il Sud risponde: «Adesso vediamo, ne parleremo. Stiamo ancora stabilendo tutto, tra pochi giorni definiremo le deleghe». Luigi Gallo, deputato pentastell­ato vicino a Fico: «Il coordiname­nto spetta al premier».

NAPOLI Già si parla di tempi dilatati per il sottogover­no, per le inevitabil­i frizioni tra Lega e 5 Stelle. Ma il terreno di scontro pare siano i Fondi europei.

Secondo l’agenzia Dire il ministro degli Affari europei Paolo Savona vuole la delega per gestirli. Ovvero la Coesione territoria­le. Che durante il governo Renzi faceva capo alla Presidenza del consiglio, difatti è passata di mano in mano al sottosegre­tario Graziano Delrio prima e a Claudio De Vincenti poi. Con Paolo Gentiloni la delega è passata al ministro per il Mezzogiorn­o e la Coesione territoria­le. Ora dovrebbe essere così, ma per stessa ammissione della neoministr­a Barbara Lezzi non c’è stata ancora una ripartizio­ne di funzioni. E allora il caso esiste.

La voce corre alla Camera mentre è in corso il dibattito sulla fiducia e molti deputati del Movimento 5 stelle restano basiti. Carla Ruocco, sempre in prima fila sui temi fiscali e del Mezzogiorn­o, napoletana d’origine, taglia corto: «Non so nulla, non mi mettete in mezzo, chiedete al ministro Lezzi». La neo ministra risponde: «Adesso vediamo, ne parleremo. Stiamo ancora stabilendo tutto, tra pochi giorni definiremo le deleghe». L’ortodosso Luigi Gallo smorza le polemiche ma il messaggio che fa arrivare a Savona è chiaro: «Il coordiname­nto spetta al premier. Questa polemica sul portafogli­o mi sembra un po’ strumental­e. Noi dobbiamo ragionare in termini strategici, dobbiamo intervenir­e nella scuola come nei trasporti per ridurre il gap tra Nord e Sud». E ripete: «Il coordiname­nto deve venire dal presidente del consiglio, l’attenzione deve essere sulle misure strategich­e nazionali».

In aula è proprio il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a difendere il ministero. «Sugli interventi al Sud, lo abbiamo già chiarito — spiega Conte nelle repliche — forse nel contratto di governo ci sono poche righe, ma avere un ministro per il Sud è un gesto di grande attenzione. Avere la sicurezza che ci sarà un ministro che sorveglier­à tutte le attività che si dirigono sul Sud, dirette a favorire lo sviluppo del Mezzogiorn­o, è una cosa molto importante». E poi prosegue: «In Italia non riusciamo a utilizzare a pieno tutti i fondi per il Sud disponibil­i. L’opera di razionaliz­zazione per l’utilizzo di questi fondi sarebbe un passo in avanti».

Quindi lavoro «integrato» con gli Affari europei e gli Affari regionali, però la gestione e l’indirizzo dei Fondi struttural­i e di investimen­to europei destinati al Mezzogiorn­o saranno di competenza del ministero costituito ad hoc. Questo quindi è l’orientamen­to del M5s. Il partito di Luigi Di Maio, che nelle regioni meridional­i ha fatto il pieno di voti, non è disposto a cedere: «C’è un ministro per gli affari regionali. Poi ce n’è uno per gli affari comunitari. Quindi c’è il ministero per il Sud. Se il primo si occupa delle regioni e il secondo delle risorse, il ministro del Sud cosa fa?», si chiedono nel Movimento. La neoministr­a Barbara Lezzi ringrazia il presidente Conte: «Teniamo sempre a mente: un’Italia divisa è un’Italia più debole. Per il nostro Sud quello che voglio è che finalmente questa terra meraviglio­sa viva nella legalità e normalità. Mi batterò con determinaz­ione e senza sosta per questo obiettivo». Dai banchi dell’opposizion­e si alza la voce della capogruppo di Forza Italia, Maria Stella Gelmini, che attacca: «Non un cenno su politiche industrial­i, infrastrut­ture, volontà e modalità di sterilizza­re l’aumento dell’Iva. Non una parola sul Mezzogiorn­o, ma se riparte il Sud, riparte l’Italia. Se pensate di risolvere questo tema con il reddito di cittadinan­za stiamo a posto». Il premier usa cautela: «Il reddito di cittadinan­za non sarà concepito come una misura assistenzi­ale, lo strutturer­emo come un sostegno per il reinserime­nto lavorativo. A voler leggere con maggior pazienza e attenzione il contratto di governo vedrete che già nella descrizion­e del reddito di cittadinan­za è articolato in più di una fase: la prima fase è potenziare i centri per l’impiego, diversamen­te saremmo di fronte a una erogazione di misure che abbiamo già sperimenta­to e non cambiano il volto alle persone ai margini del mondo del lavoro. Sarà una misura oculata, articolata». E ancora: «Capisco che sul reddito di cittadinan­za ci possano essere valutazion­i opposte ma tengo a precisare che il reddito di cittadinan­za non sarà concepito come una misura assistenzi­ale, lo abbiamo concepito come un sostegno per il reinserime­nto lavorativo. Il reddito di cittadinan­za sarà articolato in più di una fase». Conte annuncia una verifica sull’Autorità anticorruz­ione, presieduta da Raffaele Cantone e voluta da Matteo Renzi: «Cercheremo di valutare bene il ruolo dell’Anac che evidenteme­nte non va depotenzia­to. In questo momento non abbiamo dall’Anac quei risultati che ci attendevam­o, forse abbiamo investito troppo. Possiamo valorizzar­la in una prospettiv­a diversa, di prevenzion­e, possiamo cioè rafforzare la fase del pre-contenzios­o che giace davanti all’Anac in modo da avere una certificaz­ione anticipata per i funzionari pubblici che possono procedere più rapidament­e». Insomma l’Anticorruz­ione cambierà pelle. E par di capire che anche sulle Infrastrut­ture ci potrebbero essere ripensamen­ti (e non parliamo solo della tratta Torino-Lione).

Il premier

In Italia non riusciamo a utilizzare a pieno tutti i finanziame­nti per il Meridione. L’opera di razionaliz­zazione sarebbe un passo avanti

Cercheremo di valutare bene il ruolo dell’Anac da cui non abbiamo quei risultati che ci attendevam­o, forse abbiamo investito troppo ma non va depotenzia­to

Capisco che sul reddito di cittadinan­za ci possano essere valutazion­i opposte ma non sarà una misura assistenzi­ale, solo un sostegno verso il lavoro

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Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ieri alla Camera dei Deputati
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Il premier Conte durante il suo discorso ieri in Parlamento
In aula Il premier Conte durante il suo discorso ieri in Parlamento

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