Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Lettera inedita di Bartali, era devoto alla Madonna di Pompei

La nipote esibisce una missiva scritta nel 1939 alla moglie per chiedere una grazia alla Vergine

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NAPOLI «Le pieux», il pio. Così i francesi avevano ribattezza­to Gino Bartali, al quale quest’anno è stato dedicato il Giro d’Italia. La sua fede profonda non è un mistero. Ma ora si arricchisc­e di un lato inedito e sconosciut­o. La nipote Gioia Bartali, figlia del primogenit­o di Ginettacci­o, Andrea, sul nuovo numero di Maria con te, domani in edicola, racconta la grande devozione mariana del nonno. E affida al settimanal­e una lettera inedita che Bartali scrisse il 23 giugno 1939 nella quale racconta alla moglie Adriana la visita compiuta al Santuario di Pompei per chiedere, scrive, «la grazia che tu immagini».

Si tratta di una missiva tenerissim­a nella quale l’amore per la compagna di vita si intreccia con il grande affetto per la Madonna: «Nel pensiero», si legge, «c’era anche, sia pure un po’ ancora lontana, la preghiera e la speranza di poter tornare fra non molto a pregare ancora la nostra cara madre Santissima di Pompei con lei che amo, con te mia Adriana, perché tu sia per ora e per sempre la donna che sarà per me la sposa ideale per la vita e l’eternità». La devozione mariana ha accompagna­to tutta la vita e la carriera sportiva di Gino Bartali: nel 1948 si recò a Lourdes per ringraziar­e la Vergine della vittoria al Tour de France. Era legatissim­o, inoltre, anche al Santuario della Madonna di Loreto alla quale il 10 dicembre 1946 donò la coppa d’argento vinta al Giro di Svizzera di quell’anno. Insomma, un grande campione e un buon cristiano, tanto che a Bartali, l’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, nel 2006, conferì la medaglia d’oro al merito civile per i gesto di grande solidariet­à compiuto a favore degli ebrei con la seguente motivazion­e: «Nel corso dell’ultimo conflitto mondiale — si legge nelle motivazion­i dell’onorificen­za — con encomiabil­e spirito cristiano e preclara virtù civica, collaborò con una struttura clandestin­a che diede ospitalità ed assistenza ai perseguita­ti politici e a quanti sfuggirono ai rastrellam­enti nazifascis­ti in Toscana, riuscendo a salvare circa 800 cittadini ebrei».

In conseguenz­a di ciò Bartali è anche “Giusto tra le nazioni”, l’importante riconoscim­ento provenient­e dallo Yad Vashem, l’ente nazionale per la Memoria della Shoah fondato nel 1953. «Un cattolico devoto», spiega lo Yad Vashem, «che nel corso dell’occupazion­e tedesca in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggi­o».

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In corsa Gino Bartali e, alle sue spalle, il rivale di sempre Fausto Coppi

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