Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Bando rifiuti, arrestato il sindaco per peculato
NAPOLI Arresti eccellenti a Grumo Nevano nell’ambito di un’inchiesta sull’appalto per i rifiuti. Ai domiciliari sono finiti in quattro: l’attuale sindaco, Pietro Chiacchio, il suo predecessore, Vincenzo Brasiello, poi l’attuale comandante della polizia municipale nonché responsabile del servizio ecologia, Luigi Chiacchio, e un vigile urbano, Antonio Pascale: sono accusati di peculato, frode, abuso d’ufficio, utilizzo di emissione di fatture per operazioni inesistenti, assenteismo. Altre due persone — il precedente comandante e l’amministratore della società che si è aggiudicata l’appalto — hanno l’obbligo di firma. Gli indagati, inclusi quelli a piede libero, sono in tutto 14. Al centro dell’inchiesta del pm Stefania Faiella c’è l’affidamento e la gestione del servizio di raccolta rifiuti. Le misure cautelari disposte dal gip Fabrizio Finamore sono state notificate agli indagati dai finanzieri del gruppo di Giugliano, coordinati dal colonnello Antonio Vernillo.
Il sindaco Chiacchio, al pari del vigile urbano Pascale, erano già finiti ai domiciliari ad ottobre scorso, insieme ad un assistente della polizia penitenziaria per il quale fu disposto il carcere; i reati ipotizzati in quella circostanza erano corruzione, falso e favoreggiamento personale. Nell’ambito delle indagini, che hanno portato alle nuove ordinanze, si scoprì infatti nell’automobile del vigile urbano un appunto in cui erano riportati dati coperti da segreto investigativo riguardanti proprio il procedimento penale sugli appalti nonché il nome del magistrato assegnatario dell’inchiesta; la talpa, si scoprì, era l’assistente di polizia penitenziaria. Pascale, per la Procura, aveva un ruolo rilevante nella gestione amministrativa del Comune di Grumo Nevano. Gli illeciti contestati agli indagati sono molteplici: c’è una turbativa d’asta relativa alla gara d’appalto per l’affidamento dei servizi di igiene urbana e gestione integrata di rifiuti per il periodo 20132018; c’è una frode nelle pubbliche forniture relativamente al contratto di affidamento dei servizi di igiene urbana; c’è il peculato derivante dalle maggiori somme corrisposte per il periodo 2012-2013 dal Comune alla società affidataria del servizio, con conseguente danno erariale di 130mila euro, avendo l’impresa trasportato e conferito i rifiuti organici ad Acerra e fatturato invece un importo maggiore previsto per il conferimento fuori dal territorio regionale. Nella misura cautelare il gip parla di «allarmante personalità» degli indagati, che hanno avuto una «gravissima condotta».
Quattordici indagati
Ai domiciliari anche l’ex primo cittadino e il comandante dei vigili In azione la Finanza