Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Leggi più severe contro i «caporali»
Caro direttore, ha fatto bene, molto bene, il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico a visitare il «ghetto» di San Ferdinando in Calabria.
” La richiesta Serve una legge severa contro il fenomeno, venerdì lo ribadiremo al presidente Fico
Constatando la situazione davvero vergognosa ed inaccettabile che si vive oggi in molti distretti agricoli del nostro paese, ed in particolare nelle regioni del Mezzogiorno. Sono anni che il sindacato, la Cisl in particolare, denuncia la condizione scandalosa ed inaccettabile di sfruttamento e di degrado in cui sono costretti a vivere migliaia di lavoratori immigrati. Abbiamo fatto decine di manifestazioni, scioperi, iniziative pubbliche di denuncia e di sensibilizzazione sul tema questi temi, non solo a Rosarno, ma in tutte le regioni del Sud. Ci siamo battuti con grande determinazione per ottenere una legge severa contro il caporalato. Ma tutto questo non basta. Lo ribadiremo nell’incontro che avremo questo venerdì a Roma con lo stesso presidente della Camera, Fico per illustrargli anche le nostre proposte sul fisco e sulla tutela della famiglie e delle fasce più deboli. Ci sono almeno 300 mila lavoratori potenziali vittime di caporalato in Italia, centomila dei quali vivono in condizioni disumane, in baracche senza acqua, servizi igienici, con una paga di 20 euro per una giornata intera di lavoro a raccogliere arance e pomodori. La morte del sindacalista maliano Soumalia Sacko, ucciso in Calabria nel ghetto di San Ferdinando, è stato un atto terribile, un delitto che non può essere liquidato come una vicenda di microcriminalità, come ha sottolineato anche il Presidente della Camera.
Alla base c’è la disperazione, un sistema di illegalità diffusa, di emarginazione sociale, di mancato rispetto delle leggi e dei contratti nel silenzio delle istituzioni locali, dell’apparato produttivo e financo delle multinazionali dell’industria agroalimentare che fingono di non vedere. Hanno ragione la Caritas e le altre associazioni a chiedersi: i datori di lavoro sono consapevoli oggi di commettere un abuso sottopagando un migrante? Il nuovo Governo Conte, le regioni, gli enti locali, le parti sociali che cosa sono disposti a fare per combattere davvero il caporalato e garantire un alloggio civile a chi oggi vive in condizioni disumane, dalla Sicilia al Piemonte? La politica discute e si divide se è giusto o meno fermare o limitare gli sbarchi, nel silenzio dell’Europa e degli organismi internazionali. Ma nello stesso tempo c’è chi fa profitti sulla pelle di queste persone, usandole come schiavi. Questa è oggi la realtà.. Lo diciamo al Presidente del Consiglio Conte: il cambiamento vero parte da qui. La dignità di questi lavoratori è la nostra dignità. Se non lo facciamo, il vuoto che lasciamo noi lo riempiono le organizzazioni criminali, con il loro vergognoso ricatto sociale ed economico. Ecco perché occorre una mobilitazione sociale e civile. Il 15 giugno i sindacati di categoria dei lavoratori del settore agroalimentare hanno proclamato uno sciopero in tutta Italia per ribadire questi concetti. E noi saremo al loro fianco in questa battaglia. Ci siamo battuti per una giusta legge contro il caporalato ma è evidente che non solo non è stata attuata fino in fondo, ma non è sufficiente. Ci rifiutiamo di pensare che una parte della nostra agricoltura si salvi dalla crisi grazie ai braccianti senza diritti e senza le giuste tutele.
E questo vale per tutti i lavoratori. A cominciare dai «riders», i fattorini su due ruote della gig economy, per i quali dobbiamo puntare ad un accordo quadro nazionale che dia anche a questi lavoratori le giuste tutele salariali, previdenziali, infortunistiche. Basta con queste nuove schiavitù. In Italia ci sono tante imprese che rispettano regole e contratti e rappresentano le eccellenze del Made in Italy in tutto il mondo. A queste imprese dobbiamo saper guardare per costruire un modello di relazioni dove non ci sia spazio per lo sfruttamento, l’illegalità e la speculazione delle organizzazioni criminali ma solamente per la dignità di lavoratrici e lavoratori, per un mercato del lavoro partecipato, per una reale inclusione sociale.
Segretaria Generale Cisl