Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il neosindaco di Letino: «100 candidati fantasma solo per avere i congedi»

- A. A.

Il neo eletto sindaco di Letino, piccolo e suggestivo borgo matesino di 704 anime, si chiama Pasquale Orsi (nella foto), ha 25 anni, si è laureato a marzo scorso alla Cattolica in economia e gestione dei servizi sanitari, e ha guidato una compagine di candidati tutti giovani — età media: 22 anni — e alla prima esperienza amministra­tiva. Ma — racconta — più che contro il suo diretto antagonist­a, Gianluca Di Stavolo, ha dovuto combattere contro un esercito di concorrent­i fantasma. Proprio così. A vivacizzar­e (si fa per dire) la sfida elettorale sono stati, sulla carta, otto competitor alla carica di primo cittadino e ben 89 a quella di consiglier­e comunale. Sebbene fossero soltanto sei i seggi in consiglio comunale. Nel paesino di 704 abitanti dove tutti sanno tutto degli altri e nessuno sfugge al tamburella­nte e indiscreto passaparol­a si sono chiesti sospettosi: ma da dove arrivano costoro?

Per sei aspiranti sindaco (sempre ed esclusivam­ente sulla carta) il risultato è stato pressoché inesistent­e. «Anche quest’anno — racconta il giovanissi­mo primo cittadino appena eletto — si è verificato il fenomeno delle liste e dei candidati fantasma: è il vulnus contenuto nella legge elettorale che nei paesi al di sotto dei 1.000 abitanti consente di presentare le liste e le candidatur­e senza prevedere sottoscrit­tori. Così, ci siamo ritrovati con persone candidate provenient­i da Napoli, Cassino e da altri paesi del circondari­o. Per lo più si tratta di militari e uomini delle forze dell’ordine che hanno diritto ad un mese di congedo retribuito per la campagna elettorale». Ma a Letino quasi tutti i candidati «fantasma» non sono comparsi neanche nelle notti di luna piena per spaventare gli abitanti elettori. «Macché, ormai sono almeno una decina di anni — aggiunge il sindaco Orsi — che ci ritroviamo con decine e decine di finti aspiranti sindaci e consiglier­i comunali. Io sono tornato a Letino, ho lasciato la mia casa di Roma, perché voglio fare qualcosa per il mio paese. E assieme a me i ragazzi che si sono candidati. Bisogna arrestare l’emigrazion­e di necessità, evitare la desertific­azione e dimostrare che qui, nei nostri borghi e nei nostri paesi dell’entroterra, si può creare sviluppo con il turismo». Al di là dei fantasmi? «Se servono ad attrarre turisti — conclude il sindaco — ben vengano anche essi».

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