Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Dov’era Sbrescia, c’è il No.Ro
Piatti creativi con ingredienti di qualità: eccellenti le linguine con ventresca di tonno
La memoria e, soprattutto, l’archivio della redazione mi confortano: non toccò a me, nella primavera di quattro anni fa, scrivere della chiusura di Sbrescia, un capitolo triste della storia non solo della ristorazione ma del costume partenopeo degli ultimi decenni. Negli anni della Napoli da bere (gli anni Ottanta, fantastici se non altro perché per la mia generazione sono coincisi con la fine dell’adolescenza e l’inizio della scoperta del mondo) il panoramicissimo locale alla Rampe Sant’Antonio ha rappresentato un luogo di sogno. Sono contento oggi di poter scrivere della sua riapertura. Nuovi la proprietà, la famiglia Pisco, e il nome «No.Ro», che non rappresenta un richiamo al Sol Levante, bensì è l’acronimo di nonna Rosaria, dalla quale Antonio, il giovane patron, ha acquisito la passione per la cucina. Pur ricordando l’antico locale, apprezzerete l’accurata opera di ristrutturazione. Sulla terrazza esterna a picco su Napoli, potete accomodarvi per un aperitivo di qualità a base di frutti di mare (in senso lato, comprensivo cioè anche dei crostacei), bollicine italiane e francesi e cocktail. Nelle sale interne prevalgono i colori scuri che rendono soffusa l’atmosfera. Rapida carrellata delle tappe della cena. S’inizia con un gustoso gamberetto crudo con guacamole e si prosegue in crescendo con tartare di ricciola (1) con delicatissima, vellutata, salsa all’acqua pazza e i Tre tonni (tataki, polpetta e hamburger nel panino al nero di seppia). Il top si raggiunge con le linguine Leonessa all’aglio nero con dadolata di ventresca di tonno (2 slurp!). Buoni gli gnocchi ripieni allo scarpariello, solo cotti e mantecati in house visto che la pasta fresca è prodotta dal succitato pastificio di Cercola. Di grande qualità il baccalà , asciutta e croccante la frittura di pesce (3 super le ostriche in pastella). Corretti i dolci con buona crema pasticciera. Buon viaggio, ragazzi.