Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«No a una legge speciale per Napoli»
Luigi Di Maio: ma è la terza città d’Italia e va aiutata. Interverremo sul trasporto pubblico
Luigi Di Maio incontra oggi il sindaco di Napoli, de Magistris. «Il Governo risponde alla richiesta del primo cittadino della terza città d’Italia. Napoli ha tanti diritti negati, ma non faremo una legge speciale».
Ministro Di Maio, lei nei giorni scorsi ha telefonato al sindaco di Napoli Luigi de Magistris per aprire una linea di dialogo. È un atto di distensione istituzionale o l’occasione per aprire anche una interlocuzione politica ?
«Se il sindaco della terza città d’Italia chiede aiuto al Governo è doveroso ascoltarlo e aprire con lui un’interlocuzione istituzionale. Il piano politico è cosa diversa. Oggi pomeriggio è previsto un incontro al Mise proprio con il sindaco per ascoltare le sue richieste, che poi valuteremo».
De Magistris chiede una legge speciale per Napoli e la cancellazione dei debiti pregressi del Comune. Quali strade risolutive ritiene che possano essere percorse?
«Non possiamo certo fare una legge per il solo Comune di Napoli. Gli enti locali sono tutti in difficoltà, chi in modo maggiore come Napoli e chi in modo minore. Immagino un intervento che dia la possibilità ai Comuni di poter assicurare i servizi essenziali ai cittadini. A Napoli ci sono troppi diritti negati: sia per il trasporto pubblico che per i servizi all’infanzia. È doveroso agire su questi ambiti».
L’attenzione per il Mezzogiorno da parte del governo Lega-M5s per ora è limitata alla istituzione del Ministero per il Sud. Quali sono gli obiettivi che perseguite per rilanciare le aree meridionali: dal Tap alla Ilva di Taranto, dal piano per il Lavoro di De Luca alla spesa dei fondi europei, come giudica ognuno di questi capitoli?
«Sull’Ilva i commissari si sono avvalsi della possibilità di proroga al 15 settembre senza oneri per lo Stato. Al ministero i miei tecnici stanno studiando il piano industriale di circa 23 mila pagine e sono consapevole dell’importanza della scelta che dovremo prendere. Voglio dire ai cittadini di Taranto e ai dipendenti dell’Ilva che faremo di tutto per realizzare un percorso costruttivo, in grado di coniugare la questione ambientale, quella sociale e l’aspetto occupazionale. I tarantini hanno il diritto di tornare a respirare. Noi il dovere di prendere ogni decisione con la massima responsabilità».
Il Piano lavoro di De Luca prevede l’assunzione negli enti pubblici campani, per i prossimi tre anni, di circa 10 mila giovani diplomati e laureati, attraverso un corso-concorso e un sostegno finanziario per il salario di ingresso. Ritiene che sia, quella di De Luca, una proposta adeguata per aggiornare la Pubblica amministrazione e consentire un minimo di turn over?
«Non ho approfondito il Piano lavoro della Campania, ma da una fugace lettura noto che è incentrato sul pubblico impiego e non sulla creazione di possibilità di crescita per aziende e territorio. Noi dobbiamo far ripartire il lavoro e lo sviluppo, se servono assunzioni nel pubblico impiego si possono fare i concorsi. Sui fondi europei noi vogliamo che siano spesi bene e che portino soprattutto sviluppo e lavoro».
E sul Tap in Puglia?
«Sul Tap valuteremo ogni cosa in termini di costi-benefici, così come previsto dal Contratto di governo».
Ritiene che una Cassa per il Mezzogiorno, ma rimodellata con una formula riveduta e corretta e con una moderna capacità strategica di investimento, possa essere riproposta per accelerare gli interventi pubblici e non perdere i fondi Ue?
«Lo abbiamo detto in campagna elettorale: vogliamo utilizzare la Cassa depositi e prestiti, Invitalia e le altre aziende di Stato per creare sviluppo e occupazione, il che non vuole dire grandi opere, ma semplicemente spendere bene i fondi europei. Vogliamo creare una banca pubblica per gli investimenti per permettere a tutti i giovani imprenditori di disporre degli strumenti adeguati per finanziare le loro idee innovative e contribuire allo sviluppo del Paese. Non c’è bisogno di una nuova Cassa per il Mezzogiorno. L’Europa ci ha chiesto tanti sacrifici, non dobbiamo sprecare le risorse che ci trasferisce per il territorio: le Regioni devono spendere bene i fondi e indirizzarli verso lo sviluppo».
Il reddito di cittadinanza, se sarà varato in tempi brevi e saranno trovate le necessarie coperture finanziarie, rappresenta un aiuto alla dilagante povertà che si registra nelle famiglie meridionali. Ma non sarebbe meglio puntare sulla rinascita produttiva del Mezzogiorno, al di là delle misure di defiscalizzazione che da sole non possono, di certo, imprimere la marcia auspicata?
«Il reddito di cittadinanza è la misura che consente al Governo di ridisegnare lo sviluppo
Non è immaginabile che al Sud, dove una persona su dieci è sotto la soglia di povertà, non si faccia subito qualcosa. Al più presto il reddito di cittadinanza La revoca dei licenziamenti alla Simav di Pomigliano è un piccolo grande risultato soprattutto per i lavoratori che da molti giorni protestavano sui tetti
del paese, soprattutto nel deserto industriale del Sud, preservando la pace sociale. Gli investimenti e i piani di sviluppo non si realizzano dall’oggi al domani. Non è immaginabile che al Sud, dove una persona su dieci è sotto la soglia di povertà, non si intervenga subito. Dobbiamo rafforzare i Centri per l’impiego e realizzare al più presto il reddito di cittadinanza, dobbiamo ridare dignità ai cittadini italiani. Inoltre, interverremo su ricerca e sviluppo, start up, turismo e beni culturali: il vero patrimonio del Mezzogiorno. Da qui ripartirà la rinascita del Sud».
Lei dice che l’industria del turismo sarà la chiave di volta dello sviluppo al Sud. Ma tra criminalità, burocrazia e costo del lavoro ogni aspettativa in questo senso rischia di naufragare. Come pensa di rendere conveniente investire nel Meridione?
«Se assicuriamo servizi e sicurezza, il Mezzogiorno con le sue peculiarità sarà il faro del turismo nel Mediterraneo. È logico che gli investimenti funzionano se chi viene a investire ha la certezza di trovare servizi funzionanti e sicurezza, opereremo anche su questo versante. Il Governo ha ben chiaro quali sono i bisogni e le attese dei cittadini. Punteremo sulla digitalizzazione del settore turistico come fine da perseguire, data la domanda crescente e l’offerta ancora scarsa che pone il Sud, ma più in generale l’Italia intera, in una posizione di svantaggio rispetto agli altri Paesi».
Ieri al Mise avete ottenuto la revoca dei licenziamenti dei lavoratori della Simav di Pomigliano: è il primo risultato che ottiene da ministro per il suo territorio?
«È un piccolo grande risultato soprattutto per i lavoratori che da giorni protestavano sui tetti. Ieri prima del tavolo di crisi aperto al ministero del Lavoro, al quale avevo deciso di partecipare, l’azienda ha comunicato il ritiro della procedura di licenziamento del personale. È un segnale importante, i tavoli di crisi sono materia complessa, ma con il lavoro e la giusta attenzione si riescono a salvare posti di lavoro e si riporta serenità nelle famiglie».
Il M5S ha conquistato il comune di Avellino alle ultime elezioni. Ma non avete la maggioranza in consiglio. Non teme che ostinarsi a non stringere alleanze prima del voto vi costringa ogni volta a ridimensionare le vostre potenzialità di governo? E se comunque per governare è necessario stringere intese, non è meglio farlo in anticipo ?
«Avellino è una medaglia al petto, la Terza repubblica che sconfigge la prima. Su Avellino si erano schierati contro di noi i potentati di De Mita e Mancino, che volevano continuare a gestire il Comune come un loro feudo. Il sindaco eletto Vincenzo Ciampi ha cambiato il corso delle cose e sono certo che sarà capace di formare una giunta forte, coesa e preparata che risolva i problemi della città. Non credo che in consiglio comunale chi ha perso possa arrogarsi il diritto di sovvertire la volontà popolare espressa con il turno di ballottaggio. Noi non abbiamo mai fatto alleanze elettorali e questo ci ha consentito di crescere e restare fedele ai nostri ideali. Continueremo su questa linea: ai ballottaggi le lenzuolate di liste vengono spazzate via dal voto libero dei cittadini. Davide continuerà a vincere contro Golia».