Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Il Gay Pride può sfilare a Pompei L’ha già fatto alle porte del Vaticano»
Don Gennaro Matino: «Ma attenti a non strumentalizzare la Chiesa» La comunità Lgbt sabato in corteo davanti al Santuario mariano
NAPOLI Parole misurate, ponderate, distensive. Dietro le quali, in sottofondo, resta la fermezza del magistero della Chiesa cattolica sulla famiglia. Don Gennaro Matino, teologo e storico parroco di via Tasso a Napoli non si è mai sottratto al dialogo anche su questioni spinose che dividono l’opinione pubblica. Anche se, come in questo caso, cioè sull’opportunità di far sfilare il corteo del (Gay) Pride davanti alla Basilica della Beata Vergine di Pompei sabato, osserva che «non sarebbe opportuno soffermarsi più di tanto, inutile dare tanto peso».
Perché don Gennaro? «Sinceramente ritengo che più se ne parla, più si corre il rischio di dare spazio a polemiche inutili. Ormai non ci troviamo di fronte a una novità. Il Gray Pride è arrivato anche alle porte del Vaticano, a Roma, la città sacra. Vogliamo stracciarci le vesti ora che si svolgerà a Pompei?».
Rassegnati a subirlo dunque? si fa tanto clamore per una manifestazione che durerà poche ore».
Nessuna restrizione dunque?
«Fateli manifestare dove vogliono, a patto...».
A patto?
«Che non cadano nella volgarità, nell’offesa di sensibilità diverse e, soprattutto, che non raccolgano provocazioni».
Forse è per questo che l’Arcidiocesi locale ha mantenuto finora un prudente riserbo sulla faccenda?
«Le ho già detto che la chiesa pur non accettando certe situazioni, debba preferire il silenzio. Se se ne parla troppo si rischia di innescare il detonatore».
Alcuni esponenti della Lega, tra i quali i deputati Gianluca Cantalamessa e il suo collega perugino Simone Pillon, animatore dei Family Day, pur non negando il diritto alla manifestazione, hanno definito il passaggio nella piazza della Basilica una chiara provocazione. Lei cosa pensa a proposito?
«Io personalmente avrei evitato. Avrei scelto un percorso alternativo. Ma gli organizzatori non hanno voluto. A questo punto, va bene così».
Perché non cambiare strada?
«Altrimenti non ci sarebbero state ricadute significative in termini di presenze. L’unico modo di fare una provocazione per richiamare quanta più gente possibile era passare per la piazza. Non mi scandalizzo più di tanto. Così come non mi scandalizzerò quando pochi giorni dopo Napoli ospiterà il Gay Pride mediterraneo».
Le polemiche più forti, che alimentano la preoccupazione per l’ordine pubblico, sono arrivate negli scorsi mesi da alcune formazione di estrema destra che si sono scagliate contro il Gay pride affermando di voler difendere i valori della cristianità.
«Per quanto mi riguarda, sono gli ultimi a potersi ergere a paladini della cristianità. La cristianità si può difendere esclusivamente schierandosi dalla parte degli ultimi. Non mi pare che questa destra abbia a cuore la sorte degli ultimi. Capisco che cercare di abbracciare certe cause può portare voti, ma la Chiesa non può permettere strumentalizzazioni».