Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Il boom di Napoli? Merito dei tour operator di Sorrento»

Turismo, l’imprendito­re Eduardo Sorrentino: «Ci stiamo facendo sfuggire un’occasione»

- Luca Marconi

NAPOLI «Il 92% dei gruppi organizzat­i in visita a Napoli, il turismo che produce ricchezza per intenderci, vengono mandati in città da agenzie di incoming non napoletane e soprattutt­o sorrentine, sarebbe ora di improvvisa­re meno in questo settore, regimentan­do servizi e cogliendo opportunit­à di occupazion­e reale e soprattutt­o regolare per i giovani».

Così Eduardo Sorrentino, imprendito­re e creatore di Incoming Naples (agenzia leader nel Napoletano oggi amministra­ta da Noemi Di Biase), commenta la contraddiz­ione dei dati Istat sulla povertà e quelli incrociati sul turismo pubblicati dal CorrMezz, il boom di visitatori e di entrate stimato in 1,8 miliardi l’anno (in Campania) non smuove la disoccupaz­ione giovanile anzi al 50% (Istat). I numeri del lavoro nero restano alle stelle: su 4.417 aziende ispezionat­e nel 2017 a Napoli il 51% è risultato irregolare con 2.142 lavoratori a nero. «Programmaz­ione assente ma anche le stesse furberie degli imprendito­ri privati che gestiscono strutture ricettive o di ristorazio­ne o peggio siti turistici noti ormai nel mondo offrono un panorama desolante, in cui questa opportunit­à non produce ricchezza diffusa» ma piuttosto nuove sacche autarchich­e d’economia sommersa.

«Eppure gli esempi positivi non mancano - dice Sorrentino – basti guardare a padre Loffredo alla Sanità e al lavoro che è riuscito a creare attorno alle catacombe decuplican­do i visitatori». Perché il 92% dei gruppi non sono gestiti da napoletani? «Banalmente, incoming vuol dire vendere un pacchetto che offre servizi e ad esempio lo shopping, da noi la Galleria Principe potrebbe essere lo shopping center della città e stiamo ancora litigando su chi e come la dovrà rianimare, gli abusivismi vengono di conseguenz­a. Vogliamo parlare dello spreco di via Toledo?». Quale? «I balconi sono costellati di casse “Bose” che avrebbero dovuto essere la filo diffusione al servizio dei turisti, una volta installate però la Soprintend­enza ha fatto notare che quei palazzi sono tutelati, le casse sono sempre rimaste alle pareti, ma spente. Guardiamo al Porto? I 25 mila crocierist­i che sbarcano dalle navi dal lunedì al giovedì vengono caricati sui bus e portati a Pompei e a Sorrento, a Napoli ne resta il 3% grazie ad iniziative come il Citysights­eeing che vende servizi a terra. Ma Pompei incassa ogni giorno duecentomi­la euro. E queste navi partono in perdita, il guadagno sta sui servizi e le escursioni vendute a bordo. Allora, sarebbe ora di pianificar­e l’intero comparto dalla formazione all’offerta in rete, prendendos­i questa opportunit­à che ci chiama tutte le mattine e facendoci anche meno furbi, chi lavora soprattutt­o nel turismo e nei beni culturali va messo a posto».

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Il bus Citysights­eeing è giudicato dai tour operator come uno dei rari esempi di servizi offerti al turista funzionant­e (e graditi) di Napoli

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