Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Polizze al Monaldi, l’Anac attiva la Corte dei Conti
Cantone: appena 500 euro di differenza tra premio e copertura. La replica: solo un errore di scrittura
NAPOLI Le assicurazioni stipulate dall’azienda ospedaliera Monaldi-Cotugno per coprire danni a terzi od infortuni dei dipendenti finiscono nel mirino di Raffaele Cantone. Due i casi in discussione. Il primo riguarda l’appalto aggiudicato nel 2014 ad Am Trust Europe Limited. Anac stigmatizza la circostanza che «la difesa legale relativa ai contenziosi sorti nelle controversie assicurative sia stata attribuita a legali scelti da impresa non contraente del contratto iniziale». In particolare da Am Trust Claims Managment srl. Rileva Cantone: «In nessuno degli atti presentati dalla stazione appaltante risulta individuato l’istituto giuridico o titolo attraverso il quale detta società era chiamata ad operare all’interno di un contratto non sottoscritto dalla stessa». Censurabile, decreta l’Anac, anche la scelta del Monaldi di delegare all’impresa assicuratrice l’individuazione dei legali che l’avrebbero patrocinata. L’azienda ospedaliera ha, infatti, un’ avvocatura interna il cui ruolo – sottolinea Cantone – «è proprio quello della difesa dell’ente». Il secondo caso risale al 2015 e riguarda un appalto per complessivi 11.826.000 euro. Il lotto 1 relativo a responsabilità civile contro terzi e per infortuni dei dipendenti – valeva da solo 11 milioni - è stato aggiudicato di nuovo alla Am Trust Europe Limi- ted ed anche questa volta la scelta degli avvocati per il patrocinio in giudizio dell’ospedale è stata effettuata da AmTrust Claims managment. Il lotto 2, «Tutela legale», è andato all’impresa Roland. Ebbene, il valore annuale del premio indicato nella deliberazione di aggiudicazione definitiva, pari a 249.500 euro, appare a Cantone assolutamente anomalo. «Corrisponde circa – rileva - al massimale di copertura stabilito in polizza pari a 250.000 euro. Ne consegue che potrebbe verificarsi l’ipotesi che le spese legali pagate dall’impresa assicuratrice siano di molto inferiori a quanto versato dalla stazione appaltante a titolo di premio o, paradossalmente, che una volta raggiunto un importo di risarcimenti pari a 250.000 euro, appena 500 in più rispetto al premio di polizza di 249.500 euro, eventuali ulteriori risarcimenti resterebbero a carico dell’Azienda». Nel capitolato di appalto si legge, infatti, che la compagnia assume a proprio carico, sino al massimale previsto in polizza, i costi necessari per la tutela giudiziale e stragiudiziale dei diritti dell’assicurato. Il massimale è indicato, nello stesso capitolato, in 50.000 euro per sinistro e 250.000 euro per anno. La replica del Monaldi a questa specifica contestazione è stata che laddove si legge 250.000 euro di polizza massima bisogna intendere 750.000 euro. Nel contratto sarebbe stato commesso un errore materiale di trascrizione. L’argomentazione non ha convinto l’ Anac. L’intero fascicolo è stato perciò trasmesso alla Corte dei Conti.
Incarichi legali
È un altro punto contestato: la scelta degli avvocati è stata delegata all’impresa assicuratrice