Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il video-cartoon azzurro
È una città in difficoltà, ma è abituata ad adattarsi, a combattere. Insomma, può farcela. È ammalata più o meno gravemente, ma non è in prognosi riservata. Perché quindi, e mi riferisco al video-cartoon di presentazione delle nuove magliette del Napoli, ambientare le avventure dei nostri eroi, abilmente «manghizzati», in un contesto di desolazione totale,post-atomica,in un golfo dove non c’è azzurro,e l’unica presenza é una nave in affondamento,di schettiniana memoria?
Perché mostrare strade deserte (magari, chi di noi non le desidera...), palazzi fatiscenti (bé, qualcuno c’è .... ) ? Che senso ha inserire una ferocissima pantera, presente a Napoli solo nel vecchio zoo di Fuorigrotta? Perché far apparire che l’unica cosa funzionante in una città «morta», sia la squadra di calcio (chi non lo ha pensato almeno una volta .... )? Questi interrogativi farebbero pensare a qualcosa di sbagliato, a un flop; preludere a un giudizio estremamente negativo.
E invece probabilmente è un buon prodotto, ovviamente visto da prospettive diverse. Ho cominciato dal passato, dal tanto vituperato «pizza... ecc», ma chi fa marketing, chi studia comunicazione, parte dal futuro. Le tre parole nuove sono «Amazon, marketing e globalizzazione». Meno poetiche, ma estremamente attuali.
Amazon, l’e-commerce più grande al mondo, milioni di oggetti acquistabili on-line, a prezzi vantaggiosi, e consegnati a casa in poche ore, in tutto il mondo. Bezos è ricchissimo, fattura qualche centinaio di miliardi di euro, con utili da manovra finanziaria. E il Napoli, seguendo l’incontestabile fiuto per gli affari del suo presidente, ha raggiunto un accordo per la vendita on-line dei gadget della squadra.
Il bacino di utenza é il mondo, il target non sono io, ma miliardi di possibili compratori in tutti i continenti. I dati demografici dicono che nel 2050, quindi a brevissimo per le pianificazioni commerciali, oltre il 70% della popolazione mondiale sarà afro-asiatica; bisognerà produrre tenendo conto di ciò,ci si rivolge ad altre etnie con linguaggi naturalmente appropiati.
Se analizziamo il video, noteremo che i tratti somatici del capitano e dei suoi compagni, sono orientaleggianti. La pantera è un simbolo di aggressività,di provenienza afro-asiatica. E i nostri eroi non giocano a pallone, che non è nemmeno presente, ma combattono.
Oggi il calcio è così, più contrasti, più combattimento, più forza, meno tecnica. Anche Hamsik, fuoriclasse assoluto e ragazzo educatissimo, viene trasformato in un duro combattente. In sintesi, complimenti agli autori del video, hanno fatto un ottimo lavoro, prova ne è che a me non piace: io credo ancora che ‘na fint’ e’ Maradona squaglia o’sang dint’e’vene e alla pantera preferisco il ciucciariello.
Ma forse oggi a Napoli ci sono più pantere che ciucciarielli...