Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Napoli-Milan Partita del cuore tra mille intrecci
Il big-match della seconda giornata di campionato in una girandola di ricordi incrociati e sentimenti Torna Higuain, per la prima volta in maglia rossonera Nella compagine rivale c’è anche l’ex azzurro Reina
Lo sport e soprattutto il calcio è ricco di storie, incroci, rappresenta un tourbillon di sentimenti che mescola spaccati di vita nel caloroso vortice della passione dei tifosi. Poche partite hanno, però, il fascino di Napoli-Milan, il big-match della seconda giornata di campionato. Si parte da Gonzalo Higuain, il bomber rossonero, che al Napoli ha scritto la storia, battendo il record di Nordahl dei 36 gol in campionato ed essendo protagonista del primo sogno scudetto sfumato nell’era Sarri, quello del gol di Zaza allo Juventus Stadium.
L’ultimo Gonzalo è, però, una bestia nera, con la maglia della Juventus al Napoli tra campionato e Coppa Italia ha segnato cinque gol in sei partite, di cui tre al San Paolo e due allo Stadium. Sabato sera per la prima volta Higuain giocherà a Fuorigrotta da avversario, non con la maglia della Juventus ma con quella del Milan, la rivale per eccellenza dei magnifici anni Ottanta. Napoli-Milan a quei tempi era la sfida tra Maradona e gli olandesi, tra il genio del Pibe de Oro e l’organizzazione tattica della squadra di Sacchi, furono tante le gioie ma anche le delusioni. È scolpita nella memoria dei napoletani una data in tal senso: 1° maggio 1988, quando il Milan vinse 3-2 al San Paolo e si spianò la strada verso la vittoria dello scudetto in rimonta proprio sul Napoli. Tra i protagonisti del centrocampo rossonero c’è Carlo Ancelotti, il numero 8 di quel Milan in un calcio ancora romantico, in cui i numeri andavano dall’uno all’undici.
Il 1 maggio 1988 è l’intreccio più lontano, scavato nell’album dei ricordi ma ci sono legami più recenti tra le due squadre ricche di ex: Ancelotti e Verdi da una parte, Reina, Higuain, Strinic dall’altra. Ancelotti è il protagonista assoluto del match, con il Milan ha vissuto tredici stagioni, cinque da calciatore, vincendo due scudetti, una Supercoppa Italiana, due Coppe dei Campioni, Supercoppe Europee e Coppe Intercontinentali, e otto da allenatore, in cui ha portato a casa altri otto trofei, con la Champions League vinta nel 2003 e nel 2007.
Ancelotti è rientrato in Italia nove anni dopo, la sua ultima gara fu Fiorentina-Milan 0-2 del 31 maggio 2009, una data che è nella storia del calcio italiano per l’addio al calcio giocato di Paolo Maldini. Al San Paolo Ancelotti lo riabbraccerà in una nuova veste, lo storico campione rossonero è uno dei volti di spicco del nuovo Milan targato Elliott, ricoprendo il ruolo di direttore dello sviluppo strategico dell’area sport. A Firenze in campo c’era anche Gennaro Gattuso, che al San Paolo proverà l’emozione di abbracciare da avversario l’allenatore da cui ha imparato di più durante il suo percorso da calciatore.
Il rientro di Maldini al Milan dopo nove anni è opera di Leonardo, un’altra vecchia conoscenza di Ancelotti. Il brasiliano prese il posto di Ancelotti sulla panchina del Milan e soprattutto insieme hanno vissuto l’avventura al Paris Saint Germain, portando a casa la Ligue 1. «È una figura importante, lo era già quando
Amarcord in campo
Le due squadre sono ricche di ex: Ancelotti affronta il Milan dei suoi amici Leonardo e Maldini, Strinic gioca dalla parte avversa
giocavo nel Milan, ha vinto molto e ora ho l’opportunità di lavorare con lui. Ho scelto Napoli anche per questo motivo», così Verdi, cresciuto nel settore giovanile del Milan, in un’intervista a Sky ha raccontato la figura di Ancelotti. Al San Paolo Verdi ritroverà Leonardo, l’allenatore che il 13 gennaio 2010, quando non era neanche maggiorenne, lo fece debuttare in una partita di Coppa Italia contro il Novara.
Non sarà sicuramente una partita normale per Pepe Reina che al Napoli ha vissuto quattro stagioni, vincendo una Coppa Italia con Benitez ed essendo il leader dello spogliatoio nelle tre stagioni dell’era Sarri. «Un punto di riferimento», così lo definiva Sarri che, nelle difficoltà dei suoi inizi al Napoli, si confrontò proprio con Reina. Così fu costruita la svolta, il passaggio al 4-3-3, un’organizzazione diversa dei carichi di lavoro con tante soddisfazioni conquistate in tre stagioni. Reina con i tifosi azzurri ha vissuto un rapporto intenso, rafforzato dal mancato addio di un anno fa, quando negli ultimi giorni di mercato non andò al Paris Saint Germain che gli offriva un triennale da 4 milioni a stagione. Una storia di emozioni, un amore viscerale che ha portato i napoletani a “perdonargli” anche il trasferimento a parametro zero al Milan.
Nei ricordi più recenti di Napoli-Milan, infine, c’è il nome di Milik che due anni fa realizzò la sua prima doppietta con la maglia del Napoli, trascinando gli azzurri verso il 4-2 inflitto ai rossoneri.