Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Arriva lo sfratto, esplode la casa
Il boato dopo la visita dell’ufficiale giudiziario: una donna morta e due feriti gravi
Avrebbe dovuto lasciare la casa al terzo piano di via Don Minzoni il 12 ottobre, nel giorno del suo sessantaseiesimo compleanno. Ma suo figlio aveva già da tempo minacciato tutti: avvocato e proprietario. Soprattutto lo aveva urlato al rione: «Mi faccio saltare in aria». E così ieri, alle 11,30, dopo che l’ufficiale giudiziario gli ha notificato l’ingiunzione esecutiva ha messo in pratica ciò che aveva detto.
NAPOLI Avrebbe dovuto lasciare la casa al terzo piano di via Don Minzoni il 12 ottobre, nel giorno del suo sessantaseiesimo compleanno. Ma suo figlio aveva già da tempo minacciato tutti: avvocato e proprietario. Soprattutto lo aveva urlato al rione: «Mi faccio saltare in aria». E così ieri, alle 11,30, dopo che l’ufficiale giudiziario gli ha notificato l’ingiunzione esecutiva ha messo in pratica ciò che aveva detto di voler fare. Una esplosione fortissima che ha sventrato la casa, ucciso sua madre Rita Recchione, ferito gravemente sua sorella Francesca, 34 anni, e se stesso.
Poteva essere una strage, forse nella sua mente era proprio ciò che voleva e solo per miracolo non ci sono state altre vittime. Antonio Cavalieri, 32 anni, ha creato egli stesso un ordigno rudimentale con una bomboletta di gas da campeggio, una bottiglia di alcool etilico e poi del cartone. Aveva già messo tutto in un secchio e quando l’ufficiale ha lasciato il vicolo, con un accendino ha dato fuoco. Un boato tanto forte da distruggere una parte dell’appartamento, disintegrare i vetri di quattro abitazioni e scaraventare detriti a distanza di decine e decine di metri.
Alla Pignasecca ieri è stato l’inferno. Tutto ha inizio di mattina alle 10 e 30 quando l’ufficiale giudiziario incaricato dal Tribunale ha bussato per consegnare un atto nel quale c’era la data dello sfratto: dovevano lasciare quell’appartamento il prossimo mese. Non pagavano da quasi un anno e il proprietario dell’immobile che ha ereditato dalla famiglia l’intero edificio composto da nove piccole case, gli aveva intimato di mettersi in regola. Ma nulla, la famiglia Recchione non pagava e così non ha potuto fare altro che chiedere lo sfratto per morosità. L’incaricato del Tribunale ha però immediatamente percepito che la situazione in quell’abitazione era molto tesa e ha cercato di tranquillizzare la famiglia. Prima la signora Rita e poi il figlio che ha iniziato a urlare. «Andate di fretta con questo sfratto? Chi mettete dentro adesso? Io la distruggo questa casa». Una frase che hanno sentito tutti, in quel vicolo della parte bassa di Spaccanapoli. Così quando quell’uomo in giacca e cravatta è uscito di casa, il ragazzo ha attuato il suo drammatico piano.
Ha preso il secchio che la madre usava per lavare a terra, lo ha posizionato al centro del piccolo salone e ha accesso un pezzo di carta. La combustione è stata lenta tanto che la madre ha provato ad intervenire, ma poi l’esplosione l’ha presa in pieno. Il botto ha scaraventato la signora Rita a qualche metro di distanza e i detriti hanno ferito lui e la sorella, quest’ultima già con problemi fisici invalidanti. Mattoni, schegge e pezzi di vetro hanno anche investito il palazzo di fronte che ha subìto danni solo alla facciata. L’edificio colpito dalla bomba artigianale è stato invece evacuato e le nove famiglie con i 28 inquilini passeranno la notte da amici e parenti perché per ora non c’è certezza che ci sia stabilità.
Dopo il boato i vicini hanno chiamato il 118 ma l’ambulanza è rimasta bloccata perché c’erano auto in sosta selvaggia. Un gesto eroico dei «Nibbio», i poliziotti in motocicletta della Questura di Napoli, ha forse salvato la vita ai due figli della signora. Sono corsi a piedi al vicino ospedale Vecchio Pellegrini, hanno chiesto una lettiga e sono ritornati sul posto. Con l’aiuto degli infermieri hanno caricato i due feriti e li hanno riportati a piedi e di corsa al pronto soccorso.
La famiglia viveva in un drammatico stato di indigenza: avevano la casa piena di rifiuti ma la circostanza strana è che non erano mai stati segnalati ai servizi sociali anche se in molti nel rione hanno riferito di averli visti chiedere la carità. C’è infine un giallo. Il figlio della signora Rita non risulta né nello stato di famiglia né nel domicilio dove è avvenuta l’esplosione. Agli agenti della polizia il compito di ricostruire il puzzle di una famiglia che sembrava «invisibile».
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Poliziotti
Un gesto eroico dei «Nibbio» ha salvato due vite: sono corsi a piedi al Pellegrini a prendere una lettiga e sono tornati scalando le macerie