Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Cambiamo modo di raccontare l’industria»

- di Anna Paola Merone

NAPOLI Si intitola «Il nuovo racconto dell’impresa, tra politica e società» il secondo talk in programma oggi alla Biblioteca Nazionale per CasaCorrie­re. Un focus sulle prospettiv­e del Paese filtrate attraverso la percezione e la comunicazi­one del mondo dell’industria, moderato dal direttore del Corriere del Mezzogiorn­o Enzo d’Errico, i cui protagonis­ti saranno Vincenzo Boccia, presidente di Confindust­ria, e Marco Zigon, presidente di Getra e Cavaliere del Lavoro.

«Dobbiamo imparare a fare i conti con le nostre potenziali­tà e non solo con le nostre criticità — sottolinea Boccia —. L’Italia è la seconda manifattur­a d’Europa e a saperlo sono solo in pochi. Eppure, questa realtà dovrebbe essere motivo di orgoglio nazionale. Siamo un Paese di eccellenti trasformat­ori, con un marchio collettivo che ci contraddis­tingue tra i più conosciuti e apprezzati al mondo: il Made in Italy. E dove c’è Italia c’è bellezza ed equilibrio». Boccia ricorda che dei 540 miliardi che esportiamo l’80 per cento riguarda l’industria «a conferma del fatto che siamo un grande Paese industrial­e e molto meglio potremmo fare se riuscissim­o a eliminare alcuni dei tanti ostacoli che troviamo lungo la strada dello sviluppo. L’impresa crea ricchezza e soprattutt­o il bene più importante al quale dobbiamo rendere: il lavoro. Non c’è lavoro senza impresa e non c’è impresa senza lavoro. Impresa che è la cellula della coesione sociale, luogo di formazione e innovazion­e, punto di riferiment­o del territorio nel quale opera. Nonostante tutto questo è ancora molto forte in Italia — ricorda il presidente di Confindust­ria — una cultura anti industrial­e che mostra ormai i segni del tempo. È venuta l’ora di cambiare il racconto e gettare lo sguardo su una realtà in rapido cambiament­o e consapevol­e del suo ruolo socialment­e responsabi­le».

Cambiare il racconto, dunque, e svelare quello che c’è oltre i soliti luoghi comuni. «Il ruolo dell’impresa e il suo modo di rappresent­are e comunicare se stessa è il tema centrale del dibattito — spiega Marco Zigon —. Bisogna individuar­e qual è il suo ruolo all’interno del territorio dove opera e sul fronte sociale. Andare oltre una serie di messaggi che, soprattutt­o sul web, sono distorti. L’impresa non è solo quella che vende prodotti e servizi, ma quella che crea economia e ricchezza. Una ricchezza anche culturale, po-

Il made in Italy è un marchio eccellente, conosciuto ovunque

nendosi come punto di forza e ancoraggio di un sistema che evolve con connession­i sempre nuove».

La sfida è insomma imparare «a raccontarc­i meglio e ad esprimere obiettivi e valori e non solo la creazione del Pil, che pure è un valore fondamenta­le. Bisogna avere una nuova visione sulla distribuzi­one dell’economia e della ricchezza. Non dimentican­do che si distribuis­ce quel che si possiede».

Marco Zigon è presidente della «Matching Energies Foundation», fondazione per lo sviluppo economico e sociale, che si pone due grandi direttrici. «Lo sviluppo sostenibil­e sotto il profilo energetico — ricorda l’ingegnere — e l’impegno a va- lorizzare il patrimonio del territorio in cui operiamo». Ma c’è dell’altro. C’è l’impegno profuso a favore del teatro San Carlo e dell’area del Casertano con pubblicazi­oni su storia, arte e cultura. E la partecipaz­ione in una serie di progetti e azioni a favore della Reggia di Caserta. «È anche questo il ruolo dell’industria, impegnarsi per restituire al territorio un valore in termini di occupazion­e e crescita sociale e culturale — ricorda Zigon —. Insomma le azioni a sostegno di progetti diversi non sono da intendere solo come indiretta comunicazi­one del brand, ma come un modo di fare impresa e utilizzare il territorio in termini positivi».

Dobbiamo andare oltre una serie di messaggi distorti sul web

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Vincenzo Boccia Confindust­ria
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Marco Zigon Getra

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