Corriere del Mezzogiorno (Campania)
De Magistris e Panini, sfida alla Corte dei conti: non blocchiamo la spesa
«I formalismi algebrici rischiano di affamare la città»
NAPOLI La Corte dei conti blocca la spesa del Comune di Napoli. Che però, tramite il sindaco de Magistris e, formalmente, l’assessore al Bilancio, Enrico Panini, lancia una sfida istituzionale di enormi dimensioni annunciando l’intenzione di non rispettare le prescrizioni dei magistrati contabili. E l’annuncio, lo mette nero su bianco l’assessore alle Finanze. «Abbiamo studiato attentamente e a lungo quelle pagine — dice —: non ci convincono né le motivazioni, né le conclusioni, né le ricostruzioni interpretative, contrastanti con altre fonti e con una ispirazione di carattere legislativo che appartiene solo al parlamento», scrive Panini. «Il blocco della spesa — rimarca — affama la città e lega le mani all’amministrazione. Noi non lo accettiamo, noi non affameremo mai i nostri cittadini. Se qualcuno pensa di arrestare la rinascita con un formalismo algebrico opporremo loro la potenza della Costituzione. Pertanto: difenderemo in tutte le sedi le nostre ragioni; con una deliberazione straordinaria confermeremo tutte le spese previste nel bilancio 2018 (mense, trasporti, scuole, disabili, welfare, partecipate) che non bloccheremo mai per nessuna ragione al mondo; cancelleremo tutto il debito contratto non in nome del popolo napoletano secondo le percentuali già riconosciute dal Governo italiano; il resto verrà. Atto su atto».
Dunque, una nuova guerra colpi di carta bollata si preannuncia all’orizzonte. L’ennesima, tra Comune di Napoli e Corte dei conti. Perché poche ore dopo la nota del suo assessore, tocca al sindaco rilanciare il pensiero di Panini, che è poi anche il segretario del suo partito, Dema. «Rispetto tutte le decisioni e quando non sono d’accordo lo dico — spiega de Magistris —. Quando si cominciano a vedere cose molto discutibili sul piano giuridico istituzionale si ha un po’ il dovere di dirle perché altrimenti c’è il rischio di affamare un popolo, distruggere diritti e interrompere una rinascita che passa attraverso la virtuosità dei conti». E ancora: «Sembra quasi che come superi un ostacolo immediatamente c’è davanti un altro paletto — ha affermato —. Noi siamo consapevoli che c’è tanto da fare, ma lasciatecelo fare. Qualche volta si ha la sensazione che c’è qualcuno che quasi ti vuole impedire di portare la risposta definitiva a una città che è autonoma da tutti poteri, questa cosa dobbiamo cominciare a dirla». «Altra cosa», per il primo cittadino «è, invece, essere sottoposti a ogni forma di controllo. Poiché siamo una città che riceve il più alto numero di provvedimenti un po’ mi fa pensare, sarà perché siamo troppo bravi a superare gli ostacoli, ma siamo al videogame della politica istituzionale». Il sindaco parla di un provvedimento da parte della Corte dei Conti «che è un po’ identico a quello dell’anno scorso e che ci spinge a bloccare la spesa». «Vorrei dire che noi purtroppo la spesa discrezionale non l’abbiamo mai vista — ha sottolineato —. Si manda un messaggio come se noi dovessimo tagliare anche il sociale, diritti essenziali, la scuola. Dobbiamo decidere tra la ragioneria formale la carne viva». «Avessimo fatto noi questi debiti allora avrei detto che sono un incapace, devo però pagare questi prezzi per debiti che non sono neanche delle Amministrazioni precedenti, ma di commissari di Governo — ha proseguito — noi siamo vittime, dobbiamo essere risarciti. Dov’era prima tutta questa gente che doveva evitare che si arrivasse a questo? Resto basito perché stiamo entrando in una sfera che non è più quella del giusto equilibrio».
Vede in queste decisioni del Comune di Napoli enormi rischi il presidente della Commissione trasparenza del Comune di Napoli, Domenico Palmieri. «Napoli — afferma — rischia di trovarsi fuori dal circuito della legalità. Come nella peggiore tradizione, le sentenze, quando favorevoli, sono considerate giuste. Viceversa, vengono subito etichettate come sentenze politiche». Palmieri ricorda che «per i magistrati contabili, il bilancio di previsione per il triennio 20182020 approvato ad aprile, è in squilibrio strutturale perché, come le forze di opposizione in consiglio hanno ripetutamente evidenziato, mancano, tra l’altro, le coperture derivanti dalle dismissioni immobiliari». Ecco perché per il numero uno della Trasparenza siamo di fronte ad «uno scontro senza precedenti con la magistratura contabile paventando l’ipotesi di porsi, di fatto, fuori della legalità».
La motivazione «Abbiamo studiato a lungo quelle pagine ma non ci convincono per tanti motivi»