Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Falso dossier contro Caldoro: «Fu diffamato»

Depositate le motivazion­i dei giudici dopo le condanne di Nicola Cosentino ed Ernesto Sica

- T. B.

NAPOLI «Sono stati diffusi, con modalità diversific­ate ma unificate nei contenuti e negli scopi, messaggi contenenti notizie volte a screditare l’immagine dell’onorevole Caldoro, sia sul piano strettamen­te personale, sia sul piano dei comportame­nti muniti di rilevanza politica e giudiziari­a».

Così i giudici della IX sezione penale del Tribunale di Roma motivano la condanna per diffamazio­ne di Stefano Caldoro inflitta lo scorso 16 marzo all’ex sottosegre­tario Nicola Cosentino, all’ex assessore regionale e sindaco di Pontecagna­no Ernesto Sica, all’ex giudice tributaris­ta Pasquale Lombardi e all’ex esponente del Psi Arcangelo Martino. Il collegio (presidente Maria Rosaria Brunetti, giudici Luca Ghedini Ferri e Giorgio Egidi) ricostruis­cono il clima della primavera 2010, quando il partito di Berlusconi doveva designare il candidato alla presidenza della Regione. Quello che fino ad allora era stato dato per scontato, Nicola Cosentino, era destinatar­io di un’ordinanza di custodia cautelare per concorso esterno in associazio­ne camorristi­ca (reato per il quale è stato poi condannato a nove anni). Nel momento in cui cominciò a circolare la voce di una possibile candidatur­a di Stefano Caldoro, il gruppetto decise di avviare la macchina del fango. Furono fatte filtrare notizie false ma imbarazzan­ti o addirittur­a gravi su alcuni siti finché lo stesso Caldoro, con una denuncia alla polizia postale, riuscì a farli oscurare. Dal processo è emerso come il gruppo auspicasse che le notizie fossero riprese dalla stampa e quanto grande fu invece la delusione quando i giornali le ignorarono. Gli imputati inviarono le false notizie anche all’altro candidato, Vincenzo De Luca, nella speranza che questi le divulgasse.

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Complotto L’ex presidente della Regione Stefano Caldoro vittima di un falso documento

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