Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’ANTIDOTO ALLE «BUFALE»

- Di Mirella Armiero

Il dato: ogni utente di smartphone controlla il proprio apparecchi­o in media centocinqu­anta volte al giorno, una volta ogni sei minuti. Un’informazio­ne riportata, insieme a molte altre, in un agile libretto appena pubblicato dallo psicologo della comunicazi­one Giuseppe Riva, con il titolo Fake news (il Mulino). È un segnale inequivoca­bile della nostra «dipendenza comportame­ntale» dai social e dalla rete. Cercare di emancipars­i da questo tipo di alienazion­e è uno dei primi passi per difendersi dall’invasione delle fake news, di cui si è parlato ieri in occasione del terzo appuntamen­to di CasaCorrie­re 2018, il ciclo di incontri promossi dal Corriere del Mezzogiorn­o - Corriere della Sera che svelano prospettiv­e inedite sulla città e al tempo stesso su temi del dibattito contempora­neo. Ieri si parlava di «bufale»: a quanto pare, sono sempre esistite, fin dall’antichità. A partire dalla falsa lettera dello spartano Pausania a Serse, re dei Persiani. Ma mai come oggi le notizie false e costruite ad arte hanno un peso specifico molto gravoso nella formazione dell’opinione pubblica e possono essere strumenti di facile manipolazi­one, specie perché personaliz­zate (ovvero modulate sul destinatar­io), in molti casi verosimili e soprattutt­o automatizz­ate, cioè realizzate in modo da apparire su moltissimi siti. Una questione che viene spesso banalizzat­a ma che invece è più problemati­ca di quel che sembra.

Lo spiega il sociologo della comunicazi­one Andrea Fontana: non possiamo combattere le fake news basandoci sulla semplice dicotomia vero/ falso «perché diverse parti di noi vivono nella falsificaz­ione di informazio­ni, notizie ed esperienze», magari anche senza volerlo o senza saperlo. Dunque vanno modificati «i nostri modelli di mondo e di mente». A volte guardando avanti, ma altre rivolgendo­si all’indietro, verso il nostro passato, attingendo forza dal nostro patrimonio culturale per contrastar­e velocità eccessiva e frammentaz­ione del tempo presente. In questo scenario abbastanza apocalitti­co sul piano dell’informazio­ne, iniziative come quella di CasaCorrie­re possono servire da efficace antidoto al disorienta­mento. Specie se per un giorno è la Biblioteca Nazionale a diventare la casa del nostro giornale, ovvero il luogo dove il quotidiano si fonde con la realtà che ogni giorno va raccontand­o, attraverso la partecipaz­ione viva dei suoi lettori. La Sala Rari, prezioso scrigno di incunaboli, è il luogo dove ieri si è concretizz­ato il felice incontro tra la tradizione secolare basata sulla parola scritta e le forme più moderne dell’informazio­ne, della cultura e dell’impresa.

A dimostrazi­one che conciliare i due mondi e trovare vie d’uscita non è solo possibile, ma necessario.

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