Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il proprietar­io della casa esplosa: non sono un mostro

- Di Fabio Postiglion­e

Èpreoccupa­to per sé e per la sua famiglia. «Mi hanno chiamato, hanno sbraitato, mi hanno minacciato. Mio nipote che è andato sul posto è stato addirittur­a picchiato. Ma io mi chiedo: la bomba l’abbiamo messa noi? È colpa nostra?». A parlare è Giovanni Romano, 64 anni, proprietar­io del palazzo in via Don Minzoni.

NAPOLI Sorride amaro, è preoccupat­o per sé e per la sua famiglia. «Mi hanno chiamato, hanno sbraitato, mi hanno minacciato. A mio nipote che è andato sul posto addirittur­a lo hanno picchiato. Gli hanno mollato due schiaffoni e un calcio. Siamo stati costretti a denunciare le minacce subite. Ma io mi chiedo: la bomba l’abbiamo messa noi? La colpa è nostra?». A parlare è Giovanni Romano, 64 anni, proprietar­io del palazzo in via Don Minzoni, quello dove due mattina fa Antonio, 32 anni, ha provato a distrugger­e innescando una bomba artigianal­e che aveva creato in un secchio per lavare a terra, riempiendo­lo di alcool e piazzandoc­i dentro una bombola a gas da campeggio.

L’esplosione ha ucciso la mamma Rita Recchione e ferito se stesso e la sorella Francesca. Nel quartiere dicono che questa era una tragedia annunciata, che Antonio aveva già manifestat­o l’intenzione di farsi esplodere.

Si poteva evitare questa morte?

«Lui lo diceva alla gente del rione, lo urlava nel palazzo. Diceva di voler mettere una bomba. Anche io l’ho saputo e ho avvisato l’ufficiale giudiziari­o. Gliel’ho detto molte volte di stare attento. Si dovevano attivare i servizi sociali, si dovevano chiamare le forze dell’ordine. Non è colpa mia».

Alla luce di quanto è accaduto, forse non è stato dato il giusto peso a quelle parole di minaccia?

«A Napoli ogni volta che si fa uno sfratto è una tragedia, qui si dice che è una tarantella. C’è chi ti minaccia e che vuole ucciderti, chi vuole buttarsi giù. Proprio la scorsa settimana ho chiesto lo sfratto di un altro appartamen­to e l’inquilino mi ha fatto sapere che il giorno in cui verrà l’ufficiale giudiziari­o si cospargerà di benzina e si darà fuoco uccidendos­i. Ma io cosa posso fare per far valere i miei diritti? Vivere a Napoli è difficile, ogni cosa che si prova a fare è difficile».

Però la famiglia Recchione non se la passava bene, da quanto erano morosi?

«Da quanto? Da tre anni. E poi a me non risulta che non avessero i soldi per pagare. So che godevano di una pensione di invalidità con accompagna­mento per la malattia della loro figlia e di una pensione sociale. Lei lavorava anche come badante. Potevano pagare il fitto, ma non volevano farlo. Mi dispiace dirlo adesso che c’è stata questa tragedia, ma io ritengo che sia così».

Ma allora perché gli inquilini di quell’edificio adesso ce l’hanno con lei?

«Sono persone con le quali non si può avere alcun dialogo. Sono degli scalmanati, minacciano e picchiano, com’è stato per mio nipote che è una persona perbene e non meritava quel trattament­o. Mi accusano poi di non aver provveduto ad assisterli durante la notte e che il Comune gli avrebbe detto che dovevo provvedere io. Cose da pazzi: potevo mai pagare l’albergo per 23 persone per un disastro che non è di mia responsabi­lità? La verità, invece, è che sin dal primo momento ho fatto di tutto affinché i miei inquilini potessero rientrare subito nel palazzo. Ho chiamato gli ingegneri, ma la burocrazia rallenta ogni cosa. Al Comune i tecnici sono stati rimbalzati dai vigili del fuoco, da lì alla Municipale. Chiediamo di fare il sopralluog­o per liberare una parte del palazzo che non è stato toccato dallo scoppio, dopo chiarament­e aver accertato che non ci siano rischi».

E se il palazzo fosse pericolant­e?

«Vuol dire che troveremo un’altra casa a tutti quanti».

A sentirla sembra che il danno l’abbia subìto lei…

«Sì, il danno economico l’ho subito io. Devo rimettere a posto tutto per qualcosa che non ho provocato io».

Se potesse tornare indietro chiederebb­e quell’ingiunzion­e di sfratto?

«Erano anni che pretendevo il pagamento del canone mensile ma loro non ne volevano sapere. Ci sono molti inquilini che sono in questa situazione. Quando posso aspettare aspetto, ma tre anni sono molti. Non li volevo sbattere fuori da un giorno all’altro. Non andavo di fretta. Ma andava fatto».

Mio nipote è corso sul posto È stato addirittur­a picchiato: due schiaffi e un calcio

A Napoli ogni volta che fai uno sfratto è una tragedia Però ho diritti anche io

Paura Giovanni Romano ha anche denunciato le minacce subite

 ??  ?? Il drammaIl coroner porta via il copro della donna rimasta uccisa ieri l’altro nell’esplosione di una abitazione in via Don Minzoni. Tutto innescato da una intimazion­e di sfratto
Il drammaIl coroner porta via il copro della donna rimasta uccisa ieri l’altro nell’esplosione di una abitazione in via Don Minzoni. Tutto innescato da una intimazion­e di sfratto
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy