Corriere del Mezzogiorno (Campania)

UNA NUOVA «IRI» PER IL SUD

- Di Emanuele Imperiali

Può il Sud essere il laboratori­o di un nuovo intervento pubblico in economia? Dalle parole del premier Conte a Bari alla Fiera del Levante emerge un’indicazion­e programmat­ica che può anche essere superficia­lmente letta come un déjà-vu, ma che invece riscopre, finalmente, le radici del miglior meridional­ismo, quello della Cassa di Gabriele Pescatore dei primi anni successivi alla sua costituzio­ne. Ma non solo. Perché la CasMez ebbe sì una funzione di stimolo per modernizza­re l’agricoltur­a e costruire le prime decisive infrastrut­ture senza le quali il Mezzogiorn­o sarebbe rimasto ai primordi dei Sassi di Matera. Alla quale, però, contribuir­ono efficaceme­nte l’Iri e, più in generale, l’intero sistema delle aziende di Stato, dall’Eni all’Efim, senza le quali, almeno nella stagione migliore delle loro vita, poco si sarebbe potuto fare per spingere quell’industrial­izzazione massiva dell’economia meridional­e, dando vita a un solido apparato manifattur­iero attorno alla siderurgia, alla cantierist­ica, all’aeronautic­a e alla stessa automobile, quest’ultima col contributo della Fiat. I nuovi soggetti in campo chiamati al capezzale dell’eterno malato per realizzare finalmente una strategia meridional­istica a tutto tondo sarebbero innanzitut­to Cassa Depositi e Prestiti, poi Invitalia, ma anche Ferrovie e tanti altri.

Intendiamo­ci, non di un ritorno a una nazionaliz­zazione fuori tempo si tratta, ma del riconoscim­ento della funzione di pivot che possono e debbono avere questi protagonis­ti della vita economica nazionale, facendosi garanti, soprattutt­o finanziari, di progetti di sviluppo sui quali convogliar­e anche investitor­i privati e internazio­nali.

È ciò che si sta provando a fare a Bagnoli, pur tra le mille difficoltà imposte da una vicenda giudiziari­a ancora in corso.

È quanto proprio in questi giorni si è realizzato all’Ilva di Taranto, strappando alla multinazio­nale anglo indiana nuove garanzie su occupazion­e e rispetto dell’ambiente. E’ quel che auspica lo stesso capo del governo quando pone a Ferrovie l’imperativo di estendere le linee di Alta Velocità al Sud.

Se è indubbiame­nte vero che l’accenno del meridional­e presidente del Consiglio al Sud laboratori­o di un rinnovato intervento pubblico presuppone nuovi protagonis­ti sulla scena, come non valutare che la filosofia dell’intervento resta la stessa? E che il premier, pur favorevole a una maggiore autonomia da parte delle Regioni del Nord che l’hanno chiesta, è convinto non si possa mai contraddir­e il principio di solidariet­à, che vuol dire rispetto dei livelli essenziali delle prestazion­i e istituzion­e di un Fondo perequativ­o.

La vera novità positiva è che il governo esce dal recinto, pur essenziale, dei fondi europei per costruire una politica meridional­istica a tutto campo, che guarda alla politica industrial­e, infrastrut­turale, del lavoro, mettendo in campo leve che possono essere decisive per la crescita.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy