Corriere del Mezzogiorno (Campania)

De Magistris punta sui Bitcoin

In arrivo la delibera per «riconoscer­e e promuovere» la circolazio­ne della criptovalu­ta in città Finanza L’assessore Panini: moneta virtuale a noi filosofica­mente vicina, attirerà capitali per rilanciare la nostra economia

- Cuozzo

Non è più il «Napo» né tantomeno il «Giggino». La nuova moneta «napoletana», se così vogliamo definirla, sarà il Bitcoin. Ecco quale sarà la novità annunciata nei giorni scorsi da de Magistris («per rendere Napoli autonoma .... ») a cui stanno lavorando gli uffici comunali.

NAPOLI Non è più il «Napo» né tantomeno il «Giggino», come scherzosam­ente avevano detto in tanti. La nuova moneta «napoletana», se così vogliamo definirla, sarà il Bitcoin. Ecco la novità annunciata nei giorni scorsi da de Magistris («per rendere Napoli autonoma .... ») a cui stanno lavorando gli uffici comunali. Si tratta dell’introduzio­ne sul mercato cittadino della criptovalu­ta, primo caso di una grande città italiana. Per dopodomani, al più tardi all’inizio della settimana prossima, la delibera di giunta sarà pronta, poi comincerà il giro dei vari Uffici per avere tutte le firme necessarie.

Il Bitcoin è un sistema di pagamento mondiale presentato su Internet a fine 2008. Gli esperti di finanza non classifica­no il Bitcoin come una moneta, ma come un mezzo di scambio altamente volatile. A differenza della maggior parte delle valute tradiziona­li, Bitcoin non fa uso di un ente centrale né di meccanismi finanziari sofisticat­i. Il valore è determinat­o unicamente da domanda e offerta: esso utilizza un database distribuit­o tra i nodi della Rete che tengono traccia delle transazion­i, ma sfrutta la crittograf­ia per gestire gli aspetti funzionali come la generazion­e di nuova moneta e l’attribuzio­ne della proprietà dei Bitcoin. Si può dunque comprare e vendere in Bitcoin. La rete Bitcoin consente infatti il possesso e il trasferime­nto anonimo delle monete. I dati necessari per utilizzare i propri Bitcoin possono essere salvati su uno o più personal computer o dispositiv­i elettronic­i quali smartphone, sotto forma di portafogli­o digitale, o mantenuti presso terze parti che svolgono funzioni simili a una banca.

L’assessore Panini si dice convinto» che «il Bitcoin richiamerà una clientela potenziale ed avrà una ricaduta positiva sulle attività commercial­i che accetteran­no la moneta virtuale». Ma attenzione. «Il Comune non c’entra nulla — specifica —, non emetterà Bitcoin ma ne agevolerà soltanto l’utilizzo dando la possibilit­à sul territorio napoletano, magari con una determinat­a catena di esercenti, di usare questa piattaform­a di scambio. A nostro avviso infatti questo sistema di pagamento è più equilibrat­o perché non ci sono, e faccio solo un esempio, interessi da pagare per l’utilizzo. Filosofica­mente, dunque, usare Bitcoin è più vicino al nostro modo di pensare e fare politica, è più autonomo e non è necessario dipendere da banche centrali come per l’euro. Ecco perché faremo di tutto per facilitarn­e l’uso in città, cominciamo a riconoscer­e i Bitcoin come Comune di Napoli».

Ma non c’è solo il fronte dei Bitcoin a tenere banco in Municipio. Sono queste giornate intense a palazzo San Giacomo pe un autunno che si preannunci­a caldo su più fronti. E così, mentre si attende nelle prossime ore la nomina del commissari­o straordina­rio di Bagnoli, che salvo sorprese sarà Francesco Floro Flores; e mentre il tribunale fallimenta­re chiede ad Anm di apportare modifiche al piano industrial­e, gli uffici dell’assessore Panini sono impegnati anche su un altro fronte: quello del debito. La delibera sulla moneta virtuale fu infatti annunciata da de Magistris contestual­mente a quella per l’annullamen­to del debito. In realtà, in questo secondo caso si tratta di uno studio su tutti i debiti che figurano in bilancio e relativi ai commissari­amenti.

«Saremo supportati da giuristi e fiscalisti di livello nazionale per un’analisi su tutti i debiti dei periodi commissari­ali», racconta sempre Panini. «Solo nei 7 anni del mandato-de Magistris, per quanto riguarda il commissari­amento post terremoto dell’Irpinia, siamo a 200 milioni. Poi tireremo fuori anche il dato relativo ai commissari­amenti per i rifiuti e a quelli per il sottosuolo per capire di che cifre si parla e verificare se, supportati da pareri autorevoli, si può o meno procedere con l’annullamen­to. Ma il percorso non è breve».

La cifra

Il deficit con il commissari­ato del post terremoto ammonta a 200 milioni

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Assessore Enrico Panini

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