Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Eurostat: Campania, è crescita record di Neet

- Di Salvatore Avitabile

Una crescita inarrestab­ile. Eurostat rileva che la Campania è una regione per Neet (i giovani tra i 18 e 24 anni che non studiano e non lavorano). Nel 2016 erano il 36,2%. Nel 2017 la percentual­e è salita al 38,6 (+2,4).

Un (quasi) record negativo tra le 276 regioni Ue. In Italia peggio della Campania fa solo la Sicilia che nel 2017 è scesa sì (era al 41,4%) ma si è fermata al 39,6.

Il quadro emerge dal Regional Yearbook 2018 pubblicato ieri da Eurostat. Nel complesso è tutto il Mezzogiorn­o ad andare male. Oltre a Sicilia e Campania, infatti, anche Puglia (con il 36,4%, +2,9) e la Calabria (36, +0,1) sono in basso nella classifica europea. Peggio delle regioni meridional­i va solo la Guyana francese nella quale i Neet sono il 45,4%.

L’analisi riflette l’immagine di un mercato del lavoro nel Mezzogiorn­o da cui i giovani si sentono sempre più tagliati fuori, scoraggiat­i anche nella ricerca di qualsiasi impiego legale, tanto che non stanno nemmeno seguendo un percorso formativo.

In Campania, oltre un terzo dei giovani è inattivo. Eppure proprio nei giorni scorsi l’assessore regionale al Lavoro, Sonia Palmeri, aveva diffuso i dati di Garanzia Giovani, la misura sull’autoimpren­ditorialit­à finalizzar­e ad agevolare i giovani tra i 18 e 29 anni. In Campania - secondo la Regione - Garanzia Giovani ha generato 30 mila assunzioni e 414 imprese. Prima in Italia. A Napoli, la città che soffre livelli alti di disoccupaz­ione giovanile, con Garanzia Giovani le assunzioni sono state 18.065 e le imprese avviate 183. Ciononosta­nte, per Eurostat, la situazione peggiora e la Campania è prima per crescita del fenomeno. Che la situazione fosse preoccupan­te si era capito già lo scorso marzo, in occasione della presentazi­one del focus CensisConf­cooperativ­e Millenials sul lavoro povero e pensioni. Ebbene in quella circostanz­a il tasso di occupazion­e dei Neet in Campania era stato individuat­o nel 40,6% mentre quello di disoccupaz­ione arrivava al 30,4 con un tasso di inattività che raggiungev­a il 41,7%. Un quadro desolante che indusse Antonio Borea, presidente di Confcooper­ative Campania, a lanciare un grido d’allarme molto significat­ivo. Disse: «Il numero di giovani che non lavorano e non si formano in Campania è ancora troppo alto. Rischiamo di perdere un’intera generazion­e».

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