Corriere del Mezzogiorno (Campania)
San Gennaro non si fa pregare Malore per Sepe
Il sangue si liquefa alle 10.05. Per il caldo Sepe ha un malore
Quando l’ampolla è stata estratta dalla teca il sangue era già sciolto. Immediato il prodigio di San Gennaro. De Luca e il sindaco non si sono scambiati il segno della pace. Malore per Sepe.
NAPOLI Se il sangue di San Gennaro si è liquefatto (ieri, alle 10.05), non si è sciolto il gelo fra il governatore De Luca e il sindaco de Magistris, entrambi in duomo per assistere al miracolo. Sguardi obliqui e nessuna stretta di mano, i due si sono seduti nei posti riservati alle autorità sull’altare maggiore, ma non l’uno accanto all’altro: a separarli il principe Don Pedro di Borbone, rappresentante della famiglia che governava il Regno delle Due Sicilie. Il governatore e il sindaco si sono ignorati anche nel momento in cui il cardinale Crescenzio Sepe ha esortato i fedeli a scambiarsi un segno di pace.
Eppure, una manciata di minuti più tardi, durante la sua omelia il cardinale richiamerà le istituzioni (e non solo) «a sostenere e proteggere l’intera città che a bisogno di tornare al volare, perché Napoli non è favola, Napoli non è e non lo sarà mai. Napoli è verità e bellezza». Il “messaggio” di Sepe è incentrato sopratutto sulla condizione giovanile. «Non solo l’emigrazione delle braccia — afferma — ma ora anche quella delle menti. Viene chiamata “fuga dei cervelli” e anche in questo il contributo di Napoli è alto. Si tratta di giovani, donne e uomini, costretti a privare la città della propria ricchezza, della risorsa più fresca e più valida. Quale presente e quale futuro ci possono essere se oltre 700mila giovani hanno lasciato Napoli e il Sud».
Un passaggio forte arriva anche a proposito delle babygang. «Occorre — ammonisce — andare oltre la cronaca che appare una continua condanna per Napoli senza chiudere gli occhi. La cronaca parla di «cifre agghiaccianti prodotte da una violenza che coinvolge non pochi giovani e giovanissimi e in alcuni casi, come una terribile bestemmia davanti a Dio, addirittura i bambini. Non si vuole certo chiudere gli occhi davanti a questo sfregio di vite umane quelle che cadono vittime, ma anche le altre, quelle dei carne- fici che nondimeno bruciano le loro vite al fuoco della violenza, perché è la loro umanità ad andare in cenere e a diventare polvere».
Sarà stato il “peso” dell’indignazione ma più probabilmente il caldo a giocare un brutto scherzo al cardinale che, dopo l’omelia, si è accasciato sulla sedia, tanto da non riuscire a portare l’ampolla all’esterno della Cattedrale. Tensione che si è risolta dopo qualche minuto, Sepe si è ristabilito e già oggi colerà alla volta di Lourdes.
Chi non perde occasione per una battuta puntuta è De Luca. «La celebrazione di San Gennaro — dice — è il momento bello di Napoli a cui bisogna far seguire il lavoro serio, rigoroso, ordinato, disciplinato, perché la realtà si cambia con la fatica, non con le chiacchiere. Da questo punto di vista San Gennaro dovrebbe ispirare alcune persone a Napoli». Dal canto suo, de Magistris «chiede allo Stato di smettere di strangolarwe la città, mettendo quotidianamente ostacoli che vanno proprio esattamente nella carne viva dei cittadini, degli abitanti e dei più fragili». Sindaco che pure ha dovuto subire una tentata aggressione, un uomo si è lanciato contro di lui col pugno alzato, affermando di volergli consegnare una lettera. Bloccato è stato portato fuori dalla chiesa.
Poiché non c’è sacro senza profano, San Gennaro ha «regalato» a Napoli 5 milioni di euro. Nella prima estrazione del Lotto della settimana, infatti, degli oltre 11,7 milioni di euro assegnati, quasi 5 sono finiti sulla ruota di Napoli, il 42% delle vincite totali. Merito, come riferisce Agimeg, soprattutto del numero 18, che nella Smorfia napoletana corrisponde al sangue.