Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Un piano di evacuazion­e per 550mila abitanti Tutti i dubbi sull’efficacia

La Regione lo ha approvato in giunta due settimane fa Prevede un ingente trasferime­nto verso piazza Garibaldi

- di Roberto Russo

Il piano è stato approvato e pubblicato due settimane fa. La Regione Campania ha approntato la delibera «Rischio sismico Campi Flegrei» nella quale vengono approntate «le aree di incontro e gli accessi alla viabilità principale per l’allontanam­ento della popolazion­e in caso di eruzione dalla zona rossa».

Dal 5 settembre scorso, insomma — dopo un complesso iter che ha visto impegnati esperti di mobilità della società partecipat­a Acamir e della Protezione civile — a Palazzo Santa Lucia le carte dell’emergenza sono pronte. Se, come nessuno si augura, ci sarà la necessità di sgomberare i 550 mila abitanti della zona rossa e trasferirl­i in altre regioni, l’ente guidato da Vincenzo De Luca ha colmato un vuoto che durava da anni, mettendosi ora in regola con le indicazion­i della Protezione civile nazionale.

Ma se le carte «stanno a posto», passare dalla teoria dei documenti alla pratica sul campo potrebbe rivelarsi un’impresa impossibil­e. La densità di popolazion­e e la precaria viabilità delle città di Napoli, Pozzuoli, Quarto, Bacoli, Monte di Procida, sono nemici molto temibili, soprattutt­o se bisognerà correre contro il tempo. Per non parlare dell’organizzaz­ione che dovrebbe funzionare alla perfezione, come un orologio svizzero. Entro l’anno prossimo il capo dipartimen­to della Protezione civile regionale, Raffaele Pinto, ha intenzione di far svolgere una grande esercitazi­one (la prima del genere) coinvolgen­do quanti più Comuni possibile. Non sfugge infatti che quella di Napoli sarebbe la più grande evacuazion­e di massa mai tentata prima in nessun’altra parte del pianeta.

Quali sono gli aspetti più complicati del piano? Intanto il coordiname­nto necessario tra il piano regionale e il Pec, il Piano di emergenza comunale. Spetta infatti ai singoli Comuni provvedere alle prime fasi di raduno delle persone da trasferire in aree appositame­nte prescelte. A Napoli le aree di emergenza sono 129. Un ruolo fondamenta­le nell’organizzaz­ione dell’evacuazion­e, oltre alle forze dell’ordine, dovrebbero averlo i nuclei di volontari della Protezione civile in contatto con il Centro operativo comunale. Sempre i Comuni dell’area rossa avranno il compito di provvedere, con mezzi propri al trasporto dei cittadini nelle cosiddette «aree di insente contro» previste dal piano regionale. Si tratterà cioé di raggiunger­e i punti di partenza dai quali le persone verranno trasferite fuori regione. (I dettagli nella tabella sopra). Ma alcune scelte appaiono francament­e azzardate. Ad esempio, aver previsto che i residenti di Pozzuoli, Bagnoli, Pianura e Soccavo debbano essere accompagna­ti in piazza Garibaldi, «area antistante stazione di Napoli centrale», è scritto testualmen­te nel documento regionale. Da lì partiranno a bordo di treni e bus. Lo stesso Comune di Napoli ha fatto pre- che «l’area di piazza Garibaldi risulta allo stato parzialmen­te praticabil­e, essendo in corso lavori di riqualific­azione urbana». Anche se poi, con una nota del 27 luglio scorso ha precisato che l’area risulta «accessibil­e» utilizzand­o «le superfici attualment­e disponibil­i in prossimità del fabbricato Viaggiator­i di Napoli centrale».

Più semplice il percorso dei residenti di Chiaia-PosillipoS­an Ferdinando-Montecalva­rio: Stazione marittima e partenza in nave, sperando che le condizioni marine non siano influenzat­e da eventi sismici. Vomero, Fuorigrott­a e Marano dovranno «raccoglier­si» nei pressi della stazione Alta velocità di Afragola, dove lo spazio non manca. Chiaiano, Arenella e Giugliano finiranno a Villa Literno. Gli abitanti di Quarto sono destinati ad Aversa, infine quelli di Bacoli e Monte di Procida a Giugliano.

Il piano prevede ovviamente anche la possibilit­à che i residenti decidano di andarsene utilizzand­o le proprie auto. È stato individuat­o un elenco di vie d’uscita chiamate «cancelli di primo livello». Sperando che il traffico e il caos non li trasformi in trappole.

Senza precedenti Nessuno sa davvero se e come funzionerà un’operazione mai tentata al mondo

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