Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Nessuna «stesa» Baby-killer a Forcella hanno sparato per uccidere un rivale

È il secondo tentativo. Feriti due innocenti

- di Fabio Postiglion­e

Per due volte hanno sbagliato mira. Il 3 settembre hanno rischiato di uccidere una donna in via Vicaria Vecchia. Due sere fa invece hanno preso il volto di un bambino di 13 anni che è rimasto sfregiato da una scheggia di proiettile. I sicari che hanno fatto fuoco in via Pietro Colletta volevano uccidere un boss soprannomi­nato «Caciotta».

Non era una «stesa» ma un agguato che è fallito di un soffio. E particolar­e ancora più inquietant­e è che i due sono gli stessi che fecero fuoco contro la sua abitazione quindici giorni fa. Colpirono una mamma che era a fumare una sigaretta affacciata al balcone di casa e che riportò la frattura di entrambe le gambe per i proiettili impazziti che gli trafissero caviglia e tibia. Per la paura ha abbandonat­o il quartiere che è in balia di bande di ragazzini, nonostante gli sforzi investigat­ivi di polizia e carabinier­i.

Ma non basta perché l’età dei sicari si è abbassata sempre di più, ed è aumentata così la spregiudic­atezza e l’incoscienz­a che spingono ad azioni sempre più eclatanti e rischiose. Ecco cosa si nasconde dietro la guerra che è scoppiata a Forcella (o forse non è mai finita) per il controllo delle piazze di sostanze stupefacen­ti e delle estorsioni del mercato della Duchesca. L’uomo che doveva morire ha il controllo di una parte di Forcella «vecchia», quella che punta da una parte verso il Duomo e dall’altra verso l’Annunziata, molto più ricca di quella che si interseca con i Decumani e i Tribunali dove si vende droga, ma con profitti inferiori. In questa faida di ragazzini sono stati feriti due innocenti in meno di venti giorni. Due sere fa l’agguato era programmat­o per le 19, quando si era saputo che il boss era sceso di casa ed era stato avvistato in via Pietro Colletta. Il commando composto da due persone in sella a uno scooter potente e di grossa cilindrata è piombato in strada.

I sicari lo hanno visto e hanno fatto fuoco: sei volte. I colpi non sono stati a raffica, forse la pistola si è inceppata e così lui ha avuto il tempo di rifugiarsi all’interno della sala scommesse Eurobet che a quell’ora, erano da pochi minuti passate le 20, era piena di persone che stavano puntando sulle partite della Champions. Non sono mai scesi dallo scooter perché forse temevano che l’uomo potesse essere armato.

Ci sono testimoni che hanno raccontato che la vittima designata ha provato a nasconders­i dietro le persone che terrorizza­te hanno pensato di morire. Ha cercato forse di farsi scudo, così come accadde il 29 marzo del 2004 quando quattro uomini del clan Mazzarella provarono a uccidere Salvatore Giuliano detto «’o russo», rampollo della famiglia di camorristi che negli anni Novanta comandava non solo Forcella ma tutta Napoli. Quella sera era accanto ad Annalisa Durante, una ragazzina di 14 anni.

I killer spararono all’impazzata e Giuliano si salvò mentre Annalisa fu colpita da un proiettile esploso dalla sua pistola che rimbalzò sul tettuccio di un’auto ferma nel vicolo. Due sere fa stava per accadere la stessa identica cosa, così come avvenne il 31 dicembre del 2016 a cento metri di distanza da via pietro Colletta, in piazza Calenda, dove per una «stesa» morì da innocente Maikol Giuseppe Russo, 30 anni, una moglie e due figli. A dimostrazi­one che la lezione non è servita a nessuno.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy