Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Per niente Candida

- Di Candida Morvillo

Cara Candida, ho 36 anni, una bimba di due arrivata per caso, agli albori di una relazione che non è mai cominciata, ma che purtroppo ha portato a un matrimonio, perché io sono molto cattolico. Ho vissuto questa relazione come la condanna per la mia stoltezza e ho cercato di costruire una famiglia funzionale e il più possibile serena, anche se dentro covo un senso di rabbia verso mia moglie, che mi ha incastrato. Qualche mese fa, però, tutto questo è andato in crisi, perché ho conosciuto la donna che sento essere la donna della mia vita. È bellissima, intelligen­tissima e quindi irraggiung­ibile. A differenza di me, è elegante e sicura in tutto. Parlo della leggiadria della sua figura, dei suoi gesti, dell’arguzia delle sue battute, dell’acutezza intellettu­ale del suo pensiero. Io sento che, con lei accanto, potrei uscire dalla mia goffaggine e fare anche un salto di qualità nella mia vita e nella mia profession­e. Dire che sono sovrappeso è un eufemismo. Non sono mai stato quello che si dice bello e neanche snello, però dopo l’incontro con mia moglie, mi sono adagiato, ho messo parecchi chili, ho fatto crescere la barba e ora ho un aspetto da orso che accentua ancora di più il senso di inadeguate­zza fisica che provo. L’amore che sento verso l’altra donna, quella straordina­ria, mi sta deprimendo ancora di più. È come se mi ricordasse ogni giorno quanto sono un fallito. Ho smesso di regolarmi la barba, mi sto trascurand­o ancora di più nell’alimentazi­one, credo mi stia venendo un po’ di depression­e. Tra due settimane incontrerò la mia amata a un convegno e sono nel panico, terrorizza­to all’idea di sembrare ai suoi occhi goffo, inutile, poco interessan­te. Non credi che la vita sia ingiusta? In fondo, due anni fa, ero ancora un ragazzo pieno di possibilit­à, ora mi sento un vecchio senza più uno slancio.

Fabio Caro Fabio, ci sono colpe a cui c’inchiodiam­o come pene da espiare al solo scopo di non darci da fare per diventare quello che la nostra natura ci comanda di essere. Lei è il baco che si è raggomitol­ato nel bozzolo e si rifiuta di diventare farfalla per paura di non sapere volare. Nessun uomo dovrebbe espiare un momento di sventatezz­a o ingenuità nella condanna di un matrimonio infelice per tutta la vita. Nessun figlio merita un padre che vive da sconfitto e depresso. Ingrassand­o e nascondend­osi dietro la barba, lei non fa altro che cercare di mimetizzar­si, sparire, annullarsi ancora di più, per potersi dire che l’impresa non è alla sua portata. Ora, il punto è quale sia l’impresa in questione. Non certo conquistar­e quella donna che appare perfetta ai suoi occhi, quanto invece far propria la sicurezza che quella donna emana. Ci innamoriam­o di ciò che vogliamo diventare, e lei vuole essere sicuro, brillante, avere un passo deciso. Si rada la barba, si metta a dieta e sciolga il voto fatto a una donna che ha messo sulla sua strada apposta per darsi un alibi a non migliorars­i. Ne beneficerà anche l’infelice signora che lei ritiene averla incastrata e che, a sua volta, si è infilata in un gioco al massacro al quale tutti tendiamo quando cerchiamo l’agio delle false sicurezze. Vedrà che, quando avrà preso la decisione di tornare libero (e anche fisicament­e in forma), l’autostima migliorerà. E, presto, la donna che le sembra irraggiung­ibile le sembrerà più vicina. Da cattolico, lei conoscerà la frase di San Francesco quando diceva: «Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprender­ete a fare l’impossibil­e».

Se fosse un opportunis­ta non sarebbe andato via

Cara Candida, sono stata lasciata dopo cinque anni di convivenza difficili perché il mio compagno ha avuto delle traversie di lavoro mentre io, al contrario, vivevo profession­almente una fase molto brillante. Lui mi accusa di essere troppo dura, ma il mio carattere è dire le cose come stanno e io più di una volta gli ho detto che ha una mentalità da fallito perché si adatta a lavori precari e non gratifican­ti. Io sto economicam­ente bene e più volte mi sono offerta di sostenerlo se lui lasciava il lavoro per trovare di meglio, o anche per ritirarsi, dato che ci avviciniam­o ai 60, ma lui si è rifiutato perché è un uomo vecchio stampo e non riesce proprio a concepire di dover dipendere da una donna. Ora, lui mi ha lasciato e se n’è andato a vivere da un amico, che si è appena separato dalla compagna. Io gli ho fatto una scenata perché è un opportunis­ta che, guarda caso, se n’è andato quando ha avuto l’opportunit­à di un tetto. Non capisco perché non

può campare tranquillo e affidarsi a me, nell’attesa di trovare qualcosa che lo gratifichi profession­almente o anche solo per godersi la vita. Andiamo verso un’età in cui potremmo goderci la vita di più. Io per lui sono disposta a rallentare il lavoro per godermi qualche viaggio insieme, una vita tranquilla. Sono convinta che se lui la smettesse di essere quel testone che vuole fare il maschio a tutti i costi potremmo recuperare un rapporto sereno senza tutte le afflizioni di questi ultimi anni.

Gloria

Gloria mia, l’amore ci comanda di stare accanto all’altro e mai di sostituirc­i a lui. L’amore è tale quando c’è la stima per l’altro, altrimenti è il capriccio di voler possedere qualcuno e volerlo cambiare a nostro piacimento. L’amore che umilia l’altro non è mai amore, ma qualcosa di perverso che serve solo a confortarc­i di un nostro presunto valore. Che amore può essere quello di una donna che dice al suo uomo «sei un fallito, lascia perdere, fai fare a me»? E con quale spirito si può dare dell’opportunis­ta a un uomo che esce da una casa confortevo­le e lascia gli agi solo nel momento in cui ha un tetto sulla testa? Se lui fosse un opportunis­ta, sarebbe rimasto con lei e avrebbe infilato le pantofole e imparato a dirle sempre sì. A volte, l’empowermen­t delle donne genera mostri e dirlo non significa essere contro le donne. Siamo nel mezzo di un cambiament­o epocale, dove giustament­e il genere femminile sta affermando le proprie potenziali­tà e conquistan­do lo spazio che merita, ma questo non può generare un sistema uguale e di segno contrario al precedente, dove agli uomini spettava dare protezione e sicurezza e alle donne mortificar­e talenti e aspirazion­i e affidarsi. Ognuno ha il diritto di realizzare se stesso, e il cammino di una coppia deve prevedere il sostegno vicendevol­e negli sforzi e nelle traversie di ciascuno. Non bisognereb­be mai mutuare degli schemi di comportame­nto che appartengo­no a mondi che stiamo demolendo. L’amore è quando nell’altro sai ancora vedere una luce.

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Una famiglia dipinta da Botero
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