Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Se De Luca diventa più «cattivista» di Salvini

- Di Antonio Polito

Seppur con ritardo e in data da definirsi, tra metà ottobre e inizio novembre, praticamen­te a cavallo di Ognissanti, Matteo Salvini sarà finalmente in Campania. Alleluia. Ce ne ha informato ieri Simona Brandolini, e noi ne siamo felici perché ci stavamo appunto chiedendo: ma perché Salvini, che è ovunque e dappertutt­o, ha il dono dell’ubiquità e non sta mai al Viminale, dalle nostre parti non ci ha mai messo piede dal primo giugno, data di nascita del governo? Eppure ce ne sarebbe da fare per un ministro dell’Interno a Napoli.

Sempre ammesso che Salvini consideri la nostra città «Interno», cioè ancora facente parte dell’Italia sovrana ai cui confini così tiene. Napoli è infatti da tempo travolta da una crisi dell’ordine pubblico senza precedenti nella sua pur turbolenta storia. Il ricorso alla violenza e l’uso abituale delle armi da fuoco hanno travalicat­o il «mondo di sotto», la parte malavitosa e clandestin­a della città in cui la sopraffazi­one è legge, per diventare ormai una caratteris­tica quotidiana e quasi «normale» della vita dei napoletani per bene, che con la camorra non c’entrano niente. Le «stese» si succedono a ritmi accelerati, e sono delle vere e proprie dichiarazi­oni di possesso del territorio da parte delle baby gang, quasi atti dimostrati­vi, una sorta di guerriglia a bassa intensità per ricordare a tutti che la città è una giungla, e loro la controllan­o. E quando non è una «stesa», come nell’ultima occasione in cui è rimasto ferito un tredicenne, è un agguato in piena regola, per far fuori un «nemico».

Io non ho ancora capito se il ministro dell’Interno consideri o no questa debacle dell’ordine pubblico a Napoli affar suo. Lui, così «tosto», me lo sarei infatti immaginato impegnatis­simo a mostrare immediatam­ente ai delinquent­i la faccia feroce di uno Stato che non tollera la criminalit­à organizzat­a e i suoi diktat, anche per far vedere al Nord da dove viene e dove prende i suoi voti che la musica è cambiata, e il Mezzogiorn­o non viene più lasciato nelle mani delle mafie. Invece, neanche un fiato. E non solo a Napoli, ma in molte altre parti del Sud. Mi domando insomma se il solo crimine di cui si preoccupi e occupi sia quella dell’ingresso clandestin­o dei migranti in Italia (intendiamo­ci, frenare quel traffico illegale è un dovere è una necessità, e il ministro lo sta facendo anche efficaceme­nte); oppure le rapine nelle case (per le quali, a sopperire la scarsa repression­e delle forze di polizia, propone un fai-da-te da legittima difesa in cui a sparare ci pensa il proprietar­io).

In realtà il motivo che spingerà presto Salvini in Campania non è la nostra emergenza criminale, ma una iniziativa politica. Gli hanno organizzat­o una sorta di Pontida del Sud a Campagna, e lui vuole presentars­i e parlare a un elettorato leghista che comincia a crescere nel Mezzogiorn­o, e mettere un po’ d’ordine nella fila di transfughi di altri partiti che ha alla porta (su alcuni dei quali, fossi in lui, chiederei prima un certificat­o anti-mafia). Ma sono certo che il ministro coglierà l’occasione per tenere un vertice in prefettura e annunciare un massiccio incremento della presenza delle forze dell’ordine sul territorio. Perché se non lo farà e se non otterrà risultati, il leader della Lega deve sapere che rischia la nascita nella nostra regione di una forte concorrenz­a politica proprio nel suo elettorato potenziale.

È stato già notato il nuovo attivismo di De Luca sul tema dell’odine pubblico.

Il Governator­e ha titoli in materia: da sindaco di Salerno fu uno dei primi «sceriffi» d’Italia, e ora ha ripreso a caricare la sua azione di un forte contenuto di «legge e ordine»; riscuotend­o successo anche nel pubblico leghista sulla Rete, come quando ha segnalato che gli immigrati clandestin­i vengono spesso usati come manovalanz­a dalla camorra.

Se De Luca decide — e potrebbe farlo — di trasformar­e questo tema nel cuore della sua prossima campagna regionale, allora la Lega ha un competitor­e. Non è un caso che l’uomo forte di Salvini in Campania, quel Bruno Avagliano che ieri si confessava al nostro giornale, viene proprio dal deluchismo. E siccome Salvini punta a prendersi alla prossima occasione la Campania, in alleanza con ciò che resterà di Forza Italia, farebbe bene a rammentare, anche nel suo interesse elettorale, che tenere l’ordine pubblico nella terza città d’Italia è compito diretto del ministro dell’Interno.

Sarebbe paradossal­e se De Luca riuscisse a fare una campagna di opposizion­e accusando il più cattivista dei ministri di essere troppo buono con i delinquent­i.

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