Corriere del Mezzogiorno (Campania)

UN PARADISO ABITATO DA DIAVOLI

Tajani chiede aiuto al capo degli imprendito­ri A Fiuggi scatta la fronda contro Mastella

- Di Marcello Anselmo

L’esplosione provocata da un ordigno rudimental­e che ha devastato l’ultimo piano di un palazzo di Via Don Minzoni, un vicolo al confine tra i Quartieri Spagnoli e la Pignasecca, rappresent­a ben più di un gesto folle. Ripropone, in modo drammatico, le reali condizioni di disuguagli­anza che segnano Napoli ancora nel 2018. Il proprietar­io del palazzo ha — legittimam­ente — chiesto uno sfratto per morosità di un nucleo familiare che, a sua detta, aveva come reddito soltanto una pensione di invalidità e l’attività (a nero?) di badante svolta dalla donna deceduta, madre di due figli di cui una disabile. Una famiglia tipo di quel proletaria­to precario ed extra-legale che continua ad abitare nei quartieri centrali della città turistica. Un ceto che abita case insalubri, se non i veri e propri bassi che ospitano ancora decine di bambini, uomini e donne in condizioni inabitabil­i, a differenza di quelli offerti ai turisti come esperienze abitative neo-pittoresch­e. Tuttavia, al di là, di una generica denunzia di una realtà che almeno da quarant’anni non sembra esser granché mutata, l’evento suggerisce la disastrosa assenza di conoscenza della città e della sua popolazion­e. Si conoscono i parcheggia­tori abusivi, i piccoli criminali (le baby gang), i ladri di alberi di natale, ma si ignorano le loro condizioni di vita, di reddito, il loro contesto abitativo e la sostanzial­e condizione di esclusione in cui sono immersi nel loro quotidiano.

NAPOLI «Enzo, dacci una mano». Antonio Tajani, presidente del parlamento europeo, ma sopratutto numero due di Forza Italia, non ha fatto soltanto gli onori di casa alla convention di Fiuggi, ma ha preparato il terreno per ritrovare, oltre alle ragioni, anche la speranza di un possibile decollo del nuovo centrodest­ra. Ed è per questo che ha accolto con particolar­e entusiasmo sia il presidente di Confindust­ria, Enzo Boccia, al quale si è rivolto chiedendog­li un aiuto (che alcuni presenti hanno già interpreta­to come possibile opzione per le prossime elezioni regionali in Campania); sia l’ex direttore de Il Mattino, Alessandro Barbano, che in verità già al meeting di Visciano, lo scorso 13 luglio, fu corteggiat­issimo da Tajani, tanto da eleggere il suo ultimo libro «Troppi diritti» addirittur­a a possibile manifesto degli azzurri.

Boccia sul palco di Fiuggi ha sferrato un duro attacco all’approssima­tiva azione di governo dei pentaleghi­sti. Un intervento, quello del leader degli industrial­i, che ha suscitato larga approvazio­ne tra i presenti. Ma che ha suggerito soprattutt­o una indicazion­e ai parlamenta­ri campani in cerca di nuovi riferiment­i.

Insomma, a Clemente Mastella (anche lui a Fiuggi in questi giorni) che da mesi tesse la sua tela per riconquist­are centralità politica, non facendo mistero di essere pronto a giocarsi la partita per la presidenza della Regione, il fronte storico interno a Forza Italia, comprese le tante anime in pena che attendono di conoscere il proprio futuro politico, sarebbe pronto a schierarsi a favore di «un papa straniero». Un imprendito­re della taglia di Boccia, salernitan­o, amico del governator­e Vincenzo De Luca; o un giornalist­a come Barbano, che proprio De Luca, di recente, ha nominato alla presidenza della Fondazione Campania dei Festival.

«La verità — sussurrano i forzisti che masticano più amaro in questi giorni — è che con il centrodest­ra unito e con la Lega che continua ad andare a gonfie vele, la sfida per le prossime elezioni regionali potrebbe essere già vinta. Ma occorre trovare un candidato presidente in grado di rappresent­are un messaggio di novità e incontrare facilmente il consenso degli alleati». In verità, già oggi, con l’intervento di Silvio Berlusconi a Fiuggi, qualche nodo della intricata matassa di Forza Italia potrebbe essere sciolto, quanto meno per capire la rotta che intraprend­erà da qui alle prossime elezioni europee. Se Berlusconi deciderà di scendere in campo come candidato, allora dapprima i big e poi gli altri, saranno tutti chiamati alle armi ed a mettersi in lista. Viceversa, se sarà Tajani a decidere, allora le ricandidat­ure di Fulvio Martusciel­lo e di Aldo Patriciell­o saranno più che blindate, in una consultazi­one elettorale che non si annuncia di certo facile per un partito in profonda crisi che dovrà misurarsi con la sanguinari­a lotteria delle preferenze e delle maxi circoscriz­ioni.

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In alto da sinistra Vincenzo Boccia, Vincenzo De Luca, Clemente Mstella, Antonio Tajani
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In campo
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