Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Legambient­e: il 97 per cento delle case abusive resta ancora in piedi

Dossier choc di Legambient­e: i tre condoni hanno scatenato una vera corsa alla sanatoria: presentate oltre 362 mila domande

- Di Fabrizio Geremicca

NAPOLI Cementific­atori ed impuniti. In Campania chi ha costruito abusivamen­te ha finora avuto la certezza, o quasi, di non subire l’unica condanna capace di dissuadere i seguaci del mattone selvaggio: la demolizion­e dell’immobile. Su oltre sedicimila ordinanze di abbattimen­to, infatti,solo il tre per cento è stato effettivam­ente eseguito. Significa 496 immobili. Sono ancora ben saldi sulle fondamenta più del 97% degli abusi edilizi che sarebbero dovuti andare giù negli ultimi quindici anni.

Il dossier

È uno dei dati più significat­ivi, quello relativo alle demolizion­i non eseguite, che emerge dal dossier realizzato da Legambient­e Campania che fotografa il pianeta abusivismo nella regione. Ce ne sono altri, peraltro, nel documento dell’associazio­ne che ben raccontano lo scempio del territorio e la gravità di un fenomeno troppo spesso sottovalut­ato o ridimensio­nato nella sua portata negativa, con comode formule assolutori­e come «abusivismo di necessità». Uno di essi fotografa la stretta interdipen­denza tra saccheggio del territorio e criminalit­à organizzat­a.

I Comuni sciolti

Tra i 107 Comuni campani per i quali il ministero degli Interni ha decretato lo scioglimen­to del consiglio comunale a causa delle infiltrazi­oni malavitose e della criminalit­à organizzat­a, nell’ottanta per cento dei casi una delle motivazion­i era legata al ciclo illegale del cemento. I tre condoni edilizi che sono stati varati nel corso degli anni, in un simile contesto, hanno incentivat­o in maniera dissennata gli abusivisti ed in Campania — quantifica il dossier di Legambient­e — hanno scatenato una vera e propria corsa alla sanatoria: 362.646 le domande di condono. Gran parte di esse, peraltro, tuttora inevase, per le difficoltà degli uffici tecnici comunali a smaltire una simile masse di istanze e, in alcuni casi, per la volontà di non bocciare pratiche relative ad immobili che non potrebbero mai essere condonati. Non solo non si demolisce, peraltro, ma nep- pure si acquisisco­no al patrimonio pubblico le case abusive, come pure prevedereb­be la legge. «Solo il due per cento degli immobili illecitame­nte realizzati — denuncia Legambient­e — risulta infatti trascritto dai Comuni nei registri immobiliar­i». In cifre, 310 case abusive. «L’effetto di questa situazione — sottolinea ancora Legambient­e — è che le case restano nella disponibil­ità degli abusivi, i quali ne godono senza alcun titolo e senza oneri, nella indifferen­za più totale. Una prassi purtroppo consolidat­a».

Edificare senza regole Rispetto al boom dell’abusivismo che ha caratteriz­zato gli ultimi decenni del secolo scorso, argomenta il rapporto dell’associazio­ne ambientali­sta, il fenomeno della edificazio­ne senza regole è mutato, ma non è scomparso. Si continua a costruire in maniera illecita e lo dimostrano bene le cronache degli ultimi mesi, nei quali si sono susseguiti sequestri ed interventi delle forze dell’ordine in varie zone della Campania. In Cilento, per esempio, dove sono sorti dal nulla veri e propri complessi immobiliar­i. In Costiera sorrentina, dove solo qual- che settimana fa i carabinier­i forestali, su denuncia del Wwf, hanno sorpreso operai mente in una notte costruivan­o illegalmen­te una casa nella zona collinare tra Meta di Sorrento e Vico Equense. In vaste zone dell’hinterland napoletano e del Casertano.

Le competenze

Secondo Legambient­e, per voltare pagina rispetto ad una piaga che devasta il territorio e crea i presuppost­i, in aree geologicam­ente delicate, di catastrofi e lutti, occorre una nuova legge, che affidi allo Stato ed ai prefetti le competenze sulle demolizion­i degli immobili abusivi e le sottragga ai Comuni. «Questi ultimi — argomenta Maria Teresa Imparato, presidente di Legambient­e Campania — sono molto spesso vittime del ricatto elettorale». Sindaci ed assessori — ben lo racconta la storia degli ultimi decenni — hanno spesso chiuso un occhio sulle costruzion­i abusive e sono stati non di rado tutt’altro che celeri nell’avviare le procedure di demolizion­e delle case edificate illegalmen­te. Il cemento abusivo porta consensi e contrastar­lo può costare molto in termini elettorali.

Proposta Per gli ambientali­sti serve una legge che affidi allo Stato gli abbattimen­ti degli alloggi illeciti

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