Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Era a Bari per manifestare contro il razzismo Ferito un giovane napoletano
Perillo: «Volevamo difendere una donna di colore, picchiati da militanti di CasaPound»
NAPOLI C’è chi dice di essere stato provocato. E c’è chi invece sostiene il contrario. La certezza però è solo una: i manifestanti che venerdì sera hanno partecipato al corteo antirazzista «Mai con Salvini» sono stati brutalmente aggrediti con mazze e catene da alcuni militanti di CasaPound, nel cuore del quartiere Libertà di Bari.
A stabilire la verità saranno le indagini dei poliziotti della Digos che intanto hanno identificato una trentina di esponenti di CasaPound, otto dei quali avrebbero partecipato attivamente all’aggressione, hanno perquisito la sede del movimento al rione Libertà e infine acquisito i filmati delle telecamere di videosorveglianza. Una prima informativa è stata trasmessa in procura: l’iscrizione dei responsabili nel registro degli indagati è ormai una questione di ore. Due i feriti più gravi. Ad avere la peggio è stato il napoletano Antonio Perillo, 36 anni, assistente dell’eurodeputata barese Eleonora Forenza, il quale ha riportato una ferita alla testa. «Un’aggressione violentissima — racconta — stavamo rincasando alla fine del corteo quando abbiamo notato una donna di colore con una bambina molto piccola che aveva paura di tornare a casa perché c’era un assembramento di militanti di CasaPound, così siamo rimasti pochi minuti per assicurarci che salisse in casa.
Poi, questo gruppo di 20-30 persone ha iniziato a marciare militarmente verso di noi. Abbiamo tentato di andarcene da via Crisanzio, ma loro ci hanno inseguito con mazze, cinghie e catene. Io sono stato colpito alle spalle. Ho una ferita di 8 centimetri. Non ci sono state provocazioni né insulti la nostra preoccupazione era quella di far allontanare la bambina. Avevano intenzione di farci male, correvano e picchiavano. Il ministro Salvini è il mandante politico di questo clima in cui i fascisti si sentono coperti dalla sua figura come ministro degli Interni».
Il sindaco de Magistris, tramite tweet fa sentore la propria voce: «Vile e criminale aggressione neo fascista a Bari contro persone che manifestavano democraticamente per i diritti».
Ovviamente, il primo cittadino non ha mancato di attacca il Governo ed esprime solidarietà ai feriti. Altri tre, ma della sinistra barese, tra i quali Claudio Riccio, già candidato alle politiche dello scorso marzo con Leu. «Erano schierati in cordone davanti alla loro sede dal lato opposto della via — ha raccontato Riccio uscendo dalla Questura dopo la denuncia — ai nostri inviti a mantenere la calma vista la presenza dei bambini nei passeggini loro ci hanno rincorso iniziando a picchiarci. Non c’era traccia delle forze dell’ordine. La polizia e l’ambulanza sono arrivate tempo dopo quando le aggressioni si erano moltiplicate e i passanti scappavano terrorizzati».
Gli isolati attorno alla sede del movimento di estrema destra erano presidiati dalla polizia sin dal pomeriggio: ai manifestanti non era stato neppure consentito di passare in corteo da quella via. L’assalto però è avvenuto in tarda serata a corteo terminato. Tra i manifestanti aggrediti c’era anche l’eurodeputata di Potere al Popolo, Eleonora Forenza alla quale è stato diagnosticato uno stato di choc. «CasaPound è un partito fascista e va sciolto — ha detto Forenza — la sua sede è la sede di un partito fascista e va chiusa. Questa è l’emergenza sicurezza di cui vogliamo sentir parlare». Differente la versione degli esponenti di CasaPound: un primo gruppo di manifestanti, dopo il corteo, sarebbe passato davanti alla sede urlando «fascisti di m... andate via dal quartiere». I militanti avrebbero quindi reagito prendendosela con un secondo gruppo di manifestanti che passava di lì poco dopo. «A Bari non c’è stata nessuna aggressione squadrista - dichiara CasaPound in una nota - ma un tentativo di assalto alla nostra sede da parte dei manifestanti antiSalvini - come mostrano le foto che abbiamo diffuso».
«Aggressione criminale neofascista contro chi manifestava per i propri diritti democraticamente»