Corriere del Mezzogiorno (Campania)

STORIA D’AMORE PER LA PROPRIA TERRA IL «PRESIDIO» DEL FIUME LATO

- di Claudio De Vincenti

Questa settimana racconto una storia. Una storia (apparentem­ente) semplice e a lieto fine. In realtà, una storia emblematic­a dei problemi del Sud e della tenacia della gente meridional­e. Una storia che comincia 15 anni fa con una alluvione che travolge gli argini di un fiume nel tarantino e a cui nel 2013 si aggiunge un’altra alluvione che investe due strade provincial­i, portando via interi pezzi di carreggiat­a e bloccando la viabilità. Una storia che trova un punto di svolta grazie alla costituzio­ne nell’ottobre dell’anno scorso del Presidio del fiume Lato e ai tanti che l’hanno portato avanti senza urlare ma con determinaz­ione, con la forza di chi sa di essere nel giusto e vuole ottenere dalle istituzion­i ascolto e risposte concrete. Oggi, con l’affidament­o qualche giorno fa da parte della Provincia di Taranto dei lavori sulle strade provincial­i 12 e 14, che fa seguito all’avvio nei mesi scorsi degli interventi sugli argini del fiume, questa storia volge al bello, anche se l’esperienza insegna a non abbassare la guardia.

Tutto comincia nel settembre del 2003 con l’esondazion­e del Lato che porta al cedimento degli argini presenti nei 7 chilometri che portano alla foce nel Golfo di Taranto.

L’alluvione risente di criticità idrogeolog­iche riguardant­i l’insieme del bacino del fiume che, nel suo tratto di pianura, raccoglie le acque provenient­i da diverse gravine a monte. Seguono negli anni successivi primi lavori di ripristino degli argini, la cui inadeguate­zza viene però evidenziat­a dall’alluvione del dicembre 2013: gli argini vengono travolti in più punti e per lunghi tratti e viene colpita la stessa viabilità della zona, con smottament­i che rendono impercorri­bili segmenti importanti delle due strade provincial­i determinan­done la chiusura al traffico.

Una situazione che si protrae per anni, con effetti molto negativi per le attività agricole del territorio e per quelle turistiche e con un degrado del letto del fiume che porta con sé rischi ambientali e sanitari.

Senza bisogno di gettare la croce addosso a nessuno, è però inevitabil­e rilevare che per lunghi anni le istituzion­i competenti – Regione, Provincia, Comuni dell’area – non sono state capaci di riportare il territorio a condizioni di normalità ambientale e infrastrut­turale: una sorta di rassegnazi­one all’impotenza. E qui viene la novità: nell’ottobre del 2017 tre associazio­ni di cittadini – Tavolo Verde, Palagianel­lo Bene Comune, NordSud – danno vita a un Presidio permanente nel tratto di strada interrotto dall’alluvione e si impegnano in un’azione volta a richiamare le istituzion­i alle loro responsabi­lità. Una vera e propria iniziativa da parte della società civile, dei cittadini che vivono in prima persona i problemi del loro territorio.

E finalmente nell’inverno scorso qualcosa si muove. Il Governo, tramite l’Autorità di Bacino dell’Appennino Meridional­e, il Prefetto di Taranto e la Struttura di missione per il dissesto idrogeolog­ico (cancellata però dall’attuale Governo), sollecita e coordina una presa di consapevol­ezza del problema da parte di tutte le istituzion­i locali: si accelerano le procedure per avviare gli interventi su argini e letto del fiume e quelle per il ripristino della viabilità.

Il 10 aprile viene istituito il «Tavolo tecnico permanente di confronto e monitoragg­io» cui partecipan­o l’Autorità di Bacino, la Regione (unica peraltro a non aver ancora firmato il relativo Protocollo d’intesa), la Provincia, i Comuni e le associazio­ni del Presidio. Nel corso della primavera si avviano gli interventi di ricostruzi­one degli argini, durante l’estate la Provincia emette il Bando di gara per i lavori sulle due strade provincial­i, questa settimana i lavori vengono affidati.

Il 31 luglio scorso, dopo 285 giorni di presenza ininterrot­ta, il Presidio lascia le sponde del Lato: le tre associazio­ni civiche continuera­nno a operare nel confronto con le istituzion­i in sede di Tavolo permanente. Anche perché, una volta risanato il tratto colpito dalle alluvioni del 2003 e 2013, il lavoro del Tavolo proseguirà per la messa in sicurezza del bacino del fiume Lato nel suo insieme.

C’è una morale, come nelle favole antiche. I problemi si possono affrontare e risolvere solo rifiutando la miopia degli egoismi individual­i e la rabbia del rancore impotente, per collocarsi invece in una dimensione di comunità: consapevol­ezza civile dei diritti e dei doveri, che con determinaz­ione cerca soluzioni ai problemi e sa richiamare le istituzion­i alle loro responsabi­lità. Una storia vera, di cittadinan­za attiva: il sale della democrazia.

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