Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Abel Ferrara Un americano a Forcella
Ideata da Nino D’Angelo, diretta da Abel Ferrara e scritta da Maurizio Braucci sarà in scena al Trianon dal 25 ottobre. Il regista americano: «Narra il rione dall’ultimo scudetto del ’90 al 2004: 14 anni di camorra e politica corrotta»
«Siamo nati per fare del bene». Lo ricorda l’antico stemma del Sedile di Forcella (Ad bene agendum nati sumus) e pure una delle battute di Forcella Strit, lo spettacolo musicale diretto da Abel Ferrara e scritto da Maurizio Braucci che sarà in scena al teatro Trianon dal 25 ottobre.
Il regista statunitense ha raccolto l’idea originaria di Nino D’Angelo (direttore artistico del progetto e del teatro) – di lui Ferrara dice «È l’uomo dei miracoli» – perché insieme vogliono portare cultura e bellezza in un quartiere martoriato, dove l’ultima sparatoria che ha ferito un ragazzino di tredici anni risale solo a qualche giorno fa.
È per questo che Forcella Strit — dove strit riecheggia street, strada ma anche lo stare stretti — è un viaggio nell’omonimo quartiere in un arco temporale che ha inizio nel 1990, quando il Napoli vinse l’ultimo scudetto, e arriva fino al 2004: quattordici anni di camorra e politica corrotta, ma anche il percorso di rinascita di un quartiere attraverso la storia di due giovani che si amano e l’esplorazione di un sentimento poco pubblicizzato: la mitezza. Uno spaccato di vita quotidiana in cui irrompono le canzoni più sociali di Nino D’Angelo — tra le quali probabilmente anche un inedito — mentre una ventina di attori, dai 15 ai 30 anni, recitano interagendo con il pubblico, con la gente, linfa vitale del progetto. Nello spetValle tacolo, prodotto da Scabec e con la produzione esecutiva del Trianon, anche Raffaele Di Florio nel ruolo di assistente alla regia e Davide Iodice che cura la parte pedagogica.
Ferrara è a suo agio seduto al bar in piazza Calenda,in fondo ha dna napoletano ed è cresciuto nel Bronx: «Tra tutti i posti che esistono – spiega – ho trovato la mia rinascita a di Maddaloni, a poca distanza da Sarno dov’è nato mio nonno, lì sono guarito dalla dipendenza dall’alcol. Prima Napoli attirava la mia parte nera, ora capisco che qui ci si sente liberati. Napoli è un luogo dove ogni cosa sembra stia da millenni. Se vado indietro nel tempo, anch’io scopro che le mie radici sono qui da mille anni». D’Angelo, invece, con la sua tempra viscerale, si sofferma sulla doppia faccia di Forcella: «Da quando sono nato questo quartiere è sempre stato così, negli anni Ottanta quasi chiedevano l’autografo a Raffaele Cutolo, l’unica cosa che serve è fare cultura e il tifo per il Trianon. E pure rimetterel’educazione civica nelle scuole».
E ai giornalisti rivolge un invito: «Compensiamo il brutto con il bello, autostrumentalizziamoci, se da un lato ci sono “le stese”, dall’altro ci sono le cose belle come questo spettacolo e questo teatro». Gli fa da eco il messaggio del governatore Vincenzo De Luca: «Abbiamo dotato quest’area di videosorveglianza e intendiamo implementarla eil progetto “Forcella Strit” serve a raccontare ai giovani che esiste un modo diverso di vivere il quartiere».
Infine, accennando alla prossima visita di Salvini in città, D’Angelo si lascia andare perentorio: «Lui viene e io me ne vado. A uno che dei napoletani ha detto “Vesuvio lavali col fuoco”, io non credo».
” L’artista americano Vicino Sarno dov’è nato mio nonno sono guarito dall’alcolismo Prima Napoli attirava la mia parte nera, ora mi fa sentire liberato