Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Striscione al liceo Pansini, CasaPound contro il preside La replica: «Provocazioni»
Scritta davanti alla scuola vomerese. L’Anpi: un’aggressione pretestuosa
«Pace, invece che all’accoglienza pensa alla presidenza»: hanno scelto uno striscione a caratteri cubitali affisso sui muri del «Pansini» i militanti di CasaPound per attaccare Salvatore Pace, preside del liceo e vicesindaco della Città metropolitana, «reo» di aver permesso agli studenti di partecipare ad una manifestazione antifascista. Lui replica: «Provocatori».
«Pace, invece che all’accoglienza
NAPOLI pensa alla presidenza»: hanno scelto uno striscione a caratteri cubitali affisso sui muri del «Pansini» i militanti di CasaPound per attaccare nuovamente Salvatore Pace, preside del liceo di piazza Quattro Giornate, vicesindaco della Città metropolitana e stretto collaboratore del sindaco, Luigi de Magistris. Lo striscione, che è stato rimosso dopo i rilievi compiuti dalla polizia scientifica, riaccende la polemica scoppiata il 2 ottobre scorso, giorno in cui gli studenti del «Pansini», come quelli di altre scuole della zona collinare, hanno sfilato per commemorare la Resistenza. Quest’anno, infatti, la manifestazione è coincisa con la visita a Napoli del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e Pace è stato accusato di avere utilizzato gli studenti per contestare la politica del Governo.
Criticate, in particolare, la decisione di concedere l’assemblea di istituto e il testo pubblicato sul sito della scuola, intitolato «Totalitarismo»: «Resistenza oggi sembra una parola così anacronistica, ma crediamo fortemente nell’uso di questo termine. Resistere, sì, alle forze reazionarie che stanno lasciando morire centinaia di uomini, donne e bambini in mare, che stanno approvando una legge come la Flat tax, che permette ai ricchi di pagare meno tasse e ai poveri di essere sempre più poveri». Parole che non sono piaciuti a molti, tra cui i consiglieri comunali David Lebro (La Città), Diego Venanzoni (Pd) e Domenico Palmieri (Napoli Popolare).
Dalla parte del preside e degli studenti del «Pansini» si è schierata l’Anpi, che parla di «pretestuoso e inaccettabile attacco da parte di chi non conosce la storia e le tradizioni della nostra città» e di «becera strumentalizzazione politica che ferisce l’orgoglio e la memoria della nostra città, medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza al nazifascismo».
La versione dell’Associazione partigiani sui fatti del 2 ottobre è la stessa del preside Pace: «Prima il consigliere regionale Rispoli e poi alcuni gruppi organizzati neofascisti hanno diffuso, in modo scorretto ed errato, la notizia della partecipazione degli alunni del liceo “Pansini” ad una manifestazione contro Salvini. Sta di fatto che lo scorso 2 ottobre, i ragazzi del “Pansini”, insieme ad altri alunni e docenti di altre scuole del Vomero, hanno invece partecipato alla manifestazione che rievoca il corteo funebre delle vittime delle Quattro Giornate. Manifestazione che da sempre, ogni anno, viene organizzata con il Comune (Municipalità) e l’Anpi, per rendere omaggio alle persone che, a costo della propria vita, contribuirono a liberare Napoli, nel ’43, dall’occupazione nazifascista. È davvero inaccettabile — conclude la nota — la scorrettezza di chi non solo dimostra di non conoscere la storia di Napoli, ma anche di non rispettare le tradizioni e l’orgoglio della nostra città, prima in Europa a liberarsi da sola dall’occupazione nazifascista». Nel pomeriggio Pace ha a sua volta diffuso un comunicato nel quale ringrazia l’Anpi.
Sull’affissione dello striscione, rivendicata su Twitter da CasaPound, indagano gli agenti del commissariato Vomero e quelli della Digos, che si stanno adoperando perché la tensione non degeneri. La scritta, tuttavia, non è ritenuta minatoria. «La nostra è stata un’azione puramente politica — sprecisa CasaPound —. Nessuna minaccia, né velata né palese, è stata fatta a Salvatore Pace Consigliere Comunale. Ciò che abbiamo fatto è stato sottolineare l’incompatibilità del suo ruolo - che dovrebbe essere super partes - nell’ambito formativo con quella - ovviamente di parte - in qualità di membro di demA».
Gli autori dell’iniziativa «La nostra è stata un’azione puramente politica. Nessuna minaccia, né velata né palese»