Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Informazioni efficaci sul rischio vulcanico È nata a Napoli un’alleanza globale
Tra i fondatori l’Osservatorio vesuviano
NAPOLI Un’alleanza internazionale e interdisciplinare «per ascoltare invece di prescrivere, per capire come è percepito il rischio vulcanico dalla popolazione e quindi elaborare un metodo che ci consenta di dare messaggi corretti e comprensibili, tali da suscitare fiducia e sconfiggere ogni pericoloso allarmismo»: la annuncia dall’Inghilterra (ma sta per tornare nei Campi Flegrei) il professor Christopher Kilburn, direttore del Centro ricerca sul rischio - dipartimento Scienze della terra dell’Università di Londra.
È una delle tracce positive lasciate dal grande convegno Cities on Volcanoes tenutosi a Napoli e della sessione speciale che si è svolta a Pozzuoli con la partecipazione di un folto gruppo di vulcanologi e sociologi provenienti da Stati Uniti, Nuova Zelanda, Giappone, Inghilterra, Messico, Francia, oltre che da numerose università italiane. Particolarmente interessante risulta nei loro successivi commenti l’incontro (ricco di domande e spiegazioni) con l’attuale assessore all’Urbanistica di Pozzuoli Roberto Gerundo, con l’ex assessore Vincenzo Adinolfi che dovette gestire la terribile crisi bradisismica del 1983, e con il vulcanologo Roberto Scandone che faceva parte del gruppo del professor Giuseppe Luongo, all’epoca direttore dell’Osservatorio Vesuviano e responsabile della sorveglianza nei Campi Flegrei.
«Fu proprio Luongo ad attuare una grande esperienza comunicativa che rassicurò la popolazione sul fatto che il fenomeno era monitorato e non si nascondevano informazioni per chissà quali fini», ricorda ancora Kilburn. Il quale annuncia che la neonata alleanza si chiama Wave Spice, sigla che nasconde un lunga denominazione inglese riassumibile in “Attenzione all’emergenza vulcanica – pratiche scientifiche di informazione”. E sottolinea: «Invece di prescrizioni, raccomandazioni, imposizioni, noi vogliamo elaborare messaggi credibili e convincenti. Tutti insieme vogliamo elaborare nuovi metodi comunicativi sullo stato dei vulcani quiescenti e cominciamo proprio da Campi Flegrei, sperimentando uno scambio di esperienze e conoscenze fra esperti della Vulcanologia, delle Scienze sociali e operatori sul territorio, in modo da poter portare e applicare i risultati dove si vive in condizioni analoghe». Soci fondatori di Wave Spice sono per ora ricercatori e docenti dell’Università di Londra, della napoletana Facoltà di Scienze sociali, Osservatorio Vesuviano, Institut for Public Knowledge della New York University, Royal Academy of Dramatic Art di Londra, e due associazioni operanti da tempo sul territorio flegreo, “Lux in Fabula” e “Le ali di Dedalo”.
Notato il poco o quasi inesistente interesse degli organi di stampa sia per i lavori del grande convegno (vi ha partecipato, all’età di 95 anni, il famoso vulcanologo giapponese Yzumi Yokohama, che insieme al francese Haroun Tazieff, disapprovò lo sgombero brutale di Pozzuoli nel marzo 1970) sia per il workshop puteolano che ha dato vita alla Wave Spice. «Hanno capito che nessuno avrebbe annunciato catastrofi né imminenti nascite di vulcani…», è stato il commento.
Lo scienziato
Il professor Kilburn: «Vorremmo elaborare un metodo che eviti pericolosi allarmismi»