Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La sede dei Dem di via Toledo rischia la chiusura a causa della crisi
È emergenza dopo la chiusura delle sezioni della Sanità e di Castellammare Il senatore Mirabelli: la Fondazione Chiaromonte ci ha tolto la sede di Caserta
Il problema economico c’è e in periodo di ristrettezze potremmo lasciare la sede di via Toledo per trasferirci in quella del Pd regionale». Lo afferma Massimo Costa, segretario del Pd metropolitano di Napoli.
NAPOLI Certo, non è la sede storica di via dei Fiorentini, teatro di tante battaglie politiche intrecciate a vicissitudini personali e a storie collettive. Ma fa sempre male sapere che cedono anche gli ultimi contrafforti delle vecchie strutture organizzate di partito.
La sede del Pd di via Toledo rischia di essere letteralmente espugnata dalla crisi, seguendo la penosa sorte toccata in precedenza a quella altamente simbolica della Sanità; o all’altra sede, pure di significativo valore storico, di Castellammare di Stabia; o alla federazione provinciale del Pd di Caserta che da circa un anno, dopo essere stata sfrattata dalla Fondazione Chiaromonte, è ospite del comitato elettorale dell’europarlamentare Pina Picierno.
Il respiro affannoso del Pd napoletano sembra, oggi, vibrare dal gorgo triste di parole del segretario provinciale Massimo Costa: «Il problema economico — confessa con consapevole amarezza— esiste ed in un periodo di ristrettezze economiche, potremmo temporaneamente lasciare la sede di via Toledo per trasferirci nella sede del Pd regionale in via Santa Brigida. Non penso alla grandezza del mio ufficio, ma a tutelare prima di tutto lo stipendio dei dipendenti. Comunque sia, una decisione definitiva sarà presa al momento della chiusura del tesseramento, quando faremo i conti con i proventi delle tessere, il cui prezzo abbiamo voluto tenere ridotto, con il contributo bloccato a 16 euro, mentre la maggior parte delle federazioni in Italia ha deciso di aumentarlo fino a 30 euro. A quel punto potremo capire le prospettive finanziarie, partendo prima di tutto dalla tutela dei quattro dipendenti del partito».
Per la sede attuale di via Toledo si spendono 2.200 euro soltanto di affitto mensile. Esclusi tutti gli altri costi: utenze telefoniche ed energia elettrica. «Dai caffè di “rappresentanza” alla pizza “istituzionale” — rivela il segretario del Pd — non abbiamo mai approfittato neanche di un euro del partito». Insomma, a Costa non gli resta che sperare nel tesseramento per ottenere qualche riscontro più sicuro per il futuro: «Non conosco le entrate con precisione, anche perché di questi calcoli se ne occupa il tesoriere. Ma mi dicono che il contributo dei parlamentari e dei consiglieri regionali non è sufficiente per sostenere tutte le spese. Del resto, con le erogazioni di appena quattro parlamentari nazionali non si può andare molto lontano. Pertanto immagino che se riusciamo a realizzare l’obiettivo dei 13 mila tesserati potremmo tirare un sospiro di sollievo. Certo — conclude — capisco le esigenze della Fondazione Chiaromonte, ma spiace che si arrivi a tutto questo».
La segretaria regionale Assunta Tartaglione si dice ben lieta di accogliere presso i propri uffici la sede del Pd provinciale: «Quando si tratta di tutelare i dipendenti — commenta — e quindi i lavoratori e le loro famiglie, siamo sempre pronti a condividere ogni difficoltà». E quella che appare come una guerra tutta interna alla sinistra tra il Pd e la Fondazione Chiaromonte? A confermare i sospetti su questo tema è Franco Mirabelli, senatore milanese e commissario della federazione di Caserta. «Siamo stati sfrattati improvvisamente, proprio quando la Fondazione Chiaromonte ha incominciato ad incassare alcune migliaia di euro sull’affitto — racconta —. E dire che per anni non era stato versato nulla. Ma proprio quando pensavamo ad un accordo per il futuro, ecco che dalla Fondazione ci è giunta l’ingiunzione di sfratto. Una coincidenza? Non credo. Per me si tratta di una vera decisione politica: è evidente che a qualcuno ha dato enormemente fastidio l’opera di rinnovamento che abbiamo portato avanti a Caserta e in Terra di lavoro. Adesso — conclude Mirabelli — dovremo trovare una soluzione definitiva e farcela con tutte le nostre forze perché si trovi una nuova casa per il Partito democratico».