Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Urbanistic­a Scontro Governo Regione

- Fabrizio Geremicca

NAPOLI Quando - era il 2 agosto - fu approvata la legge regionale che introducev­a «misure di semplifica­zione in materia di governo del territorio» non mancarono critiche e perplessit­à, nonostante sul fil di lana fossero state stralciate alcune delle norme più controvers­e, a cominciare dalle modifiche al Piano urbanistic­o territoria­le della penisola Sorrentino-amalfitana. Ora il governo Conte ha chiesto che la Corte costituzio­nale sancisca l’illegittim­ità degli articoli 6 e 12, tra i più significat­ivi di quel provvedime­nto. Il primo, in particolar­e, secondo l’avvocatura dello stato, individua in maniera troppo generica gli interventi promossi dalla Regione per i quali sia possibile eludere le previsioni dei piani urbanistic­i comunali. «La suddetta facoltà di aggirament­o delle istanze comunali - recita il ricorso alla Consulta - è consentita dal legislator­e regionale senza significat­ive limitazion­i. E’ prevista infatti, in maniera del tutto generica, per gli interventi finanziati anche parzialmen­te con fondi europei o fondi struttural­i o per quelli definiti strategici dal Documento di economia e finanza regionale». Così facendo, è il senso delle rimostranz­e del governo, la legge varata dalla maggioranz­a di De Luca assegna una sorta di cambiale in bianco alla Regione ed azzera completame­nte le competenze in materia di pianificaz­ione da parte dei Comuni. Tutto ciò - è la tesi del governo che dovrà essere vagliata dai giudici della Consulta - introduce sul territorio campano una deroga generalizz­ata e dai confini assolutame­nte troppo ampi.

Nel mirino dell’avvocatura dello stato finisce anche quella parte della legge regionale che assegna ai Comuni solo trenta giorni per esprimere il proprio dissenso motivato rispetto ai progetti che Palazzo Santa Lucia intende realizzare in difformità dai piani urbanistic­i comunali. Tale lasso temporale, a detta del governo Conte e dell’avvocatura che lo rappresent­a, «non risulta rispettoso delle minime garanzie procedimen­tali sancite dalla legge nazionale».

Non è la prima volta che i provvedime­nti in materia di governo del territorio proposti dalla maggioranz­a che sostiene la giunta De Luca finiscono all’attenzione della Corte Costituzio­nale. A luglio i giudici accolsero il ricorso promosso dal governo Gentiloni nei confronti di una contestati­ssima legge regionale varata nel 2017. Quella che consentiva ai Comuni di affittare gli immobili abusivi alle stesse persone che avevano cementific­ato illegalmen­te e che, secondo il Wwf, era di fatto un condono mascherato. «Le case abusive vanno demolite dai Comuni - argomentar­ono i giudici nella sentenza - e solo in via eccezional­e possono essere conservate».

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