Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Urbanistica Scontro Governo Regione
NAPOLI Quando - era il 2 agosto - fu approvata la legge regionale che introduceva «misure di semplificazione in materia di governo del territorio» non mancarono critiche e perplessità, nonostante sul fil di lana fossero state stralciate alcune delle norme più controverse, a cominciare dalle modifiche al Piano urbanistico territoriale della penisola Sorrentino-amalfitana. Ora il governo Conte ha chiesto che la Corte costituzionale sancisca l’illegittimità degli articoli 6 e 12, tra i più significativi di quel provvedimento. Il primo, in particolare, secondo l’avvocatura dello stato, individua in maniera troppo generica gli interventi promossi dalla Regione per i quali sia possibile eludere le previsioni dei piani urbanistici comunali. «La suddetta facoltà di aggiramento delle istanze comunali - recita il ricorso alla Consulta - è consentita dal legislatore regionale senza significative limitazioni. E’ prevista infatti, in maniera del tutto generica, per gli interventi finanziati anche parzialmente con fondi europei o fondi strutturali o per quelli definiti strategici dal Documento di economia e finanza regionale». Così facendo, è il senso delle rimostranze del governo, la legge varata dalla maggioranza di De Luca assegna una sorta di cambiale in bianco alla Regione ed azzera completamente le competenze in materia di pianificazione da parte dei Comuni. Tutto ciò - è la tesi del governo che dovrà essere vagliata dai giudici della Consulta - introduce sul territorio campano una deroga generalizzata e dai confini assolutamente troppo ampi.
Nel mirino dell’avvocatura dello stato finisce anche quella parte della legge regionale che assegna ai Comuni solo trenta giorni per esprimere il proprio dissenso motivato rispetto ai progetti che Palazzo Santa Lucia intende realizzare in difformità dai piani urbanistici comunali. Tale lasso temporale, a detta del governo Conte e dell’avvocatura che lo rappresenta, «non risulta rispettoso delle minime garanzie procedimentali sancite dalla legge nazionale».
Non è la prima volta che i provvedimenti in materia di governo del territorio proposti dalla maggioranza che sostiene la giunta De Luca finiscono all’attenzione della Corte Costituzionale. A luglio i giudici accolsero il ricorso promosso dal governo Gentiloni nei confronti di una contestatissima legge regionale varata nel 2017. Quella che consentiva ai Comuni di affittare gli immobili abusivi alle stesse persone che avevano cementificato illegalmente e che, secondo il Wwf, era di fatto un condono mascherato. «Le case abusive vanno demolite dai Comuni - argomentarono i giudici nella sentenza - e solo in via eccezionale possono essere conservate».