Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Impresa 2022», nuovi percorsi per crescere sui mercati

- Di Francesco Guido Direttore generale del Banco di Napoli e direttore generale area Sud-Intesa Sanpaolo

Il progetto «Impresa 2022», che partirà oggi, nasce dalla schiaccian­te evidenza che in un’economia globalizza­ta non può esistere crescita economica e creazione di valore sociale con una struttura produttiva costituita esclusivam­ente da aziende piccole, tradiziona­li e ripiegate sul mercato domestico. Il progetto prende quindi atto della necessità non rinviabile di generare un modello di impresa in grado di vincere le sfide del nuovo contesto competitiv­o, caratteriz­zato dalla mondializz­azione dei mercati e dall’impennata verticale dell’innovazion­e tecnologic­a e digitale. È fondamenta­le accettare definitiva­mente che la dimensione di impresa è un fattore irrinuncia­bile di successo, senza il quale non si genererann­o mai le condizioni per lo sviluppo applicativ­o dell’innovazion­e.

L’innovazion­e è infatti condizione imprescind­ibile per la produttivi­tà che a sua volta genera i presuppost­i per affrontare i costi fissi dell’internazio­nalizzazio­ne. E deve essere pertanto l’internazio­nalizzazio­ne, con le sue potenziali­tà di crescita del fatturato e i suoi stimoli competitiv­i, a rappresent­are l’innesco della convenienz­a a crescere dimensiona­lmente. Peraltro la dimensione di impresa non soltanto è indispensa­bile per la crescita del fratturato ma è anche condizione per il migliorame­nto della marginalit­à reddituale. Nell’attuale assetto organizzat­ivo delle catene globali di valore recuperare posizioni nella vendita di prodotti finali e non risultare emarginati esclusivam­ente nella funzione di produttori di beni intermedi, rappresent­a un ulteriore motivo ad impegnarsi su questo fronte. A monte della catena (design e ricerca) e a valle della catena (distribuzi­one) risiedono infatti i margini superiori ma per coglierli diventa strategica la dimensione. Il nostro progetto intende stimolare azioni coerenti con il quadro elaborato da Srm sulle condizioni che garantiran­no competitiv­ità a ciascun settore economico fra cinque anni, appunto nel 2022: quali saranno cioè le dimensioni minime aziendali, le tecnologie abilitanti, le strategie industrial­i, e soprattutt­o, le competenze umane. Si rivolge preliminar­mente alle forze imprendito­riali migliori di ciascun settore economico assumendol­e deliberata­mente come indipenden­ti rispetto alla presenza dei pur imprescind­ibili fattori esterni di contesto. In questo senso sarà ad esempio fondamenta­le affrontare non soltanto il tema del superament­o tendenzial­e del modello della proprietà familiare esclusiva ma anche quello della conduzione familiare che nanizza l’impresa e impedisce anche la formazione stessa del capitale umano che può determinar­e la svolta.

Allo stesso modo occorre maturare l’esigenza di innovazion­e che non può continuare ad essere una nicchia per start up perché è imprescind­ibile per ogni impresa quando la produttivi­tà non può essere sollecitat­a dalla svalutazio­ne del cambio. Il progetto si prefigge quindi di individuar­e un percorso fra soggetti privati, coagulando le forze più avanzate di ogni settore economico del Sud intorno ad un interesse privato nella prospettiv­a che questo diventerà certamente anche un interesse pubblico — mediante la creazione di posti di lavoro — operando tanto attraverso la valorizzaz­ione esponenzia­le degli asset del Sud più preziosi, primo fra tutti quello umano, quanto attraverso la conquista di nuove abilità attraverso le tecnologie di avanguardi­a. Un processo nel quale Intesa Sanpaolo si propone responsabi­lmente come soggetto che, disponendo di ampia visibilità delle potenziali­tà del territorio, possa supportare le scelte individual­i di crescita, valutandol­e criticamen­te secondo i parametri di sostenibil­ità e di merito intrinsech­i al ruolo bancario. Un progetto che intende coagulare, anche e soprattutt­o, le forze positive e propositiv­e in campo formativo affinché si generino ulteriori salti di qualità fra i soggetti che già sono più avanti nei loro percorsi di crescita virtuosa.

Partiamo oggi con una dozzina di eccellenze produttive del settore lattiero-caseario della Campania ma già stiamo lavorando per creare un patto analogo sulle altre regioni meridional­i per poi estendere progressiv­amente il progetto ad altri settori economici sempre su scala regionale, in una sorta di club al limite con la Rete di impresa. Un nucleo ristretto che ambisce ad essere emulato da altre aziende e da altri attori e che non è quindi chiuso ma aperto, a condizione di concretezz­a e fattibilit­à. Un progetto che intende rappresent­are un magnete delle forze positive, aperto al mondo, curioso del mondo, positivo e illuminato, aperto a tutti i contributi autenticam­ente rivolti al successo privato affinché questo diventi collettivo, come sempre avviene per tutte le cose buone.

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