Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Impresa 2022», nuovi percorsi per crescere sui mercati
Il progetto «Impresa 2022», che partirà oggi, nasce dalla schiacciante evidenza che in un’economia globalizzata non può esistere crescita economica e creazione di valore sociale con una struttura produttiva costituita esclusivamente da aziende piccole, tradizionali e ripiegate sul mercato domestico. Il progetto prende quindi atto della necessità non rinviabile di generare un modello di impresa in grado di vincere le sfide del nuovo contesto competitivo, caratterizzato dalla mondializzazione dei mercati e dall’impennata verticale dell’innovazione tecnologica e digitale. È fondamentale accettare definitivamente che la dimensione di impresa è un fattore irrinunciabile di successo, senza il quale non si genereranno mai le condizioni per lo sviluppo applicativo dell’innovazione.
L’innovazione è infatti condizione imprescindibile per la produttività che a sua volta genera i presupposti per affrontare i costi fissi dell’internazionalizzazione. E deve essere pertanto l’internazionalizzazione, con le sue potenzialità di crescita del fatturato e i suoi stimoli competitivi, a rappresentare l’innesco della convenienza a crescere dimensionalmente. Peraltro la dimensione di impresa non soltanto è indispensabile per la crescita del fratturato ma è anche condizione per il miglioramento della marginalità reddituale. Nell’attuale assetto organizzativo delle catene globali di valore recuperare posizioni nella vendita di prodotti finali e non risultare emarginati esclusivamente nella funzione di produttori di beni intermedi, rappresenta un ulteriore motivo ad impegnarsi su questo fronte. A monte della catena (design e ricerca) e a valle della catena (distribuzione) risiedono infatti i margini superiori ma per coglierli diventa strategica la dimensione. Il nostro progetto intende stimolare azioni coerenti con il quadro elaborato da Srm sulle condizioni che garantiranno competitività a ciascun settore economico fra cinque anni, appunto nel 2022: quali saranno cioè le dimensioni minime aziendali, le tecnologie abilitanti, le strategie industriali, e soprattutto, le competenze umane. Si rivolge preliminarmente alle forze imprenditoriali migliori di ciascun settore economico assumendole deliberatamente come indipendenti rispetto alla presenza dei pur imprescindibili fattori esterni di contesto. In questo senso sarà ad esempio fondamentale affrontare non soltanto il tema del superamento tendenziale del modello della proprietà familiare esclusiva ma anche quello della conduzione familiare che nanizza l’impresa e impedisce anche la formazione stessa del capitale umano che può determinare la svolta.
Allo stesso modo occorre maturare l’esigenza di innovazione che non può continuare ad essere una nicchia per start up perché è imprescindibile per ogni impresa quando la produttività non può essere sollecitata dalla svalutazione del cambio. Il progetto si prefigge quindi di individuare un percorso fra soggetti privati, coagulando le forze più avanzate di ogni settore economico del Sud intorno ad un interesse privato nella prospettiva che questo diventerà certamente anche un interesse pubblico — mediante la creazione di posti di lavoro — operando tanto attraverso la valorizzazione esponenziale degli asset del Sud più preziosi, primo fra tutti quello umano, quanto attraverso la conquista di nuove abilità attraverso le tecnologie di avanguardia. Un processo nel quale Intesa Sanpaolo si propone responsabilmente come soggetto che, disponendo di ampia visibilità delle potenzialità del territorio, possa supportare le scelte individuali di crescita, valutandole criticamente secondo i parametri di sostenibilità e di merito intrinsechi al ruolo bancario. Un progetto che intende coagulare, anche e soprattutto, le forze positive e propositive in campo formativo affinché si generino ulteriori salti di qualità fra i soggetti che già sono più avanti nei loro percorsi di crescita virtuosa.
Partiamo oggi con una dozzina di eccellenze produttive del settore lattiero-caseario della Campania ma già stiamo lavorando per creare un patto analogo sulle altre regioni meridionali per poi estendere progressivamente il progetto ad altri settori economici sempre su scala regionale, in una sorta di club al limite con la Rete di impresa. Un nucleo ristretto che ambisce ad essere emulato da altre aziende e da altri attori e che non è quindi chiuso ma aperto, a condizione di concretezza e fattibilità. Un progetto che intende rappresentare un magnete delle forze positive, aperto al mondo, curioso del mondo, positivo e illuminato, aperto a tutti i contributi autenticamente rivolti al successo privato affinché questo diventi collettivo, come sempre avviene per tutte le cose buone.