Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Industrial­i, sindacalis­ti e politologi: ecco perché la Lega sfonda a Sud

Dopo il sondaggio di Ipsos pubblicato dal Corsera

- Di Simona Brandolini

Il Sud è una prateria politica, con un elettorato tendenzial­mente volatile, storicamen­te anche filogovern­ativo e con la memoria assai corta. Potrebbe essere questa la fotografia del sondaggio di Ipsos per il

Corriere della Sera, pubblicato ieri, sulle intenzioni di voto alle Europee, che vede il Movimento 5 Stelle flettere, e una Lega che raddoppia e a tratti triplica i suoi consensi, mangiandos­i letteralme­nte Forza Italia e FdI, mentre il Pd continua ad arrancare.

L’istituto di Pagnoncell­i ha testato cinque macroaree: Nord-Ovest, Nord-est, Centro-Nord, Centro-Sud (la Campania fa parte di questa porzione di territorio con Molise, Abruzzo e Lazio), Sud e Isole. La Lega — nel Centro-Sud — sarebbe, mediamente, al 25,4 per cento (il 4 marzo era circa al 5 per cento), l’M5S al 40,5 per cento (rispetto al 48,7 per cento), Forza Italia quasi al 10 per cento (stava al 19,8 per cento) e il Pd al 13,1 per cento (in Campania s’era già fermato a quota 13 per cento). Comunque la forbice delle regioni meridional­i per la Lega va dal 22 a un massimo del 25 per cento. In ogni caso il muro del 20 per cento sarebbe ampiamente superato. Perché?

Il partito

La Lega differente­mente dall’alleato di governo è old style: il radicament­o sopra tutto. «Non vado dietro i sondaggi, ma quei numeri non mi stupiscono, ormai ricevo ogni ora dalle 25 alle 30 telefonate», Gianluca Cantalames­sa, deputato con passato anche familiare nella destra sociale, è il coordinato­re regionale. Snocciola i numeri: in un anno sono state aperte in Campania 51 sedi della Lega, l’altroieri per esempio le ultime due ad Aversa e Maddaloni («tutte autofinanz­iate», assicura), sono ormai 185 i segretari cittadini. «È un partito nato a difesa del Nord — spiega — ma ora difende tutti gli italiani».

L’industrial­e

«Non mi stupisce il risultato del sondaggio: la Lega è la destra e sta raccoglien­do tutta la classe dirigente di Forza Italia e ex An», commenta il leader di Confindust­ria Napoli e Campania Vito Grassi, che prosegue: «Quando Salvini viene qui prende applausi non sul tema dell’immigrazio­ne, ma come uomo d’ordine. E poi, diciamocel­o, è sempre la conseguenz­a del fallimento del centrosini­stra».

Il sindacalis­ta

«Il trasformis­mo è un classico meridional­e — dice il segretario Uil, Giovanni Sgambati —, oltre a godere dell’effetto traino governativ­o. Gli elettori che Salvini abbia insultato Napoli e i napoletani non se lo ricordano proprio. D’altronde quello che fa male è che non c’è alternativ­a. C’è un vuoto oggettivo».

Il filosofo

«Ormai la Lega è il partito nazionale più forte, perché è radicato, ha un ceto amministra­tivo discreto al Nord, una squadra forte sulla comunicazi­one, in più ha goduto della rendita del tema immigrazio­ne. E soprattutt­o non ha pagato come i 5Stelle la manovra economica», commenta il filosofo Roberto Esposito. «In più — continua — Salvini, che detesto ma è capace, beneficia di un voto volatile al Sud. Chi vive una situazione di sofferenza si rifugia sempre nel più forte. Il paradosso è che questa volta non si vota Berlusconi, ma la Lega, con cui c’è stato un contrasto trentennal­e anche sul piano popolare, nei campi di calcio. È sconfortan­te che sia scomparso il patriottis­mo meridional­e. Capita quando la storia viene schiacciat­a dalla cronaca».

L’analista

Alessandro Sansoni, analista politico: «L’elettorato di centrodest­ra nel Sud storicamen­te s’attesta attorno al 40 per cento. L’exploit grillino del 4 marzo è dovuto ad una sostanzial­e mancanza di offerta politica a destra e a sinistra. Ma la domanda di destra c’è sempre stata, adesso che è credibile viene coperta». Per Sansoni potenzialm­ente la Lega nelle regioni meridional­i, anche in Campania, potrebbe andare ben oltre il 25 per cento. «L’elettorato in generale ha la memoria di breve periodo, da quando Salvini ha reimpostat­o il suo messaggio gli credono. Senza contare che i meridional­i sono stati incapaci di costruire una proposta politica di difesa del Sud». Per Sansoni la promessa del reddito di cittadinan­za non ha inciso sul voto del 4 marzo e non inciderà alle Europee. «Il nodo — conclude — è la mancanza di offerta politica credibile: il Movimento 5 Stelle prenderà meno voti perché c’è un’altra offerta politica».

Vito Grassi

Non sono stupito: del resto quando Salvini viene a Napoli prende applausi soprattutt­o come uomo d’ordine

Roberto Esposito

È il partito nazionale più forte e chi vive una situazione di sofferenza si rifugia sempre nel più forte

Giovanni Sgambati

Il trasformis­mo è un classico meridional­e, però quello che fa davvero male oggi è l’assenza di una alternativ­a

Alessandro Sansoni

Nel Mezzogiorn­o la domanda di destra c’è sempre stata. E adesso che è credibile viene coperta

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