Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La storia del mio amico Gigi (che si batte per gli altri) e i devastatori del welfare
Conosco Gigi da almeno 15 anni. Lui è un operatore specializzato, un professionista che si occupa da oltre 20 anni di dipendenze dalle droghe e di disagio mentale. Come molte persone che lavorano in questi ambiti è molto discreto, autoironico e consapevole di operare con individui fragili.
Più volte mi ha raccontato degli sforzi immani che quotidianamente lui e la sua squadra devono compiere alle prese con utenti difficili come quelli di cui si occupa. Il disagio psichico e le tossicodipendenze rappresentano un terreno minato pieno di insidie che necessita di operatori fortemente motivati e forgiati dagli insuccessi sempre in agguato. Io non ho avuto mai nessun dubbio per molti anni a segnalare al mio amico Gigi giovani e adulti in difficoltà; intendiamoci si tratta di quel tipo di raccomandazioni che nessuna persona vorrebbe mai ricevere. Donne e uomini che hanno deragliato, che si trovano risucchiati nella angosciante palude del disagio mentale o nel tunnel buio della dipendenza dalle droghe.
Gigi mi ha sempre ricordato che il suo lavoro si fa solo se sei appassionato alla vita, anche alle vite che sembrerebbero da scartare, da gettare nei rifiuti di una discarica fatta da ingombranti esseri umani. Gigi parla dei suoi utenti con l’affetto di una maestra che racconta dei suoi piccoli alunni alla recita di Natale. Questo mi ha sempre impressionato e convinto dell’irrinunciabilità del suo prezioso lavoro. Di persone come lui nel territorio della nostra città ce ne sono almeno altre 400, donne e uomini appassionati, talvolta stanchi ma consapevoli di fare un lavoro straordinario. Per qualche imperscrutabile motivo la Asl Na1 ed i suoi sapienti consiglieri politici regionali hanno sostanzialmente deciso che del lavoro di Gigi si possa farne a meno.
Non sorprenda il lettore attento scoprire che un bando regionale futuro cancellerà oltre 1/3 degli operatori impegnati a tutt’oggi nelle cooperative. In questo tempo della politica privo di attenzione verso i più deboli molto probabilmente del lavoro di Gigi si dovrà fare a meno perché qualcuno in una stanza ha pensato che fosse giusto così. Ignorando totalmente la importanza della sua funzione sociale. Estraneo al patrimonio universale ed unico di umanità che un cooperatore sociale può mettere in campo tutti i giorni nel suo lavoro. In questo tempo buio nel quale la cooperazione sociale è stata imbrattata dalle organizzazioni criminali e troppo rapidamente derubricata come un costo inutile la regione Campania gioca un ruolo determinante. Deve dire chiaramente se stare dalla parte di Gigi e dei suoi pazienti o se continuare a strizzare l’occhio ai devastatori del welfare che siedono saldamente al governo del Paese. C’è tempo per riparare, ma lo si faccia in fretta.