Corriere del Mezzogiorno (Campania)
I comitati si rivolgono all’Unesco «Un dossier anche sul San Carlo»
Il progettista del metrò: le gallerie già ci sono, impatto minimo
Il caso di piazza Plebiscito e della linea 6 potrebbe finire sul tavolo dell’Unesco. Le associazioni cittadine, tramite il Comitato Portosalvo, chiedono un incontro urgente con Franco Bernabè, presidente della commissione italiana Unesco, «per rappresentare il problema Plebiscito e San Carlo».
La notizia arriva all’indomani della protesta degli intellettuali contro la grata di areazione che sarà realizzata in piazza, eliminando il basolato. Alcuni esponenti di associazioni, delle professioni e semplici cittadini si sono riuniti l’altro ieri sotto il porticato di San Francesco di Paola, in una sorta di assemblea a cielo aperto, alla quale hanno partecipato i parlamentari Cinque Stelle Franco Ortolani e Valeria De Lorenzo e del Pd Paolo Siani, tutti e tre concordi nel presentare una interrogazione parlamentare sull’impatto della linea 6 sul territorio. Oltre agli esponenti politici, c’erano tra gli altri Maria Rosaria de Divitiis, Marta Herling, Riccardo Caniparoli, Francesco e Carlo Iannello, Pino Di Stasio. Il gruppo si è spostato da piazza Plebiscito fino al San Carlo, dove Caniparoli ha indicato le lesioni sulle pareti esterne e poi in Galleria Umberto, anch’essa interessata da crolli di cornicioni e intonaco. Secondo il geologo, si tratta del cosiddetto fenomeno di «subsidenza», ovvero il suolo che si abbassa in seguito agli scavi profondi della metropolitana, circa 22 metri in media. «L’ipotesi non è assolutamente fondata», replica invece l’ingegnere Antonello De Risi, progettista della metropolitana. «Il problema è stato esaminato da esperti e tecnici e le gallerie sono finite già da un anno. L’impatto dei lavori è davvero minimo. Tra l’altro vorrei chiarire che la linea tracciata col gesso in piazza Plebiscito non rappresenta il perimetro della grata di areazione, ma il pozzo di lavoro, che è lo stesso utilizzato per il cantiere della Ltr e che poi fu tombato con una copertura e con il basolato. Oggi viene riaperto per creare una camera di ventilazione in caso di incendio. Insomma, la grata non rompe il disegno della piazza e non si poteva fare in nessun altro posto. Le alternative le abbiamo esaminate e scartate dopo attenta analisi».
Intanto però sul web la polemica prosegue anche con toni accesi. C’è chi scrive con ironia: «Con un po’ di sforzo, le menti illuminate, potevano studiare soluzioni alternative». Ed effettivamente nella relazione che accompagna la delibera comunale, erano previste soluzioni diverse, come l’apertura delle grate a piazza Carolina o a piazza Trieste e Trento. La preoccupazione è alta anche tra gli abitanti della zona, che hanno partecipato con interesse alla manifestazione dell’altro ieri, chiedendosi se gli edifici potranno riportare danni dai lavori. E naturalmente serpeggia insoddisfazione tra chi pensava di potere avviare al più presto un’attività commerciale sotto il porticato di San Francesco di Paola: la Prefettura ha già assegnato, con un bando dello scorso anno, buona parte dei locali del colonnato. Ora quei locali si vedono sbarrata la visuale e parte del passaggio e non si capisce se e come decideranno di aprire lo stesso i battenti.