Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Bloccarono demolizione di una villa abusiva «Avvisi» a sindaco di Capri e assessori
Indagini concluse, l’accusa è di falso ideologico. Ora hanno 20 giorni per rispondere
NAPOLI Ennesima bufera giudiziaria in Piazzetta. Ieri mattina, gli agenti della polizia municipale hanno notificato la chiusura delle indagini preliminari al sindaco di Capri Gianni De Martino, al suo vice Roberto Bozzaotre, all’assessore Caterina Mansi ed a due ex della giunta, Vincenzo Ruggiero ed Anna De Simone, oltre al capo dell’ufficio tecnico del Comune capofila isolano, l’architetto Massimo Stroscio, ora agli arresti domiciliari per un’altra inchiesta.
A firmare il provvedimento che vede indagati gli amministratori comunali per falsità ideologica in atti pubblici in concorso è stato il pm Francesco Raffaele, che ha aggiunto l’abuso d’ufficio per il funzionario. La vicenda risale al febbraio 2016 e riguarda una delibera di giunta con la quale erano stati annullati atti relativi agli abusi in una villetta di proprietà della moglie di un vecchio assessore del comune di Capri. Sulla proprietà pendevano una serie di provvedimenti di demolizione ed acquisizione al patrimonio pubblico per abusi insanabili con accertamenti iniziati nell’aprile 2013. Due anni dopo, accertata l’inottemperanza all’ingiunzione a demolire, l’ufficio tecnico ordinò l’acquisizione a titolo gratuito al patrimonio comunale delle opere abusive per un totale di 148 metri quadrati.
Entrambe le ordinanze, la numero 53 del 2013 e la numero 12 del 2015, vennero impugnate dinanzi al Tar Campania. Il nocciolo della questione che ha portato oggi agli avvisi di garanzia concerne, però, l’accoglimento di una istanza a sospendere l’esecuzione dello sgombero e la demolizione, prevista da una delibera di consiglio comunale (n. 24 del 2012) che riguarda l’approvazione delle procedure da applicare in materia di repressione degli abusi edilizi. Fonti vicine al Comune giustificherebbero la condotta degli amministratori comunali. «Senza i requisiti non avrebbero accolto l’istanza di sospensione della demolizioatti ne — dicono —, fu fatta un’istruttoria, il parere degli uffici era favorevole. Considerate le gravissime condizioni di salute in cui versava la donna si è trattato di un gesto di umanità». Tant’è che la proprietaria dell’immobile situa- to in via Castello, dove abitava con la figlia ed il marito, è mancata soltanto pochi mesi dopo.
Ma non è finita qui. Oltre alla parte meramente umana della vicenda, ci sarebbero altre piccole incongruenze. Gli riguardanti l’immobile — secondo l’ex dirigente dell’ufficio tecnico comunale — conterrebbero una serie di vizi. «L’ordinanza di demolizione n.53 del 2013 — si legge in un successivo provvedimento datato maggio 2017 con il quale si annullano in autotutela le ordinanze di demolizione firmate da un precedente funzionario — è stata emessa sulla scorta di errate valutazioni tecniche ed amministrative e sull’errato presupposto della completa abusività della consistenza immobiliare all’epoca accertata, consistenza, che, in verità, era solo in parte non legittima, come emerge dagli atti». Inoltre, sempre secondo Stroscio anche la successiva ordinanza di acquisizione sarebbe stata adottata senza la preventiva definizione delle numerose domande di sanatoria pendenti. Sindaco, giunta e dirigente adesso avranno 20 giorni per nominare un difensore e decidere se procedere con un interrogatorio spontaneo.
Abitazione occupata
I fatti risalgono al 2016 L’alloggio era di proprietà di una signora anziana morta dopo alcuni mesi