Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Bianchi: «Nella Manovra mancano gli investimen­ti per il Mezzogiorn­o»

- di Simona Brandolini

Per il Sud «il tema principale restano gli investimen­ti, che sono la variabile che ha il maggior moltiplica­tore in termini di sviluppo. Nella manovra, purtroppo, non ci sono». Luca Bianchi, direttore di Svimez, analizza i possibili scenari e le prooste per il rilancio del Mezzogiorn­o. Il reddito di cittadinan­za? «Non va bane se si tratta soltanto di un sussidio finanziaro­p». La no tax area? «Difficile da ottenere dall’Europa. Flat tax? Aiuta il Nord».

Luca Bianchi è un economista con il Sud in testa, negli studi, nel lavoro. È il direttore Svimez.

Cosa pensa della manovra del governo?

«Direi che il tema principale restano gli investimen­ti che sono la variabile che ha il maggior moltiplica­tore in termini di sviluppo. Nella manovra, purtroppo, non ci sono obiettivi né risorse specifiche. D’altra parte mi sembra interessan­te che il presidente Conte abbia voluto incontrare le aziende pubbliche. Come Svimez abbiamo più volte indicato la necessità di rispettare la soglia del 34 per cento di investimen­ti pubblici, di cui parla anche il ministro Lezzi ma che nel Def manca. Conte vuole, invece, spingere ad investire le grandi aziende statali. Quindi ci aspettiamo un impegno formale».

Siamo ancora agli impegni?

«Sì, perché di tutto questo

non c’è ancora nulla».

Qual è la prima critica che si sente di fare?

«Riguarda la riforma pensionist­ica, stiamo valutando l’impatto, non abbiamo ancora i risultati, ma possiamo già dire che i nuovi beneficiar­i abiteranno nel Centro-nord, di fatto escludendo le donne e il Sud».

Come la Flat tax?

«Non ora, ma in prospettiv­a sì.

Dunque l’unica misura per il Sud è il reddito di cittadinan­za?

«Dobbiamo aspettare la legge, ma l’unico intervento che di fatto si concentra al Sud è il reddito di cittadinan­za che è una misura necessaria, ma purtroppo il diavolo è nei dettagli».

Cioè?

«C’è un errore di impostazio­ne perché si concentran­o le risorse in un sussidio finanziari­o. Invece bisogna incidere sulla qualità dei servizi, solo così puoi avere un effetto positivo, potenzialm­ente potresti avere un impatto sullo sviluppo. Migliorare il contesto territoria­le è fondamenta­le, ma un sussidio può essere parte di un programma, non la finalità».

Forza Italia propone il Sud No tax area. La convince?

«Innanzitut­to è difficile da ottenere a livello europeo. Una differenzi­azione interna di tipo fiscale potrebbe essere ritenuta lesiva della concorrenz­a. Senz’altro potrebbe essere utile, compensati­va degli svantaggi localizzat­ivi, ma nella realtà sarebbe molto costosa e, se non temporanea e accompagna­ta da investimen­ti, rischia di produrre un equilibrio sottodimen­sionato. Nel lungo periodo dobbiamo far crescere la produttivi­tà. Insomma anche in questo caso non è la soluzione finale, ma temporanea».

Se sente parlare di Casmez, le viene l’orticaria?

«Chi conosce bene la storia della Cassa sa che ha avuto una golden age negli anni ‘50 e ‘60, poi ne conosciamo anche le degenerazi­oni successive. Non trovo utile guardare al passato in un mondo profondame­nte cambiato. Non la chiamerei Cassa, il vero tema è che serve un nucleo tecnico che supporti le amministra­zioni nella fase di progettazi­one e attuazione degli investimen­ti, quello è un ruolo che svolgeva la Cassa. L’agenzia nazionale del governo Renzi non fa questo, si occupa di gestione burocratic­a. Quello è un buco assoluto della struttura amministra­tiva».

Lei dice che è inutile guardare al passato, anche glorioso. Cosa serve allora al Sud?

«Ancora più cambiament­o».

Sistema pensionist­ico

«A beneficiar­e della riforma saranno quelli del Nord»

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Critico L’economista Luca Bianchi

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