Corriere del Mezzogiorno (Campania)

FRIDA E RIVERA «SCENE DA UN AMORE»

Oggi, alle 17, la regista Catherine Aventurier presenta in anteprima nazionale il documentar­io dedicato all’artista messicana e alla sua «passione divorante» «Sembra una storia concepita per il grande schermo, la narro con toni intimi»

- Natascia Festa

Lui la tradiva con molte altre donne, lei ricambiava con uomini come Lev Trotskij, Andrè Breton e donne come Tina Modotti: si amavano disperatam­ente. La loro storia è raccontata da Frida Kahlo, Diego Rivera, une passion dévorante che oggi, alle 17, all’Augusteo di Napoli, Artecinema, rassegna ideata e curata da Laura Trisorio, propone in anteprima italiana.

Il film è firmato dalla francese Catherine Aventurier che incontrerà l’appassiona­to pubblico della kermesse (ingresso gratuito, fino a domenica).

Frida Kahlo è diventata un’icona dell’arte. Come ha deciso di raccontarl­a?

«In Europa e negli Stati Uniti Frida Kahlo è diventata una vera icona pop e un simbolo della libertà delle donne. In Messico, suo marito Diego Rivera è amato, celebre e molto rispettato per i suoi affreschi murali che hanno educato tutto un popolo. Ho scelto di parlare di Frida in quanto autentico artista messicano, donna, mostro sacro, ma anche in quanto pioniera nell’arte di descrivere l’intimità femminile. Mi sbarazzo abbastanza rapidament­e, all’inizio del film, del lato commercial­e della sua immagine».

Perché tra i tanti aggettivi ha scelto «divorante» per la passione con Rivera?

«La relazione tra Frida Kahlo e Diego Rivera è ovviamente l’argomento principale del film. Questo documentar­io fa parte di una serie che porto avanti da ben otto anni sulle coppie di artisti della storia. E questa messicana è un vero mito in questo senso. L’aggettivo “divorante” associato alla loro passione mi è parso un’evidenza: i due hanno terribilme­nte bisogno l’uno dell’altro, sono cresciuti e si sono evoluti insieme, ma si sono auto-distrutti al tempo stesso. Diego è paragonato spesso a un orco, avido di vita, di donne e di pittura. Frida è nota per il suo “cattivo” carattere e il bisogno viscerale di amare e di essere amata. È infatti molto esigente e chiede molto all’altro. Si può dire che i due amanti si sono divorati reciprocam­ente».

Il cinema che racconta l’arte è una terza via tra i due linguaggi?

«La storia di Diego Rivera e Frida Kahlo sembra essere concepita per il cinema: gli sviluppi sentimenta­li della loro unione, la forza politica delle loro pitture e la rivendicaz­ione delle loro radici messicane che esplodono nelle opere, sono un argomento ideale per la settima arte. Il successo del film “Frida” di Julie Taymor, uscito nel 2002, ne è una bella prova. I due artisti amano mettersi in scena e hanno compreso rapidament­e l’impatto delle immagini. Si circondano di numerosi fotografi e di cineasti di talento — Nickolas Muray, Gisèle Freund, Sergei Eisenstein e altri — e creano così la loro leggenda con più di diecimila foto e numerosi archivi video. Questo documentar­io si basa sulla ricchezza di questa materia: le opere e la vita privata della coppia si fondono continuame­nte sullo schermo».

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(anteprima mondiale) Alle 19.20,animazione Alle 19,40(anteprima europea) Alle 20.10,(anteprima italiana). Alle 21.20,
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ProgrammaO­ggi alle 16, all’Augusteo (anteprima italiana) Alle 18.10
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Nella foto qui sopra la regista Catherine Aventurier Nelle foto in alto Frida Kahlo e Diego Rivera in veri momenti tra cui (a colori) le loro nozze

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