Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Fondazione Banco di Napoli, Trombetti verso la presidenza
Sette consiglieri firmano un documento a sostegno dell’ex rettore della Federico II
L’ex rettore ed ex assessore regionale Guido Trombetti è in pole per la candidatura a presidente della Fondazione Banco di Napoli. Sul nome di Trombetti hanno trovato l’intesa sette consiglieri dell’istituzione di Palazzo Ricca.
NAPOLI Spunta il nome di Guido Trombetti come candidato in pole alla presidenza della Fondazione Banco di Napoli. Dopo il commissariamento di Daniele Marrama, deciso dal ministero dell’Economia, il prossimo 21 novembre si riunirà il Consiglio generale con il compito di nominare il nuovo consiglio di amministrazione completamente rinnovato rispetto a quello sospeso, commissariato e poi scaduto. Si dovrà poi procedere all’elezione del numero uno della fondazione di Palazzo Ricca. Le nomine dovranno essere depositate entro il 22 ottobre, tra otto giorni. Attorno al nome di Trombetti, matematico accademico di fama, (già rettore della Federico II, presidente della Conferenza dei rettori ed ex assessore regionale alla ricerca scientifica) si è cementata la scelta di ben sette consiglieri attualmente in carica che hanno sottoscritto un documento a sostegno e che verrà a breve ufficializzato. Ovviamente la partita tra le varie «anime» interne al Consiglio è tutta da giocare, ma il nome di Trombetti appare certamente di altissimo profilo. Ieri, l’interessato non ha voluto commentare, ma avrebbe già assicurato la propria disponibilità per spirito di servizio verso l’importante istituzione del Mezzogiorno. Lo statuto della Fondazione prevede che il consiglio di amministrazione possa contare da 5 a sette membri, a seconda della scelta dello stesso Consiglio. Il numero comprende presidente e vicepresidente anche se lo statuto prevede votazioni separate a scrutinio segreto.
Il confronto interno per l’elezione del nuovo presidente farà certamente surriscaldare il clima. Infatti, il regolamento per le nomine prevede che i candidati devono presentare candidatura, programma e firme di sostegno. Esattamente firme di un terzo dei componenti il consiglio generale per la presidenza, cinque firme per la vicepresidenza ed una per la carica di consigliere semplice del cda.
Ad oggi il consiglio generale generale non è stato ancora ricomposto nel suo numero legale, ossia 21 componenti, ma ce ne sono 16. Quindi per presentare le candidature occorre un terzo dei 16 o dei 21. In ogni caso le candidature da presidente richiedono comunque 6 o 7 firme in appoggio. E su questo si stanno gia componendo i vari fronti. Ed alla battaglia per la legalità dell’anno scorso, oggi si sostituisce una più democratica tenzone elettorale.
In Fondazione, prima del commissariamento, i fronti erano tre. Uno faceva capo al professore Francesco Fimmanò, attuale vicepresidente nazionale della Corte dei conti. Il secondo fronte vedeva i propri esponenti in Roberto Marrama, nel direttore generale Antonio Minguzzi e nei consiglieri Di Fabio e Marchese. Il terzo nei consiglieri Vincenzo Di Baldassare, Rossella Paliotto e nei giuristi Orazio Abbamonte e Francesco Caia. Pare che oggi i fronti siano ancora tre nonostante le mutate condizioni.
Le voci di corridoio raccontano di una disponibilità alla candidatura da parte dello stesso commissario Giovanni Mottura. Invece, il gruppo che fa capo a Rossella Paliotto, imprenditrice ed ex presidente dei Giovani industriali, sarebbe pronto a depositare la candidatura di quest’ultima con Caia vicepresidente. Il terzo gruppo è rappresentativo della tradizionale componente universitaria della Fondazione. Fino a oggi infatti la Fondazione è stata sempre presieduta da un professore universitario. Ed è proprio questa terza componente che vedrebbe impegnato il professore Fimmanò come grande elettore del professore Guido Trombetti. I due accademici pare siano grandi amici anche per via della nota passione comune per il calcio Napoli.
Il prof Fimmanò è il professionista che a colpi di denunce, citazioni ed esposti ha determinato il commissariamento ed è ancora assai critico verso il commissario Mottura, avendo avviato azioni anche nei suoi confronti. Fimmanò, peraltro, ha determinato una serie di decadenze di consiglieri (Rosita Marchese e Giuseppe Di Fabio). Attualmente lo stesso Fimmanò risulta ancora congelato all’interno del Consiglio, dopo i ricorsi presentati sulla sua nomina, in attesa dell’esito del giudizio civile.
Intanto però si schermisce e respinge la qualifica di grande elettore di Trombetti: «Guardi io non sono il grande elettore di nessuno — dice — visto che non ho neppure il mio voto, che spero di avere il 21 novembre visto che pende un ricordo d’urgenza». Ma poi aggiunge: «La candidatura Trombetti? Le rispondo che è la migliore del mondo. Il prof Trombetti è uno scienziato di fama internazionale. Una delle grandi eccellenze napoletane. Ciò detto, a Trombetti, se fosse disponibile per spirito di servizio, porrei da cittadino di Napoli la stessa questione. Porre riparo alla rapina che abbiamo subito 22 anni or sono con la vicenda Sga. È possibile con la giusta azione recuperare un miliardo di euro e riportare la Fondazione ad un ruolo centrale nel Mezzogiorno. E ho dichiarato per iscritto che farei l’azione gratis, rimettendoci le spese. Quanto alle candidature, ribadisco che chiunque abbia partecipato alla battaglia per la legalità in Fondazione deve tenersi fuori dalle nomine in consiglio, io per primo. È un segnale di aver lavorato per il bene comune e non le cariche personali».
Otto giorni
È il tempo che rimane per formalizzare le candidature al vertice di Palazzo Ricca
Tre «anime» Sono i gruppi che si confrontano per la scelta del nuovo numero uno