Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Budget sforati per le analisi Giro di vite della Regione: «Salerno paga per Napoli»
Mai più rimborsi in base alle sedi dei laboratori aggregati
Un braccio di ferro che dura da sempre: con i titolari dei laboratori di analisi che chiedono budget più consistenti e la Regione che invece si sforza di razionalizzare la dotazione finanziaria per i rimborsi, benché quest’anno abbia previsto cinque milioni in più.
Tuttavia, le carenze organizzative da un lato e l’opportunismo, per dirla con un eufemismo, di più operatori, hanno finora provocato cortocircuiti pericolosi. Come nel caso della Asl di Salerno che a causa delle aggregazioni dei laboratori sancite dalla legge si trova ad arrancare, essendo costretta a rimborsare attività di centri operanti a Napoli, ma aggregati a Salerno. Almeno questa è la tesi sostenuta dalla direzione regionale della sanità che per l’anno prossimo punta ad assegnare il budget in relazione alla residenza degli assistiti e non più inseguendo le sedi dei laboratori.
«È stato accertato che dal 1 gennaio 2018 alcuni importanti laboratori di analisi ubicati nella Asl Napoli 1 Centro hanno iniziato a fatturare alla Asl di Salerno, sede della loro aggregazione Hub) — scrivono da palazzo Santa Lucia —. Ne consegue che le analisi effettuate sui campioni organici prelevati a Napoli in questi laboratori e, quindi, le prestazioni rese a cittadini per lo più napoletani, sono state fatturate nel 2018 alla Asl di Salerno, consumandone il budget a scapito dei cittadini di Salerno e provincia: un solo noto centro privato, pur svolgendo la propria attività a Napoli con 4 sedi operative, ha fatturato alla Asl di Salerno nel periodo gennaio-luglio 2018 oltre 2,1 milioni euro». Da qui la necessità di una rettifica da parte degli uffici commissariali con un decreto finalizzato a riequilibrare i budget assegnati alle diverse Asl, tenendo conto degli spostamenti di fatturato dei laboratori. «Non aumenta il tetto di spesa in favore dei cittadini di una provincia a danno di quelli di un’altra provincia, ma si limita a riequilibrare le risorse finanziarie attribuite alle Asl, tenendo conto del maggiore onere che devono sopportare per le prestazioni che prima venivano addebitate alla Asl in cui avvengono i prelievi ed in cui ritornano i referti per essere consegnati agli utenti». La Regione ha quindi deciso di potenziare i controlli sulla regolarità delle prestazioni dei centri privati, anche attraverso l’informatizzazione e la verifica delle attività in tempo reale (interventi che hanno consentito di risparmiare nel 2017 circa 4 milioni di euro nel settore della dialisi ambulatoriale). «È poi in avanzata fase di definizione — concludono dalla direzione Sanità — il passaggio dall’inizio del prossimo anno ad un sistema di budget da assegnare alle Asl per residenza dell’assistito, invece che per localizzazione della struttura privata. Si tratta, quindi, di passare ad una più efficace programmazione della domanda di assistenza a in base alle caratteristiche epidemiologiche della popolazione».