Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il centrodestra vince in Irpinia e nel Sannio Il Pd a Salerno
In Irpinia a rischio espulsioni quattro grillini
Clemente Mastella si entusiasma e riscalda i motori per le prossime elezioni regionali: «Neanche ai tempi d’oro — commenta — vi erano due mastelliani alla guida del Comune di Benevento e della provincia sannita». Ed ha ragione ad esultare, l’ex leader del Campanile, giacché da venti anni il centrodestra, oggi con Antonio Di Maria, sindaco di Santa Croce del Sannio, non si imponeva alle elezioni provinciali. Mentre a Salerno le urne hanno fornito un esito piuttosto scontato.
NAPOLI Clemente Mastella si entusiasma e riscalda i motori per le prossime elezioni regionali: «Neanche ai tempi d’oro — commenta — vi erano due mastelliani alla guida del Comune di Benevento e della provincia sannita». Ed ha ragione ad esultare, l’ex leader del Campanile, giacché da venti anni il centrodestra, oggi con Antonio Di Maria, sindaco di Santa Croce del Sannio, non si imponeva alle elezioni provinciali. Mentre a Salerno le urne hanno fornito un esito piuttosto scontato. Sebbene Forza Italia, con la folta pattuglia di parlamentari guidata dalla vicepresidente della Camera, Mara Carfagna, abbia provato, con l’iniziativa per il Sud, a ribaltare il risultato. La vittoria per Michele Strianese, sindaco di San Valentino Torio del Pd, è stata netta. Ha raggiunto quota 71,05%, con 1.038 votanti contro le 422 preferenze andate al candidato di centrodestra, Roberto Monaco, primo cittadino di Campagna.
Ad Avellino, invece, il centrodestra ha vinto con il sindaco di Avella, Domenico Biancardi, neo presidente della Provincia. Mentre il candidato del centrosinistra Michele Vignola è rimasto al palo, benché sulla carta fosse sostenuto da un numero maggiore di amministratori locali. Ma in Irpinia il vero caso è quello scoppiato in seno ai 5 Stelle. Infatt, si annuncia una nuova campagna di espulsioni dopo che quattro consiglieri comunali, due del capoluogo, Alfonso Laudonia e la giovanissima Elsa D’Aliasi, e altri due della vicina Monteforte, Chiara Motta e Paola De Cunzo, hanno preso parte alle votazioni. Con un messaggio in chat il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia, leader incontrastato dei grillini avellinesi, avrebbe già annunciato che chi ha partecipato alle elezioni provinciali è come se avesse «staccato il biglietto d’uscita dal Movimento 5 Stelle», in quanto «non ci si presenta e non si vota per Pd, Dc e Fi». Sibilia, al telefono, non ha voluto commentare quanto avvenuto. Ma secondo quanto scritto nella chat avrebbe avvertito che «il gruppo politico con il quale siete stati eletti ha una linea ben precisa su queste elezioni». Niente appoggi «al festival delle correnti e degli accordicchi tra i vecchi partiti» e niente partecipazione «ad una consultazione che non vede coinvolti i cittadini». Laudonia, vice presidente del consiglio comunale di Avellino, si è autosospeso dal gruppo: «Le decisioni politiche dei 5 Stelle — spiega — si fondano su un processo di formazione che va dal basso verso l’alto. Ora, invece, è avvenuto il contrario: dall’alto verso il basso. Scavalcando, peraltro, la piattaforma Rousseau. Forse sarebbe stato il caso, come forza di governo, di affrontare il problema tutti assieme. Tuttavia, anche le città metropolitane sono enti di secondo livello, eppure in quel caso i 5 Stelle vi partecipano. A Napoli sono rappresentati da tre consiglieri. Questa rinuncia di partenza non ha senso e chi dice che avremmo staccato il biglietto di uscita dal Movimento non conosce le regole dello statuto: occorre una istruttoria, e poi si consulta il garante del Movimento, ovvero Beppe Grillo, per giungere ad una decisione. Non vorrei — conclude — che per combattere la casta finiamo per essere noi stessi una casta».