Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Davide, il dolore per l’ultimo saluto Ma il Comune di Napoli è assente
Tanti studenti ai funerali del ragazzo travolto dall’albero. Clemente: cerimonia privata
In centinaia per l’addio a Davide a San Nicola la Strada. Palloncini bianchi si levano in volo sul sagrato di Santa Maria degli Angeli, stagliandosi contro un cielo livido che minaccia altra pioggia. La bara bianca è appena uscita dalla chiesa e si è fatta largo tra due ali di folla, contenute dal «picchetto» dei giocatori della Lbl (Little Basket Lourdes) in tuta rossa.
Palloncini bianchi si levano in volo sul sagrato di Santa Maria degli Angeli, stagliandosi contro un cielo livido che minaccia altra pioggia. La bara bianca è appena uscita dalla chiesa e si è fatta largo tra due ali di folla, contenute dal «picchetto» dei giocatori della Lbl (Little Basket Lourdes) in tuta rossa, la squadra in cui il 21enne ha militato fino a qualche anno fa, e degli arbitri delle serie dilettantistiche della pallacanestro, in divisa nera: il giovane da qualche tempo aveva preso il patentino di ufficiale di campo. Il giorno dell’addio a Davide Natale, la cui vita si è fermata sotto il peso dell’albero venuto giù lunedì pomeriggio nel vialetto che costeggia il Centro Motori del Cnr di Napoli mentre veniva via da una lezione a Ingegneria, San Nicola la Strada si ferma. La partecipazione ai funerali è sentitissima dalla piccola comunità alle porte di Caserta (il sindaco Vito Marotta ha disposto che le bandiere del Comune fossero a mezz’asta) ma non solo: è folta anche una delegazione proveniente da Pompei, dove i Natale hanno vissuto fino a una quindicina di anni fa. A guidarla è il sindaco Pietro Amitrano.
C’è poi il primo cittadino di Casal di Principe, Renato Natale, lontano parente del giovane. Spiccano anche le assenze. Non c’è nessuno in rappresentanza del Comune di Napoli. L’assessore Alessandra Clemente a tarda sera giustifica: «Era una cerimonia privata, si rischia di essere fuori posto. Contatteremo i familiari del giovane in questi giorni». C’è compostezza nei familiari ma non rassegnazione. «Come si può accettare una morte così?» ripete il papà Giovanni a chi gli si fa incontro. «Su quel vialetto un’ora prima erano transitati 180 studenti di un altro corso della facoltà. Si possono lasciare pericoli di questo genere in giro per la città?». Una domanda a cui nessuno risponde. Si resta muti, in un dolore collettivo che sembra contagiare tutti i presenti. Ai piedi dell’altare, sulla bara di Davide – l’ex giocatore di basket che sognava di essere un progettista della Lamborghini una volta terminata Ingegneria meccanica – sono adagiate una sciarpa del Napoli e la maglia numero 17 di Marek Hamsik. «La sua cameretta ne era piena, lui amava gli azzurri» dice al termine dell’omelia il cugino Antonio. «Quando potevamo andavamo insieme allo stadio». Tra le persone assiepate nei banchi si scorgono i suoi ex compagni di liceo (aveva frequentato lo scientifico Diaz di Caserta, presente con il suo gonfalone) e quelli di università. In rappresentanza del Cnr c’era Gerardo Valentino direttore del l’istituto Motori di Napoli dove è avvenuta la tragedia.
Il culmine della commozione è quando s’incrocia lo sguardo di Robert Maka, il compagno di studi: erano insieme, uno accanto all’altro, il giorno dell’incidente. Lui si è salvato per puro miracolo. E’ ancora sotto choc. A dire messa è il rettore del Santuario di Pompei, don Pasquale Mocerino. Parla ad una chiesa dove si notano anche rappresentanti della Regione – c’è l’assessore alle Risorse umane, Sonia Palmeri, il consigliere con delega all’Agricoltura e foreste, Francesco Alfieri (il padre di Davide è un funzionario del settore), il presidente della Commissione Sanità, Stefano Graziano. «Davide se n’è andato per un evento drammatico e imprevisto» dice il sacerdote. Sarà la giustizia, quella terrena, a emettere però l’ultima parola: la Procura della Repubblica di Napoli ha aperto un fascicolo sull’episodio, ipotizzando il reato di omicidio colposo. .